Jungkook's pov
Mi svegliai di soprassalto. Oh no, mi ero addormentato. Che stupido, che stupido, che stupido. L'odore penetrante del mare mi rammentò dov'ero e mi costrinse a tirarmi su in fretta e furia.
"Jimin" dissi alzandomi velocemente, non trovandomelo accanto o di fronte.
"Sono qui, sono qui. Non ti agitare- disse una dolce vocina alle mie spalle- ti eri addormentato e ho preso io in mano la situazione".
"Perché non mi hai svegliato?"
"Perché sei bello quando dormi"
"Non scherzare, dai"
"Perché sei stanco, ti conosco, lo so; e poi sei davvero bello quando dormi"
"Grazie. Dove siamo ora?"dissi per cambiare discorso, un po' imbarazzato dal complimento.
"Guarda" mi disse un po' contento Jimin, indicando un punto indefinito davanti a me. Seguii con lo sguardo la sua piccola mano, finché non vidi anche io quello che vedeva lui. Il riflesso di cui Jimin mi parlava un po' di tempo prima e che allora io non vedevo (infondo era stato fatto apposta per non essere notato).
Seguendo per ancora qualche tratto la mappa che era riuscito a recuperare Jimin, giungemmo finalmente al punto dov'era possibile l'attraversamento.
"Dovrebbe essere qui" disse Jimin.
"Sì, qui, ma ora che facciamo? Come dovremmo passare? Non mi sembra molto diverso dal resto della barriera" affermai afflitto, mentre le mie mani raggiungevano il mio viso per poi strofinarmi gli occhi stanchi. Poi qualcosa accadde. Proprio mentre Jimin stava per dirmi qualcosa di confortante, un suono di sfregamento attirò la nostra attenzione: come fosse stata una porta a scorrimento, una parte del vetro si mosse, aprendo un varco.
Spalancai gli occhi incredulo:"Sei stato tu?".
"E come avrei fatto?" rispose Jimin ridendo.
"Ora non è importante, approfittiamone. Ri-aziona il motore"
Detto, fatto. Jimin azionò il motore e attraversammo il varco il più velocemente possibile. Una volta dall'altra parte proseguimmo nella direzione indicata dalla mappa fino alla terra ferma.
"È quella l'isola degli Oltremare?"
"Speriamo"
Ci avvicinammo ancora alla costa dell'isola e man mano che continuavamo ad avvicinarci iniziammo ad intravedere una figura sulla riva. Eravamo al settimo cielo. Doveva essere l'isola giusta, per forza. A qualche metro dalla spiaggia Jimin spense il motore e a nuoto la raggiungemmo. Una volta sulla sabbia la figura che avevamo intravisto ci corse incontro chiamando forte il nome di Jimin.
"Mamma" sussurrò Jimin, riconoscendo la donna.
"Jimin, ti stavo aspettando, piccolo mio" disse la donna, che intanto ci aveva raggiunti e stava abbracciando il figlio non curandosi che fosse fradicio.
"Come sapevi che sarei arrivato?"
"Ho fiducia in te. E poi era il tuo destino, ti ho lasciato al Gruppo proprio perché io e tuo padre sapevamo che ci saresti riuscito. Ogni giorno, da anni, vengo qui per vedere se arriva una qualsiasi imbarcazione con a bordo mio figlio e oggi il giorno è arrivato." la donna stava piangendo, al contrario di Jimin. Jimin era un misto tra l'euforico e il perplesso, ma continuava comunque a stringere e a confortare la madre. Dopo qualche instante lei sciolse l'abbraccio e si avvicinò a me, assottigliando gli occhi, come per vedermi meglio, come se mi conoscesse:"E tu?"
"Io sono Jeon Jungkook, piacere signora"
"Jeon? Jeon...Sei chi penso tu sia? Il figlio di quel Jeon?"
"Proprio lui" annunciai fiero di mio padre.
"È anche il mio fidanzato, se vogliamo dirla tutta" esclamò Jimin. Era un po' di tempo che mi diceva di volermi presentare a qualcuno come il suo fidanzato e il fatto che quel qualcuno fosse diventato sua madre lo rendeva euforico. La donna fece un enorme sorriso a Jimin, poi mi scompigliò i capelli ancora bagnati dalla nuotata e cominciò a camminare verso l'entroterra.
"Dai su, seguitemi fidanzatini"
Io e Jimin ci guardammo negli occhi e seguimmo la donna.
Ci condusse in quello che poteva essere considerato una sorta di villaggio. Era costituito da piccole casette, estremante graziose nonostante fossero altrettanto modeste.
"Da questa parte" la donna ci indicò la strada per una di quelle casette, la sua, e ci fece accomodare all'interno, che rispecchiava esattamente l'esterno, scarno, ma delizioso.
Non pensavo di aver bisogno di una bevanda calda fino a quel momento, quando la madre di Jimin ce ne porse una tazza. Poi, dopo qualche instante, indicò una porta poco distante. "Lì potete fare un bagno caldo ragazzi". Io e Jimin, allora ci alzammo dalle nostre sedie e, ringraziando, ci dirigemmo verso la porta del bagno. Poi la donna prese la mano di Jimin e lo trattenne:"Uno alla volta" disse ridendo.
"Va bene, mamma. Vai prima tu kook". Gli sorrisi e continuai a camminare.
Jimin's pov
"Volevo parlarti da così tanto tempo Jimin". E allora capii il vero motivo del perché mi avesse trattenuto.
"Sei cresciuto, ma resti sempre lo stesso di tanti anni fa, piccolo mio. Sai è stato difficile mettermi in contatto con te da questo posto, ma grazie agli altri abbiamo studiato un modo troppo complicato da spiegare e da capire. Ad un certo punto credevano tutti che non ti arrivasse un bel nulla e che tutto fosse ormai destinato a finire, ma io no, io avevo fiducia in te Jimin. E ora che sei qui, sono al settimo cielo. Quando tornerà tuo padre stasera gli prenderà un colpo. Ma lo diremo domani a tutti gli altri che siete arrivati, mh? Per stasera riposa e resta con la tua famiglia. E ti prego dimmi che non odi me e tuo padre per averti lasciato in quell'inferno" disse con una voce gentilissima mia madre, mentre di tanto in tanto mi spostava una ciocca di capelli dagli occhi o mi accarezzava la guancia, senza mai distogliere lo sguardo dai miei occhi, così tremendamente simili ai suoi.
"Mamma, ma come potrei. Inizialmente ero solo un ragazzino, non capivo niente e ammetto di aver biasimato il vostro comportamento. Ma allora credevo di essere stato solamente e brutalmente abbandonato. Ma, da un po' ho capito che voi due, tu e papà, avete avuto più coraggio di tutti. A lasciare vostro figlio da solo, pur di salvare un giorno tutti quanti. È ammirevole. Non potrei mai odiarvi, mai" dissi avvicinandosi e abbracciandola. Poi aggiunsi ridendo mentre indicavo la porta del bagno:"E poi come avrei conosciuto quel ragazzaccio se non lo aveste fatto?".
"Sei così buono figlio mio. Ora vai pure a fare un bagno anche tu".
Quando sia io che Jungkook terminammo il bagno, mia madre ci preparò da mangiare. Mangiammo tutti e tre insieme, ma continuavo a chiedermi perché non fossimo già in quattro, perché mio padre non fosse ancora tornato.
"Mamma, dov'è papà?" allora chiesi.
"Dovrebbe essere di ritorno tra oggi e domani mattina presto. È dall'altra parte dell'isola da due giorni con un gruppo di altri uomini. Sai è li che abbiamo costruito il macchinario per contattarti, così che se il Gruppo avesse sospettato qualcosa, avremmo limitato la possibilità di farci scoprire o comunque avremmo rallentato il loro arrivo al macchinario, dato che per raggiungerlo bisogna attraversare la foresta. È lo stesso motivo per cui tuo padre sta tardando; ci vuole tempo e la foresta è piuttosto insidiosa. Tutto questo, però, non l'ha mai fermato, e non ha fermato nemmeno gli altri, dal continuare a spingersi fin lì per inviarti segnali. Ti ama molto."
"Non vedo l'ora di vederlo".Finita la cena mia madre mostrò a me e a Jungkook dove poter dormire e subito ne approfittammo. Eravamo estremamente stanchi.
"Amore parli poco oggi"
"È normale Jiminie, sono stanco e felicissimo allo stesso tempo. Ti rendi conto, amore, che ce l'abbiamo quasi fatta? Dobbiamo solo riportare queste persone al di là del vetro e avremmo sconfitto il Gruppo. Non ho parole. E poi hai ritrovato la tua famiglia, non voglio intromettermi o impedirti di stare con tua madre." disse Jungkook, sussurrando l'ultima parte.
"Sei tu la mia famiglia"
"Dai lo sai cosa intendo" si lamentò.
"Kook, sei tu la mia famiglia. Loro saranno i miei genitori, certo, voglio loro un mondo di bene. Ma tu sei la mia famiglia."
"Ah, ti amo così tanto" ammise.
"Lo so" dissi, per poi continuare, avvicinandomi di più a lui:"Ho paura".
"Jimin, ci sono io. Ci sarò sempre. Adesso vieni qua, abbracciami fortissimo e dormiamo, su, che siamo stanchi" disse con tono scherzoso.
"Sei proprio un bambino Kook" dissi ridendo. Ci addormentammo in un batter d'occhio, l'uno nelle braccia dell'altro. Avevo paura, tanta, ma ero felice, tantissimo.
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•Future• ||JIKOOK||
FanfictionTerra, 2679 d.C. In un mondo che tale non si direbbe più, dove la presenza dell'uomo è limitata al Gruppo, due ragazzi, soli e ricercati, cercheranno di scappare dopo essere venuti a conoscenza di un segreto scomodo per le autorità del tempo, pecc...