Guidai i due uomini verso il letto, dove fecero distendere mio padre.
-Vi ringraziamo molto.
Disse Jake raggiungendoci, piegando un poco il capo e mettendo una mano sopra il mio, per farmi compiere lo stesso gesto.-G-grazie...
Dissi con voce insicura.-Figuratevi ragazzi.
Disse Simon.-Se avete ancora bisogna di qualcosa chiamatemi pure, vostro padre mi ha tenuto molte volte compagnia e mi ha aiutato quando ero in difficoltà, questo è un modo per ricambiare la sua gentilezza.
Disse accennando un sorriso.-Ora è meglio se andare a chiamare un dottore, non mi sembra che vostro padre stia molto bene...
Disse indicando mio padre con un cenno del capo.-So che ve la sapete cavare da soli, ragazzi.
Smise di parlare, girandosi verso il collega, poi riprese.-Karl, ritorniamo pure al lavoro.
Annunciò verso l'altro uomo, alto e biondo, che annuì deciso e alzò la mano in segno di saluto.-Ciao ragazzi, e fatemi sapere se vostro padre sta meglio. Non preoccuparti per il lavoro, Jake: avvertirò io il capo.
Disse Simon, per poi andarsene.-Vado a chiamare il dottor Brown, non abita molto lontano da qui.
Mi rivolse poi la parola Jake. Annuii, e anche il corvino uscì di casa. Io rimasi lì, con la testa china, in silenzio, con la tosse di mio padre e i suoi sospiri a romperlo ogni tanto, terrorizzata al pensiero di quello che avrebbe potuto dire il dottore. Dopo una quindicina di minuti, che mi sembrò un'eternità, sentii bussare alla porta. Sollevai la testa e corsi ad aprire la porta. Quello che sembrava il dottore mise i piedi in casa, seguito a ruota da Jake.
Il dottore si precipitò su mio padre, estraendo strumenti strani dalla sua valigetta. Lo fece tirare a sedere, poi gli sollevò la camicia dalla schiena, si mise i due prolungamenti nelle orecchie e appoggiò quello strano strumento sulla pelle di mio padre.-Inspiri... ora espiri... Inspiri... ora espiri...
Ripeté l'operazione per molte volte, poi di nuovo, stavolta appoggiando il pezzo di metallo sull'addome. Gli visitò la gola, poi gli misurò la febbre. Infine si girò verso di noi.Fece "no" con il capo, con aria dispiaciuta, poi prese a parlare.
-Ha una malattia ai polmoni, ormai è irrecuperabile... penso che vada avanti da un po' di tempo, quest'uomo deve aver sopportato un dolore atroce in questo ultimo periodo... Aveva già avuto la febbre così alta, vero?
-S-sì...
Risposi io dubitando un po'.-Però si era ripreso e sembrava stesse di nuovo bene!
Continuai con gli occhi pieni di lacrime.-Quindi ha avuto una ricaduta... è successo qualcosa che gli ha fatto tornare la tosse o un po' di febbre, come ad esempio un colpo d'aria, qualche tempo fa?
Sia io che Jake ci pensammo su... poi mi ritornò in mente il giorno del mio sesto compleanno.-S-sì... è c-caduto nell'acqua ghiacciata del fiume circa uno o d-due mesi fa...
Dissi iniziando a singhiozzare.-E da quel momento ha iniziato ad avere di nuovo un po' di tosse...
Aggiunge Jake.-Accidenti...
Sussurrò fra sé e sé il dottore.-Ma non c'è qualche medicina che possa curarlo? Sarei disposto a sborsare qualunque cifra, a lavorare 24 ore su 24 pur di salvarlo...
Disse Jake, ormai con le lacrime agli occhi.-Mi dispiace ragazzi, ma purtroppo non c'è più niente che si possa fare per salvarlo... ha ancora poco da vivere...
Il dottore guardò prima Jake, poi me.-Mi dispiace...
Disse ancora. Si avviò verso la porta e fece un cenno col capo, in segno di saluto.-Arrivederci dottore... e grazie...
Disse Jake. Il dottore aprì la porta, uscì, e la richiuse, lasciando me è Jake soli.
Il corvino mi guardò disperato, le guance rigate dalle lacrime.-Diamine...
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You are My Home [Levi x reader] [IN SOSPESO]
Fanfiction/storia ambientata in un universo di snk dove i giganti non sono mai esistiti\ In un giorno come tanti, una ragazza si presenta alla sede dell'Armata Ricognitiva, con l'intenzione di essere reclutata nell'esercito. Il suo passato è un mistero, e ne...