Capitolo 18

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Apro gli occhi ed è tutto buio.

Ci metto un attimo a raccogliere le idee e a rendermi conto che dovrebbe esserci qualcuno con me, ma quando mi alzo a sedere e mi accorgo di essere sola, mi assale un profondo senso di delusione.

Cerco il cellulare per vedere che ore sono e mi accorgo con estremo sollievo che c'è un foglietto appoggiato alla abat-jour.

"Spero di esserti stato utile e che tu ti svegli riposata e tranquilla. Se vuoi torno anche stasera, ho visto che c'è un bel film sulle catastrofi naturali. Ci sentiamo più tardi, un bacio. Alberto."

Mi abbandono sul letto indecisa sul da farsi.

Sono le cinque e dubito di riuscire a dormire ancora, ma non ho voglia di alzarmi: ho bisogno di pensare.

Sono successe talmente tante cose nelle ultime ventiquattro ore che sento la necessità di riordinare le idee, di prepararmi un piano di attacco.

Il week-end è ancora lontano e devo assolutamente ritagliarmi uno spazio per passare un po'di tempo con Margherita.

È una cosa che mi spaventa tantissimo perché non so mai come comportarmi davanti al dolore altrui: non so mai cosa dire, ho sempre paura di essere banale o, peggio ancora, troppo brutale.

Spesso la gente pensa che io sia una persona superficiale e fredda, ma la realtà è che se solo provassi ad essere più comprensiva sarei assalita dal dolore degli altri, venendone annientata.

Alla fine è una questione di sopravvivenza: per questo preferisco rimuovere e cercare di non farmi coinvolgere più del necessario.

Poi c'è la questione Alberto: grosso, enorme problema che non sono assolutamente in grado di gestire.

Mi piace stare con lui, anche troppo, è una situazione delicata, ad altissimo rischio di innamoramento.

Razionalmente mi faccio un sacco di domande: sto andando a complicarmi la vita con un uomo molto più grande di me, una figlia e un passato decisamente ingombrante, riuscirò a gestire la situazione anche alla lunga? Il lato positivo è che, proprio per i suoi trascorsi, magari neanche lui vuole una storia troppo seria o con eccessive implicazioni affettive.

Non lo so, che confusione!

Dovrei decisamente prenderla meno sul serio, cominciare a godermi il momento senza farmi tutte queste elucubrazioni mentali; perché questa volta è così difficile?

Girandomi e rigirandomi nel letto in preda a questi dilemmi non mi accorgo che il cielo si è schiarito, l'unica cosa che mi porta un po' di sollievo è il pensiero di ricominciare un'altro giorno con la mia perfetta, cronometrica e rassicurante monotonia, unico porto sicuro in questo caos di emozioni.

Mentre cerco inutilmente di tranquillizzarmi con questo pensiero, sono le sette e squilla la sveglia.

Una canzone all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora