Capitolo 15

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Quando Stella ha reso pubblica la notizia c'è stato il naturale periodo di assestamento in cui non abbiamo parlato d'altro che di gravidanze, corredini e liste di nascita.

Sono i momenti come questi in cui mi trovo a guardare rapita ragazze della mia età o anche più piccole che portano a spasso piccole versioni di loro stesse in passeggini colorati, con gli occhi innamorati mentre ridono e scherzano tra loro, parlando di poppate e cambi di pannolini.

Non nego che spesso provo punte di bruciante invidia: le vedo talmente soddisfatte perché è innegabile che LORO abbiano dato un senso alla loro vita, mentre improvvisamente la mia mi appare vuota e priva di significato. Maledetto istinto materno!

Non che non mi piacerebbe avere un bambino, il problema è che per farlo bisogna per forza essere in due e forse ho delle aspettative un po' troppo alte; a questo si aggiunge il mio orologio biologico che ticchetta in maniera inesorabile tanto che, vista la mia situazione, mi sono quasi rassegnata ad una vita priva delle gioie della maternità.

Quando mi prendono queste visioni pessimistiche c'è un solo rimedio per tutti i miei mali: una giornata insieme a Caterina e ai suoi due adorabili bambini, Andrea e Luca, capaci di levare a chiunque ogni buon proposito sull'argomento.

Oggi è proprio uno di quei giorni: Caterina mi ha invitato a passare la giornata con lei al mare, visto che suo marito è fuori città per lavoro.

Arrivo al bagno Geranio intorno alle undici, Caterina è già al mare più o meno dall'alba; i suoi due figli infatti sono noti per la simpatica abitudine di svegliarsi molto presto - e con molto presto intendo VERAMENTE presto - e di essere subito belli attivi e pronti per cominciare a giocare.

Per cause di forza maggiore - se non vuole cioè che spacchino mezza casa o che la buttino fuori dal condominio per rumori molesti- li porta al mare a sfogare i loro bollenti spiriti e lì rimane fino quasi alla chiusura del bagno.

Appena entrata nello stabilimento balneare la vedo subito: sta rincorrendo Andrea, il più grande dei due, che corre nudo e felice per tutto il parco giochi; Caterina sta cercando di placcarlo in più direzioni con il costume in una mano e tenendo Luca in braccio che ride battendo le mai per le prodezze del fratello.

Non appena Andrea mi vede si ferma di colpo e mi corre incontro.

"IA SASSI!"

Io lo blocco in un abbraccio e comincio a sbaciucchiare le sue gote paffute, con gran sollievo di Caterina che mi raggiunge e, con una maestria inaudita, gli infila finalmente il costume con una mano sola.

"Grazie a Dio sei arrivata, è più di un'ora che devo fare la pipì e non riesco neanche ad avvicinarmi al bagno."

Così dicendo mi affibbia Luca in braccio e scompare verso le cabine, mentre Andrea mi saltella intorno neanche fosse un indiano intorno ad un totem.

Lo convinco ad avviarsi verso l'ombrellone con la promessa di un bel bagno, mentre Luca, che si è fatto decisamente più pesante dall'ultima volta, comincia a giocherellare con i miei occhiali da sole.

Passiamo la mattinata a fare bagni e castelli di sabbia e, tra una palettata e l'altra, riusciamo a non far prendere il sopravvento ai due piccoli tornado; all'ora di pranzo Caterina sfodera una serie di piatti degni di un catering che cominciamo a consumare sotto la tenda.

"Per Andrea il riso freddo con il formaggio ma senza cetriolini; per Luca la pasta fredda all'olio con tanto parmigiano; per noi due ho preparato un'insalata di pollo, pinoli ed aceto balsamico, spero che ti piaccia."

Mentre elenca il menù distribuisce ogni portata, ognuna servita dentro il suo bel contenitore di plastica con il tappo colorato e con annessa posata, senza sbagliare e, soprattutto, come se fosse la cosa più naturale del mondo arrivare al mare con tutta quella roba.

Una canzone all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora