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-Questa è la canzone che ha ispirato questa storia, se vi va ascoltatela perché è molto bella secondo me-

Jungkook's pov

L'ansia percorreva ogni angolo del mio corpo e ogni volta che lo percorreva tutto ricominciava da capo in un circolo continuo. Stava filando tutto troppo liscio e la mia mente non riusciva a capacitarsene: nulla va mai bene e più lasciavo spazio a quei pensieri pessimisti, più la mia ansia aumentava esponenzialmente. Era pur sempre il mio Jimin quello all'interno di quella stanza che rischiava la vita per aiutare quel poco di umanità che era rimasto ed era pur sempre Jack a rischiarla con lui standosene qui fuori esposto a qualsiasi attacco a sorpresa. E non ero io stesso a rischiarla?
Ero così spaventato che sudavo freddo, lo ero così tanto che pensai addirittura di arrendermi sul nascere della cosa: perché avrei dovuto fare tutto quello che stavo e avrei fatto? Per gli altri abitanti, mi rispondevo. Ma cosa avevano fatto loro per me? Nulla. E allora perché rischiavo la mia vita e quella della persona più importante per me? Perché era la cosa giusta da fare.
E allora mi vergognavo di aver pensato a cose simili e riacquistavo un briciolo di coraggio. Poi pensavo a Jimin e lo riacquistavo tutto.
Perso nei miei pensieri non mi rendevo conto del tempo che passava e fui tentato in diversi momenti di irrompere nella stanza per controllare se il ragazzo stesse bene, se necessitasse di un aiuto o semplicemente per rivederlo. E quasi lo feci per davvero se non fosse stato per Jack che mi rimproverò con lo sguardo, lasciandomi intuire di non doverlo fare e di dover aspettare fiducioso fuori.
I minuti scorrevano, ma di Jimin nessuna traccia e a quel punto neanche l'uomo accanto a me riuscì più a nascondere la preoccupazione. Eravamo già intenti ad entrare quando un forte rumore ci convinse maggiormente a farlo. Avrei potuto, e forse sarebbe stato meglio, aprire la porta con la maniglia, ma l'agitazione mi portò a tirargli un forte calcio, spalancandola e permettendo a Jack di correrci attraverso, lasciando me a guardargli le spalle.
Ma come Orfeo con Euridice l'amore che provavo per Jimin mi spinse a girarmi verso l'entrata e ad assistere a un uomo che puntava un'arma al mio ragazzo, il che mi costrinse a disobbedire a Jack e a seguirlo nell'enorme stanza.
"Se fate solo un passo gli sparo" disse l'uomo che teneva una pistola puntata su Jimin. Guardandolo come prima cosa pensai a quanto sarebbe stato facile uccidere un uomo del genere e so che è una cosa orribile, ma riuscii solo a pensare quello e a nient'altro.
Jimin non si dimenava, né tentava in qualche modo di sfuggire alla presa dell'uomo, piuttosto cercava di tenere stretto tra le mani un foglio piegato molte volte su sé stesso, in modo da renderlo sufficientemente piccolo da tenere in una mano; peccato che le mani del biondo fossero minuscole. Nonostante questo non sembrava che l'uomo se ne fosse accorto.
Jack si voltò e dopo aver notato la mia presenza dietro di lui mi fece un cenno, uno dei segnali che avevamo stabilito in precedenza: quello in particolare significava 'scappate, ci penso io'. Cosa aveva intenzione di fare? Nemmeno il tempo di pormi questa domanda e subito Jack si era fiondato sull'uomo che teneva Jimin afferrandolo in fretta per il braccio e deviando giusto in tempo il proiettile che i riflessi dell'uomo avevano fatto partire dopo il movimento del mio amico. Jimin approfittò delle loro azioni per sollevarsi dal pavimento e correre verso di me, che intanto sembravo bloccato dalla paura e dalla sorpresa, per poi spingermi verso l'esterno della stanza con una forza che non sapevo da dove avesse tirato fuori.
"Dobbiamo aiutarlo" gridai risvegliandomi dal mio stato di trance e non capendo perché Jimin mi stesse allontanando da Jack, non potevamo abbandonarlo lì.
"È stato lui ad indicarci di proseg..." mi disse il ragazzo con tono più basso del mio per poi essere interrotto da un altro sparo e dal rumore di molti uomini che correvano. Mi girai per vedere un mare di guardie riversarsi nella stanza che avevamo da poco lasciato e rivederli poco dopo uscire trascinandosi dietro un Jack che si dimenava, calciava, sparava per tentare di liberarsi. Lo vidi stenderne alcuni, poi Jimin mi tirò più forte dal braccio:"Andiamo o prenderanno anche noi. Facciamo come ci ha detto, è forte ce la farà. Crediamo in lui". Mi convinse e anche se il mio cuore mi stava gridando di andare ad aiutare l'uomo, decisi di portare a termine ciò per cui eravamo giunti qui. Presi per mano Jimin e cominciai a correre velocissimo verso l'uscita pregando di aver preso la strada giusta, pregando che tutto si sarebbe concluso al meglio, pregando per la vita di Jack, per la mia, per quella di Jimin.
I corridoi sembravano non finire mai e una volta fuori dall'edificio, una volta fuori dal Gruppo, una volta giunti alla barca che doveva portarci all'isola non ottenni il sollievo che cercavo: non c'era tempo per farlo, era appena l'inizio del casino.
Arrivati dopo quello che sembrò un lasso di tempo infinito all'imbarcazione ci salii subito, mentre Jimin sembrava spaventato e non sembrava dar segni di volermi seguire.
"Hey amore che aspetti? Dai veloce che staranno quasi per arrivare"
"E se ci prendessero?"
"Se ci sbrighiamo non ci riusciranno"
"Ma se affoghiamo?"
Mi si creò un groppo enorme in gola che mandai giù a fatica.
"Lo faremo insieme" la mia frase non sembrò rassicurarlo.
"E a cosa sarà servito tutto questo?" mi disse per poi lasciare spazio a una cascata di lacrime.
"Loro ci ricorderanno. Dopo di noi ci saranno altri che ritenteranno e il nostro sacrificio non sarà stato invano" gli dissi tendendogli la mano per aiutarlo a salire, poi continuai:"Sfidiamo il mare assieme, lo so che è estremamente impetuoso e pericoloso, ma lasciamoci trasportare dalle onde, lasciamo che ci prendano e ci conducano con loro. So che nessuno ci perdonerà se moriamo, ma almeno ci ricorderanno e qualcuno ci riproverà. Non possiamo lasciare le cose così come stanno, nulla sarà più come prima. Vieni amore mio, salviamoli, salviamoci".
Afferrò la mia mano e con un po' di difficoltà riuscì a raggiungermi; appena fu su mi abbracciò molto forte facendo battere il mio cuore un po' più velocemente. Lo allontanai solo per guardare il suo bellissimo viso, che accarezzai dolcemente e poi baciai piano ovunque. Le sue lacrime cessarono lentamente di scendere e dopo aver raccolto un po' d'aria nei polmoni e un po' di coraggio nel cuore mi baciò. Di solito lo facevo io, così mi lasciò piacevolmente sorpreso.
"Ti amo"
Non me lo aveva mai detto. Spalancai gli occhi, persi il senso del tempo, dello spazio. Per un instante infinito il mio cuore smise di battere e il mio cervello di pensare. Dalla sorpresa non risposi e Jimin sembrò prenderla male.
"Forse è presto, scusa, non devi sentirti obbligato a dirlo anche tu. Non riesco a rimangiarmi ciò che ho detto, ma se ti dispiace puoi dimenticarlo" disse un po' balbettando.
"Scherzi? Sei la cosa migliore che mi sia successa. Non scusarti mai più". Le mie parole lo rassicurarono un po', poi distolse lo sguardo un po' in imbarazzo e un po' deluso.
Gli presi il mento tra le dita e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
"Ti amo anche io".

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(Se non sapete come immaginarvi Jack io avevo pensato a qualcuno tipo Star Lord di Guardiani della Galassia.

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Se lo avete immaginato in un altro modo continuate pure con quello 💘)

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Scusate. Non vorrei annoiarvi con i miei problemi (se possono essere così definiti), ma più che altro volevo solo spiegarvi il perché dei miei pochi aggiornamenti. Ho letto molto ultimamente, in generale, e ho perso fiducia in ciò che scrivevo dopo aver letto cose bellissime. Non che desideri chissà che capacità di scrittura, per una fan fiction poi, ma mi ero un po' scoraggiata, ecco. Scusate ancora e buona vita🙏🏻♥️

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