Capitolo 1

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Squilla la sveglia.

Come ogni mattina alle sette in punto mi sveglio con la musica nella vana speranza che cominciare bene la giornata aiuti, mentre la radio passa i Depeche Mode mi rosolo nel letto: è il momento che preferisco di tutta la giornata, soprattutto se, come stamani, riesco a ricordare chiaramente il magnifico sogno che mi ha accompagnato negli ultimi istanti di sonno.

È un ricordo perfetto e bellissimo, che spesso si ripete: la maggior parte delle volte consiste in un bacio appassionato con l'uomo della mia vita, il quale può avere varie versioni a seconda del mio stato d'animo; stanotte era impersonato da Robert Pattison o da qualcuno che gli assomigliava in maniera incredibile.

Metto sul fuoco il caffè, nel frattempo mi sbrigo in bagno.

Gaspare mi aspetta silenzioso come al solito sul piccolo divano che divide la cucina dal salotto; dopo due coccole preparo la colazione anche per lui; al telegiornale locale un servizio sull'inusuale freddo nel mese di giugno descrive il meteo come l'ultima calamità naturale che affligge l'intera popolazione.

In un certo senso hanno anche ragione: questo freddo, a questo punto della stagione, in una località balneare non aiuta ma cavolo, un po' di ottimismo, prima o poi l'estate arriverà!

Ore sette e quarantacinque: un bacio a Gaspare ed esco di casa, monto in macchina, accendo il motore e la radio passa una delle mie canzoni preferite dei Muse: ottimo presagio, giornata sempre più positiva.

Lo so, è infantile, ma queste piccole fissazioni riescono a mandare il mio umore alle stelle; è come quando incontri qualcuno che non vedevi da una vita, o vinci cinque euro al gratta e vinci: sono sciocchezze che riescono sempre a farmi sorridere e a inquadrare nel modo giusto la giornata.

Cantando a squarciagola mi dirigo a lavoro, non facendo caso a tutti quelli che mi vedono passando e che mi freddano con lo sguardo da 'cosa cazzo ha da essere contenta questa alle otto di giovedì mattina'.

Ma io SONO contenta.

Mi chiamo Cassandra e, nonostante l'ironia del mio nome, sono una persona estremamente positiva e solare: trentadue anni, single, capelli castano ramato, occhi verdi; fisico morbido ma nell'insieme piacente, occupata in un'erboristeria in centro a Viareggio, ridente cittadina sul mar Tirreno. 

Studi pochi, conosco molte lingue straniere più per una naturale propensione che per una vera e propria applicazione, cosa che si è sempre rivelata molto utile da quando, a diciotto anni, ho cominciato a cercare lavoro.

Ho fatto un po' di tutto nella mia vita: cameriera in alberghi e ristoranti, baby sitter, animatrice, barman, commessa e pure aiuto bagnino; insomma non mi sono mai tirata indietro davanti alle nuove esperienze.

Non ho un fidanzato.

Perché?

Per il naturale senso di conservazione che mi porta a non dipendere mai totalmente da nessuno: io mi basto e mi appartengo.

Questo non significa che non abbia mai provato le gioie dell'avere un partner: posso dire soltanto che questa mia profonda indipendenza non è mai stata apprezzata fino in fondo dai ragazzi con cui sono uscita.

Vivo sola con il mio gatto Gaspare, un soriano di quindici anni che di felino ha ormai solo il ricordo: appesantito dagli anni ormai fatica anche soltanto ad arrivare alla cassetta dei bisogni, ma da vero gentleman non scorda mai di grattare i sassolini; le unghie, fondamentale caratteristica della sua specie, gliele fece tagliare mia madre quando, tornata a casa, ritrovò una madia del settecento ornata in ogni lato da quelle che sembravano delle partite a filetto, e lo stesso valse purtroppo per i gioielli di famiglia, simbolo di una virilità che il mio povero Gaspare non ha mai conosciuto.

Una canzone all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora