Capitolo 18

124 27 76
                                    

SIMONE

"Restà cumpagn de quel de la mascherpa....!"
Quello che ho pensato è in milanese e vuole dire che:"Resto di stucco", perché non posso credere ai miei occhi.
Davanti a me c'è Giusy, in carne ed ossa.
" È quanta roba bella che è !"
Anche se al momento non è nel pieno della sua bellezza.
Ha i capelli arruffati dalla pioggia, il viso stanco come chi ha dormito poco, e vestita in maniera semplice e porta uno zainetto in spalla.
Appena ho aperto la porta mi ha gridato :<< Sorpresa!!!>> e ha allargato la bocca in un sorriso enorme.

In effetti sono così sorpreso che non riesco a spiccicare una parola.
Adesso io vorrei sapere quante erano le possibilità di trovarsi in mezzo a una congiunzione astrale così sfortunata.
Davanti a me, sul ballatoio di casa mia ho la ragazza che sogno di notte e di giorno;
alle mie spalle in casa mia ho la mia ex ragazza.
"Sant'Ambrogio mio.... !!! Che situazione!"
L'unica cosa che so è che non devo farle incontrare.
Giusy non sa niente di lei e non voglio che fraintenda.
Io per Lavinia non provo più niente, ma adesso lei potrebbe equivocare la sua presenza qui.

La mia piccola ha fatto un enorme sacrificio per venire qui da me, merita tutta la mia attenzione, ed io desidero stare con lei senza nessun problema.
Il suo viso sta già cambiando espressione.
La vedo che si sta innervosendo da questo mio mutismo, devo fare qualcosa e subito.

GIUSY

Simone mi apre la porta ed io lo accolgo con tutta la poco euforia che mi è rimasta, dato che sono sfinita.
Ma lui niente sta lì a fissarmi come se fossi un fantasma.
"Lo so il mio aspetto non è dei migliori però mi guarda come se fossi il monacello in tutto il suo spirito!"
Aspetto qualche secondo, il sorriso che avevo sta lasciando il posto a  un espressione incazzata.
Si perché sto perdendo la pazienza.
<<Va bene ho capito la sorpresa non è stata di tuo gradimento. >> dico per poi girarmi pronta ad andarmene.
<< Ma cosa dici. >>  mi prende per un braccio, facendo arrestare i miei passi per portarmi nelle sue enormi braccia.
<< Non sai quanto io sia felice ....>> dice Simone affondando la testa nei capelli.
<< Insomma non mi sembra così!>> replico, liberandomi dal lui, malgrado il cuore che mi batte all impazzata.
<< Lo so che non sembra così. Ma lo è.>> dice lui, accarezzandomi il viso.
Davvero non capisco il suo modo di fare, per telefono mi dice delle cose che non si possono ripetere perché troppi indecenti e adesso mi accarezza come una bambina, quando invece dovrebbe saltarmi addosso e mangiarmi di baci.
Ma la cosa ancora più strana è che vuole uscire subito senza farmi entrare in casa sua.
<< Simone io avrei bisogno di andare al bagno. E di un caffè ! Posso andare un attimo nel tuo poi usciamo?>>
Siamo ancora fuori la porta di casa sua, porta che lui sta per chiudere.
<< NOO! >> risponde in maniera risoluta.
Lo guardo è un enigma senza soluzione.
"Mi sono fatta ottocento kilimetri in un treno di notte per questo squilibrato! "
<< Scusa non volevo essere brusco! Il bagno è rotto, e casa è un disastro! Andiamo al bar sotto casa ordiniamo la colazione così potrai andare la bagno li.>>
Mi prende per mano, convinto di aver trovato la giusta soluzione.
Però a me questo comportamento non mi quadra, non sono venuta qui per farmi trattare così.
Che diamine un minimo di ospitalità!. Conosco la sua generosità, e non mi lascerebbe fuori la porta se non fosse che....
<< C'è qualcuno in casa tua?>> dico con voce tremante, avendo quasi paura di sentire la risposta.

Il suo viso cambia colore, e prende a balbettare.
Non so cosa sta tentando di dire perché il rumore di una serratura cattura la mia attenzione.
La porta di casa di Simone si apre, e vedo una ragazza alta bionda con una minigonna ascellare e tacchi a spillo da far venire le vertigini.
So perfettamente chi è.
È Lavinia.
"Che ci fa lei qui? Ecco perché Simone tentava di portarmi via ! Ed ecco perché si comportava in maniera assurda. "
Sento lacrime di odio salirmi agli occhi, ma le rimando giù come si fa con una medicina amara. Non mi vedranno piangere.

Simone mi ha preso in giro tutto questo tempo.
E lei ha la faccia della classica stronza figlia di papà.
Il suo sguardo mi scruta, mi guarda con disgusto, poi guarda Simone.
Lui invece si passa più volte le mani nei capelli, ha la testa abbassata giù, non ha il coraggio di guardarmi.
Sto per andarmene, quando lei apre la bocca. << Ah Simone, sei qui? Non ti vedevo tornare.>>
Lui alza la testa e finalmente mi guarda.
<< Si sono qui Lavinia.>>
<< Ma chi è lei? Mio Dio in questo palazzo il portiere è inesistente, lascia entrare proprio chiunque. Chi è una mendicante?>>
Cosa cosa??? Mi ha dato della mendicante?
Conta fino a dieci... dice la mia parte signorile.... ma sti cazzi ma chi l'ha mai ascoltata questa parte signorile.
Non sapevo neanche di averla !
<< Scus ma che è ritt? >> mi avvicino faccia a faccia
<< Chi è mendicante?>> chiedo ancora. Lei è visibilmente spaventata dal mio modo minaccioso, in pratica gli sto adesso.
Cerca di indietreggiare è quasi perde l equilibrio e io mi riavvicino.
<< Simone>> balbetta lei cercando aiuto.
<< Giusy, calmati. Lavinia se hai preso le tue cose vattene. >>
Lui mi afferra per un braccio per farmi staccare da lei.
<< Che cazzo ci fa lei qui? È per questo che non volevi farmi entrare?>> sto urlando e tremando di rabbia, mentre quella stronza adesso ha ripreso colore e ha un sorrisetto compiaciuto. Sicuramente starà godendo nel vederci litigare. Si perché anche Simone sta alzando la voce per spiegarmi che lei era venuta a prendere le sue cose e che non ha voluto farmi entrare per non litigare, perché se no avrei frainteso.

<< Potreste entrare e litigare dentro? Non siete mica al mercato. Simone mi meraviglio di te. Del resto stando con lo zoppo si impara a zoppicare. >> ci interrompe lei con tono sprezzante.

L'ennesimo insulto, non ci vedo più dalla rabbia.
Sto per fiondarsi su di lei con l intenzione di strappargli tutti i capelli da testa, ma Simone mi blocca per un braccio.
<<Lavina ti ricordo che sei a casa mia. Decido io come comportarmi e chi voler frequentare. Ti ho detto di andartene, io e la mia ragazza vorremmo restare soli. >> sottolinea la parola soli, mi attira mi abbraccia forte e mi bacia davanti a lei.
Sono lusingata, mi ha chiamato  la sua fidanzata davanti a lei.
Lavinia ci guarda non sembra per niente turbata, sul suo viso c'è ancora in aria di sfida.
È come se avesse ancora un asso nella manica.
Si guarda le unghie laccate di rosso e dice : << Immagino.... ci vediamo a lavoro lunedì. Buon week end. >> e se ne va trionfante.

SIMONE

Giusy è una furia.
Non voleva neanche mettere piede in casa mia.
È arrabbiata perché non le ho detto che Lavinia lavora con me.
Sto cercando di farle capire che gliene avrei parlato da vicino.
Le ho raccontato che i nostri studi di avvocatura si sono fusi per motivi di interesse.
<< Io era all oscuro di tutto. Quando sono tornato a Milano mi padre mi ha informato di tutto. >> le dico per la centesima volta.
< Non ti credo! Il punto non è questo come faremo a far funzionare le cose? Già siamo lontani poi tu mi nascondi le cose ? Come credi che possa fidarmi di te? Se non fossi venuta qui sarei all oscuro di tutto. >>
<< Non è vero! Te ne avrei parlato. Ieri stavo per venire da te. Li vedi questi sono i biglietti per l aereo, non ho potuto prenderlo per il maltempo. Non volevo nasconderti niente. Non volevo parlartene per telefono. È così Giusy.>>dico quasi con le lacrime agli occhi per l esasperazione.
<< Non lo so... guarda forse è meglio se la tronchiamo qui. Non può andare avanti questa storia. Non ci sono i presupposti. >>

La sua voce è ferma e decisa.
Ma cosa sta dicendo? Mi vuole lasciare? Non può essere così. È stanca per il viaggio, la delusione per aver trovato qui Lavinia e per aver appreso che lei lavora con me non la fa più ragionare in maniera lucida.
Ed io non voglio perderla.

Buona sera.
Scusate per l 'attesa.
Spero che vi piaccia il capitolo. Aspetto i commenti e le vostre impressioni. Baci Bea.

Un Cuore Da Restaurare (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora