12. La Farfalla

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                                               12. La Farfalla

 

"-Non te lo farò io il tatuaggio, te lo farò desiderare da sola!"

Le sue parole mi facevano innervosire e allo stesso tempo mi divertivano. Aveva troppa fiducia in se stesso e qualcuno lo doveva svegliare alla realtà.

-Continua a sognare! Disse decisa, senza lasciarmi impressionare dai suoi baci, pressati sul mio collo. Tutto quello che fece, fù solo ringhiare, come se stesse accettando una sfida.

Lo spinsi via da sopra di me, alzandomi dal letto. Lui sbuffò esasperato, stendendosi su tutto il mio letto, era così alto, che non aveva spazio.

Accesi la lampada sul comodino vicino al letto, che disperse una luce diffusa di un colore simile al sangue, per tutta la stanza. Harry sorrise istantaneamente quandò riuscì a vedermi meglio, stendendosi di nuovo meglio sul letto, e sistemandosi le braccia sotto la testa.

-Ok, è ora che tu vada via! Gli ordinai autoritaria, incrociando le braccia al petto. Sbuffò divertito, il sorriso spargendosi su tutto il suo viso e guardandomi malizioso.

-Aspetta un attimo! Si alzò velocemente a sedere, guardandomi da sotto i baffi. La luce color sangue diffusa nella mia stanza lo faceva sembrare più demonico di quello che era. E con demonico voglio dire oltraggiosamente sexy. Mi chiami dieci volte e quasi piangi al telefono perchè venga qui, ed ora mi mandi via?

-Quand'è che ho pianto io al telefono? Urlai oltraggiata, colpendo con il piede il pavimento. Tacquì subito, ricordandomi che non ero da sola in casa. Harry mi guardava ancora sogghignando, soddisfatto della mia reazione. Ti ho fatto venire qui perchè fermassi questa cosa. Chiarii presuntuosa, indicando verso la bambola distesa vicino a lui sul letto. Hai fatto quello che dovevi fare, adesso vattene. Gli ordinai autoritaria. Sorrise perverso, alzandosi in ginocchio sul letto e alzando la mano per afferrare velocemente la mia. Mi tirò velocemente sul letto, e mi obbligò a sedermi come lui, mentre stendeva una mano sul mio collo, incollando il viso alla mia guancia.

-Vedi tu... sussurò piano al mio orecchio. Il problema è che ora non me ne voglio più andare io. Sospirai esasperata cercando di non lasciarmi impressionare dalle carezze eseguite dalle sue dita delicate, sul mio collo. Eravamo entrambi in ginocchio sul letto, era una posizione estremamente strana, ma lui la faceva sembrare passionale.

Il freddo della notte entrava sempre più forte attraverso la porta aperta del mio terrazzo, facendomi tremare. Lui notò subito la mia reazione e mi attirò più vicina al suo petto, intrecciando entrambe le braccia intorno a me e incollando la sua guancia alla mia.

-Vedi?! Se io vado via, chi ti riscalda più? Sussurrò soave ma comunque divertito, con le labbra quasi incollate al mio orecchio. Cercai di rimanere cosciente.

-La porta chiusa. Gli rinfacciai arrogante, volgendo lo sguardo verso le tende che svolazzavano selvagge sotto l'adiere del vento. Rise piano, con una voce angelica, seppellendo ancora più forte il suo viso nella mia guancia, come se stesse annusando la fragranza della mia pelle. Questo mi ricordò che avevo un immediato bisogno di una doccia.

Mi strinse così forte al suo petto, come se cercasse di incollarmi lì. Mi chiedevo cosa stesse pensando in quel momento, quando sembrava così smarrito nel suo mondo. Ma a parte tutto ciò non potevo negare il piacevole sentimento che mi offriva il suo abbraccio, la sicurezza ed il calore che venivano insieme a quelle braccia massicce e potenti, ma comunque così gentili. Mi sentivo bene intorno a lui, e a parte i litigi e i battibecchi provocati dal mio orgoglio enorme, Harry mi faceva sentire... come se fossi di nuovo desiderata, mi faceva avere quel sentimento che qualcuno mi amava così com'ero, sentimento che avevo perso da tempo.

Dangerous Love H.S I. ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora