P.O.V.di Mikasa
Non avevo mai visto così tante navi tutte in un punto, neanche durante l'attacco alla Terra o durante l'evacuazione. Una buona parte di flotta, se non quasi tutta, stava ingaggiando il fuoco contro una singola unità di navi aliene. Avevamo disposto dei ruoli: alcune navi avrebbero protetto VIRGO, altre erano andate intorno a Mercurio (in caso di emergenza, non si sa mai) mentre tutto il resto era a combattere contro le navi ardeniane o direttamente o in seconda linea, a distanza di sicurezza dall'EMP nemico. La sezione Nordamericana era una di queste ultime, insieme a quella Sudamericana, Europea ed Uralica. Quella Asiatica era attorno a Mercurio, quella Oceanica stava a guardia del quartier generale, sempre rigorosamente nascosto dietro a Venere, dal quale l'Ammiraglio ed il suo equipaggio dirigevano l'attacco. In prima linea contro gli ardeniani c'era la sezione di flotta più grande di tutte: la sezione Africana. Si, esatto, l'Africa era il continente con più nazioni e più nazioni=tante navi. Ovviamente alcuni stati, i più poveri, non pagavano per le navi, bensì erano quelli ricchi a crearne di più per poi donarle. Strano che la generosità arriva solo quando tutti sono in pericolo di vita...
La battaglia era ad uno stallo: le navi dei nemici erano completamente differenti da quelle sulla Terra, le superavano di gran lunga in potenza di fuoco, velocità, resistenza e grandezza. Le navi della sezione Africana continuavano ad ingaggiare, tuttavia la superiorità nemica era evidente e vi erano numerose perdite tra le nostre fila. Erano passati almeno 40 minuti da quando la nave di Smirnov era stata mandata in tilt e distrutta, l'avviamento delle navi era avvenuto quasi un'ora fa. Era passato tanto tempo ed eravamo in difficoltà, tuttavia stavamo resistendo molto di più rispetto al giorno dell'invasione, ormai un mese fa. Ce la possiamo fare, lo sento.
"C'è qualcosa che non va..." disse Armin.
"In che senso?" chiese Connie.
"La nave di comando... è troppo statica..."
"Cosa? Che vuol dire?" domandò Historia, confusa.
"Non sta usando le batterie antiaeree. Lascia che le altre la difendano." rispose Eren.
Guardò La scena sugli schermi, poi si voltò verso Armin ed insieme si fecero un cenno con la testa.
"Secondo Ufficiale Blues, al ei il comando della nave. Athena, prepara le aeronavi mia e della squadra, poi apri una chiamata con VIRGO. Ragazzi, alla sala delle armature."
Sia la donna che l'intelligenza artificiale della nave risposero con un 'sissignore' mentre Eren scattava fuori dalla sala di comando. Tutti noi lo seguimmo, tuttavia non ci era chiaro quale fosse il suo intento. Entrammo nella sala con le capsule contenti le nostre armature. Ognuna di esse era contrassegnata da una targa che riportava un nome, così da non poterci sbagliare. Entrai nelle sezione a forma di "corpo" e subito l'armatura iniziò ad assemblarmisi addosso, pezzo per pezzo. Ognuno di noi poteva personalizzarla un po', per renderla più familiare, ma la mia non variava tanto dal colore grigio-nero delle fibre super resistenti e dei polimeri che la componevano, con giusto qualche tocco di bianco. Aveva anche diverse tasche e scompartimenti per munizioni, pistole ed oggetti utili, ma c'era una cosa che adoravo più di tutte della mia armatura, ossia il pezzo che contraddistingue la classe: il mantello. Era un mantello nero lungo, che arrivava quasi fino ai talloni. Non era molto largo, infatti aveva la forma di un trapezio alto e stretto in cima, dove si attaccava alle spalle e da dove partiva il cappuccio che copriva il mio elmo. Sul tessuto c'era l'immagine bianca della testa di un lupo, per ricordarmi che uno scout doveva essere veloce e agile come un predatore. Le capsule iniziarono a scendere, per poi farci arrivare direttamente nell'hangar delle nostre aeronavi. Avviammo tutti i motori, ci preparammo, aspettano che si aprisse il portellone e... eravamo fuori.
"Ehm... Eren?"
"Si Ymir?"
"Che stiamo facendo?"
"Oh si, hai ragione. Armin, vuoi illuminare il resto della nostra squadra?"
"Con piacere. Ecco... se i miei calcoli non sono errati... tra... 3, 2, 1..."
Appena disse 1, un altro impulso elettromagnetico investì tutta la sezione Africana. Ogni nave, dalla più piccola alla più grande, si spense di colpo, rimanendo immobile ed inerme difronte al fuoco nemico.
"Esatto... come pensavo. L'EMP si carica in un'ora circa, ecco perché hanno ingaggiato il fuoco in quella strana formazione. La sezione Africana è nei guai, ma per fortuna ci sono le navi delle altre sezioni a dare una mano. Abbiamo un'ora di tempo per fermare l'EMP: se falliamo, Virgo rimarrà sola con la sezione oceanica. Se VIRGO cade, la sezione Asiatica rimane insieme alla linea Solaris. Se cadono anche quelle, Mercurio è spacciato. Non possiamo permetterlo."
"Si ma come diamine facciamo? Non possiamo di certo distruggere una nave del genere con le nostre aeronavi!" disse Connie.
"Vero, però ho un piano. Vedete, la nave di comando ha delle difese, oltre che al resto della loro flottiglia, difese che usa solo contro le navi più piccole. Tuttavia ho notato che poco prima di sparare l'impulso e poco dopo averlo sparato le difese non sono attive, forse per evitare un sovraccarico. Quello è il nostro momento, il momento giusto per attaccare. Quando le difese saranno inattive, ci introdurremo nella nave e saboteremo i reattori con delle cariche esplosive che li manderanno in sovraccarico. Se distruggiamo la nave e le altre rimangono in questa formazione, la deflagrazione sarà abbastanza potente da spazzare via la maggior parte della loro flottiglia, e le poche che rimarranno saranno facili da intercettare e distruggere. Chiaro?"
"Chiarissimo, vi do la mia autorizzazione!" disse l'Ammiraglio Zoe, tramite contatto radio.
"Perfetto, vedo che la chiamata le è arrivata senza interferenze, signora. Ha già avvertito le navi della seconda linea di difendere la sezione Africana?" chiese Armin.
"Ho detto alle sezioni di riserva di cambiare posizione con quella in prima linea, ho chiesto di mettere la difesa delle navi inermi e degli equipaggi come priorità assoluta e soprattutto ho già trasmesso i dettagli del vostro piano alla flotta intera. Potrete chiamare il quartier generale appena ne avrete bisogno. Siamo nelle vostre mani, ragazzi. Tutta l'umanità conta su di voi. Buona fortuna, passo e chiudo.
Ah! E buona prima missione!"
La chiamata si interruppe.
Silenzio totale.
"Beh è semplice, dobbiamo solo entrare in una nave enorme e sicuramente piena di soldati per farla esplodere mentre il resto della flotta cerca di non farsi bastonare dai nemici. Easy!"
"Connie, non è il momento di fare del sarcasmo. Si da inizio all'Operazione Blackout." rispose Eren.
Ci avvicinammo velocemente alla nave senza troppi problemi, data la mancanza di fuoco antiaereo, ed entrammo nel primo hangar che trovammo. Atterrammo con calma ed Eren iniziò una perlustrazione dell'area, senza però trovate nessuno.
"Strano... dove sono tutti?" disse.
Armin contattò la nostra nave e chiese ad Athena di prendere il controllo remoto delle aeronavi in modo da tenerle pronte per quando dovremmo scappare.
Eren riuscì a sbloccare l'unica porta presente e la attraversammo uno per uno, stando attenti a ogni segnale di pericolo.
Dopo aver attraversato un piccolo corridoio, ci ritrovammo in una stanza quadrata con un tavolo al centro. Su di esso vi erano numeroso pulsanti con delle scritte nella lingua degli Ardeniani ed una mappa olografuca della nave.
"Ottimo, perfetto!" esclamò Eren senza fare troppo rumore
"Così sarà molto più facile trovare la sala dei motori. Armin, sai ancora leggere la loro lingua?"
"La mastico, ma non sono un interprete. Farò del mio meglio"
Mentre Armin leggeva le varie indicazioni, io osservai meglio la stanza. Era abbastanza ampia, con una porta per ogni vertice del quadrato, compresa quella dalla quale eravamo entrati, e su ognuna di esse c'era uno stano simbolo, come una q ed una r messe insieme.
"Ok, ho capito dove dobbiamo andare, tuttavia c'è qualcosa che non riesco a capire."
"Spiegati meglio" rispose Eren.
"È un messaggio inviato alle armerie della nave. Dice... 'armare... truppe... immediato...'. Credo che sia un ordine rivolto dal comandante di armare le truppe di terra."
"E cosa non capisci, di preciso?" chiese Ymir.
"Proprio questo. Perché armare le truppe di terra? Il combattimento è aereo."
"C'è un nuovo messaggio!" feci notare ad Armin. Tra i simboli incomprensibili, notai lo stesso che si trovava su ogni porta. Mi si gelò il sangue, e purtroppo Armin confermò i nostri timori.
"Il messaggio dice di intercettare gli intrusi nel settore Var. Ed è esattamente dove ci troviamo noi"
In quel momento, tutte le porte della stanza tranne quella dietro di noi si spalancarono e decine di Ardeniani armati fino ai denti si disposero a tenaglia, circondandoci. Eravamo in trappola...Note dell'autore:
Ehilà, cari amici miei! Come state?
Io? Io sto bene, fortunatamente. Ho passato un brutto periodo e vi ho trascurato per più di un mese, ma adesso sono tornato proprio come vi ho promesso. Purtroppo ho anche una cattiva notizia oltre che questa buona, ossia gli aggiornamenti della storia saranno più lenti e vi spiego il perché:
Esiste una cosa bruttissima chiamata Terzo anno di Liceo Scientifico delle Scienze Applicate e vi posso assicurare che sono già in croce dopo neanche un mese di scuola. Dovrò abituarmi ai nuovi ritmi più stressanti della scuola ma ce la farò, tuttavia non prometto che i nuovi capitoli usciranno velocemente. Spero possiate capirmi ma soprattutto spero che vi sua piaciuto il capitolo, fatemi sapere! Detto questo io vi devo lasciare, ci vediamo cari lettori e lettrici.
Cordiali saluti, l'autore:
~Francesco Ferri.P.S.
Pensavate di esservi liberati di me eh? ;-)
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Together we are strong
FanfictionNoi, in quanto umani, siamo i padroni del nostro mondo: noi coloniziamo, invadiamo, costruiamo, coltiviamo, abitiamo questa terra e, nel mentre, osserviamo i mondi vicini ma lontani che si trovano intorno alla nostra preziosa stella. Non esiste ness...