Capitolo 24

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MARIA

"Mamma devi venire a Milano c'è un altro problema..."
Mi appoggio alla sedia, ho uno strano presentimento; sento che un grosso guaio sta per abbattersi di nuovo su questa casa.
"Va bene, sarò lì il prima possibile. Sta tranquilla a mamma."
Dico a Giusy, cercando di rassicurare mia figlia.
Perché è così che fa una madre giusto?
Ma dopo aver chiuso la telefonata, mi sciolgo in un pianto di rabbia.

Guardo le figurine delle Madonne e vari Santi che ho parsi per la cucina e gli chiedo: perché?
Si .... perché di nuovo a noi?
Non ne avevano avute già abbastanza di sciagure?
Sembra che qualcuno voglia vedere fino a che punto posso arrivare, prima di farmi crollare in mille pezzi.

Mia figlia malata di cuore, una ragazza così giovane e così piena di cose da fare.
Prendo la foto della Madonna Del Rosario : " non potevi far ammalare me?"
Chiedo rabbiosa per poi farla mille pezzi.
Vorrei urlare così forte fino a spezzarmi le corde vocali.
Ma a che servirebbe? E chi mi sentirebbe.
Vorrei solo potermi liberare di questo dolore.

Mi accendo una sigaretta, mi dicono che dovrei smettere di fumare, il fumo fa male.
È invece tutto l'amaro che ho mandato giù negli ultimi anni mi fa bene?.
Aspiro avidamente il fumo, in tre tirate ho consumato la mia sigaretta.
E dopo aver passato cinque minuti a disperarmi decido che può bastare così, mi guardo allo specchio.
Ho il trucco sciolto dalle lacrime e la bocca contorta dal dolore.
" Rialzati... non è niente, tu nun tien paura i nient..."

Devo andare a Milano, e devo sbrigarmi, tiro giù dall armadio una valigia di stoffa.
L ho usata solo una volta per andare in viaggio di nozze con il mio ex marito, è démodé ma è nuova.

La guardo e i ricordi di quei pochi giorni spensierati si affacciano dentro di me.
Avevo già una bella pancia perché aspettavo Ciro, mia mamma non voleva che andassimo da nessuna parte,
il matrimonio era già stato consumato e quindi secondo lei non c'era nessuna luna di miele.
Ci rimasi male, mi stava trattando come una donna di strada.
Mi ero concessa prima del matrimonio ad uomo che amavo e che mi amava.
Invece Salvatore che era sempre pronto a mettersi contro mia madre, non per difendere me ma perché doveva comandare lui, decise che saremmo andati a Venezia.

È così fu, mi porto una settimana a Venezia e ci fermammo anche due giorni a Roma. Furono dei giorni bellissimi, eravamo solo io e lui senza le interferenze della sua famiglia, in quei giorni Salvatore mi mostro il suo vero volto, era capace di amare e di mettermi al centro del suo cuore.
Se avesse avuto il coraggio di lasciare quella vita, e di portarci via forse oggi staremo ancora insieme.

Ecco la mia esperienza in merito a viaggi si conclude qui, al massimo d'estate per poter fare meglio i suoi affari illeciti, senza avermi tra i piedi, mi mandava al mare con i bambini per due mesi al villaggio Coppola.

Il problema è che non ho mai viaggiato da sola, e non so neanche chi potrei chiamare. Sono anni che non mi parlò con mia mamma, mio padre è morto.
Mia sorella ha i figli piccoli da seguire.
Potrei chiamare Rossella, ma è incinta e non voglio farla agitare.
Sono praticamente sola. Come sempre, ho solo Giusy e l'anima di Ciro che mi è vicina.

Prendo alla rinfusa un po' dei miei vestiti, della biancheria intima e altre cose e l infilo nel borsone.
Vado in camera di Giusy e prendo anche altri suoi pigiami e capi di abbigliamento. Mantre cerco tra i suoi cassetti altre cose che le possono servire, vedo il suo album da disegno e lo apro.
Poche volte mi soffermo a guardare i suoi disegni;
sono  sempre troppo intenta a lavorare.
La sua è una passione che ha da piccola, era sempre molto portata per il disegno, per i lavoretti manuali.
Crescendo quando qualcosa le andava storto si chiudeva in camera sua e si metteva a disegnare, ascoltando la musica.
Le bastava un ora così per tornare ad essere poi tranquilla. Io non la riempivo di domande, tanto lo sapevo che quando si sarebbe calmata sarebbe venuta lei da me.
E infatti, sbollita la rabbia veniva da me e mi bastava sentirla dire: " Ue mamma..."
con il suo tono un po' imbronciato per capire che era pronta a parlare.

Diventa sempre più brava, penso mentre scorro i disegni a carboncino.
Sono paesaggi, o parti del corpo, o visi, o natura morta.
Quasi alla fine ne trovo uno di Ciro.
"Lui avrebbe saputo cosa fare...quanto mi manca!"

Sospiro trattenendo una lacrima sfuggita al mio controllo.
Chiudo la cartellina rimettendola al suo posto.

Mi guardo intorno nella stanza, osservo le vecchie fotografie ormai ingiallite dal tempo.
La fotografia è stata la più bella scoperta che l'uomo potesse fare, una foto immortala momenti che non torneranno più.
Ed io ho sempre avuto una passione per la fotografia, e mio marito in questo mi ha accontentato, un Natale mi regalo una Polaroid, e negli anni successivi quando la tecnologica produceva un'altra macchina lui me la comprava.

Io facevo ai miei figli un sacco di foto, ne facevo così tante che spesso si imbronciavano perché si stancavano di stare in posa.
Poi sono cresciuti ed è stato sempre più difficile fotografarli, ma un po' della mia passione glielo ho trasmessa e hanno iniziato a fotografarsi tra di loro o con gli amici.
La mia casa è sempre stata aperta ai giovani, e agli amici dei miei figli. Ciro ne ha avuti di più, Giusy di meno.

E quando penso alla parola amici, penso all unica persona a cui posso chiamare.
È anche questa volta mio figlio mi da un segnale.

Qualche ora dopo ....

Manca poco e siamo arrivati a Milano.
Prendere l'aereo è stato meglio perché mi ha fatto risparmiare un sacco di tempo.
Ma non vedo l'ora di scendere da questa macchina infernale. Ci è voluta tutta la pazienza del mio accompagnatore per farmi salire su questo ferro.
In effetti con la macchina ci volevano troppe ore, col treno idem.

Sono tre ore che non fumo, ho i nervi a fior di pelle, e al posto dello stomaco credo di avere una centrifuga.
Staccherei volentieri la testa a qualcuno.

<< Guarda siamo arrivati. Guarda che bella la città dal alto.>> dice il mio accompagnatore.
Mi sporgo un po' per vedere la città illuminata sotto ai miei piedi, è più ci avviciniamo è più riesco a vedere i dettagli.
Il cuore mi batte forte, tra poco rivedrò mia figlia, potrò stringerla a me.
Ma il mio cuore pieno di grinze
pensa anche alla possibilità di poter incontrare un'altra persona.

Buona sera .... Maria sta andando a Milano. Con chi sarà?

Un Cuore Da Restaurare (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora