8. Tormentata Dalle Illusioni

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                             8. Tormentata Dalle Illusioni

Entrai in casa continuando a massaggiarmi le braccia, la mia pelle era completamente ghiacciata e non posso credere che fino a qualche minuto prima era praticamente in fiamme. E la parte migliore: la mia giacca era rimasta nel armadietto a scuola, come il resto delle mie cose. Meraviglioso. 

-Dove credi di andare, signorina? Sentii la voce arrabbiata di mio padre, alle mie spalle, fermandomi dal salire le scale, verso la mia stanza. Mi voltai senza vigore verso di lui, guardandolo come mi analizzava con le braccia incrociate al petto e un cipiglio prominente. Mi fece un cenno con l'indice di seguirlo, mentre tornava nel living. Sbuffai, scendendo di nuovo giù. Mi sedetti sul divano, massaggiandomi la fronte e cercando di trovare una spiegazione quanto più credibile che mi salvi dall'innevitabile punizione che stavo per ricevere. 

-Che cosa c'è nella tua testa, Katherine? Mi sgridò direttamente, con uno sguardo accusatorio. Mi morsi il labbro inferiore, non sapendo cosa dire. 

-Papà non ho saltato le lezioni intenzionalmente cerca di capire, mi sono sentita male e...

-Smettila con le bugie. Mi interruppe improvvisamente, urlando e colpendo con il pugno il margine del divano. Chi ti ha accompagnata a casa? 

-Non mento. Mi arrabbiai evitando la seconda domanda e alzandomi in piedi. Perchè non mi credi mai?

-Ti credo, Kath, solo che adesso non hai nessun alibi, quando ti senti male vai all'infermeria, non salti le lezioni di testa tua, con tutta la banda di amici, che tra l'altro sono passati qui mezz'ora fa e ti cercavano preoccupati. Quando ti ho telefonato mi hai detto che sei da loro... quindi chi mente adesso? Dimmi chi era il ragazzo che ti ha portata a casa. 

-Ho detto che ero da degli amici, quel ragazzo è un amico, non intendevo per forza quelli che ho incontrato ieri. Mi difesi velocemente, maledicendo Kristen e gli altri nella mia mente. Che cosa ci facevano a casa mia? Mi vendicherò per questo più tardi. 

-Bene, e con cosa ti hanno aiutata quegli amici mentre tu stavi male? Sulla sua faccia si era già stesa un'espressione trionfante, osservando di avermi beccata. Potevo spiegarli molto facilmente, ma non avevo l'intenzione di dirgli che la mia dipendenza era tornata e che ero stata praticamente rapita per essere drogata. Improvvisamente, mi ricordai del punto rosso sul mio braccio, cercai di coprirlo il più cauta possibile con il palmo della mano e scappare da questa discussione finchè non entravo in guai più grossi. 

-Sai una cosa, papà? Credi quello che vuoi, dimmi solo la punizione e finiamola una volta con sta cosa. 

-Due settimane senza uscite, appuntamenti o qualunque altra cosa. Dopo scuola, vieni direttamente a casa e ti occuperai dello studio. Mi disse autoritario come un giudice, la sentenza a morte. Oh, e... rimarrai nella squadra delle cheerleaders. Sentii la mia rabbia aumentare una volta col suo sorriso cattivo quando disse questo. 

-In nessun caso! Mi imposi prontamente, accigliandomi. 

-Non negoziamo. Sembrava fiero del suo potere su di me, ringhiai tra i denti e mi girai di spalle, attraversando rapidamente il living, salii le scale con dei saltelli nervosi e pesanti, che mi ricordavano un bambino viziato e irritato. 

-Vecchio sexy e autoritario. Brontolai chiudendo la porta della mia stanza con un botto potente che gli facesse capire che non volevo essere disturbata. La squadra delle cheerleaders.... arghhh, non c'era posto per due bionde in quella squadra, o io, o Amber Wrise doveva scomparire. Il suo nome mi intrigò di nuovo, dovevo scoprire che cos'era questa coincidenza strana. 

Dangerous Love H.S I. ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora