-NON LASCIARMI-

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Mi svegliai di soprassalto..
N/m: "JIMIN!" Urlai. Mi trovavo nella mia stanza alla villa.. allora era tutto un sogno?
JM: "Piccola, sei sveglia" un assonnato Jimin si trovava a lato del mio letto, seduto su una sedia. Avevo una strana sensazione di déjà-vu. Tutto era iniziato proprio così, su quel letto. 
JM: "Continuavi ad urlare il mio nome e a implorarmi di non andare via..di non lasciarti" Lo guardai per un attimo e il demone si rifece largo nel mio stomaco. Allora era domenica, così tutto stava per finire. Riflettei a lungo..poi:
N/m: "Cosa..cosa mi è successo ieri sera?" Chiesi esitante. Riuscivo a visualizzare pochi frammenti della sera prima.. lo avevo realmente fatto con Jimin?
Lui sembrò per un attimo turbato e poi mi si avvicinò e con la solita espressione maliziosa si sporse, appoggiandosi sul letto, a guardarmi meglio.
JM: "Si, è stato davvero eccitante.. dovevi vederti" e fece uno strano gemito strozzato. Gli diedi un ceffone così forte che fu costretto a massaggiarsi la guancia per ore, nascondendomi tra le coperte.
JM: "Ahi! Cosa pensavi!? Non ti ho toccata.. più o meno" Disse.
Ero furiosa: N/m: "Cosa significa più o meno?!" Ci fu un attimo di silenzio e poi rise con quella sua risata inconfondibile, gentile. Scoppiai anche io a ridere.
Passammo le ore seguenti a scherzare su ciò che era successo quella notte. Cercavo di godermi ogni attimo che mi rimaneva con Jimin. Cercavo di mettere da parte quella consapevolezza che le nostre strade si sarebbero ben presto divise. Nel pomeriggio telefonai Sharon, era sconvolta e arrabbiata del fatto che non glielo avessi detto prima, così per farmi perdonare la invitai nel pomeriggio. Seduti  sul divano di pelle del salotto a bere thé e mangiare biscotti , tra le mille curiosità di Sharon, le ore passarono come minuti e i minuti come secondi e i secondi come attimi e gli attimi come qualcosa di indefinito al tempo. Era giunto il momento.
Le valigie erano già pronte nel bagagliaio ignare di ciò che stavano causando. Avevo un groppo in gola che mi bloccava il respiro.
RapM: "Principessa.. spero che ritornerai presto al castello, il tuo principe ti aspetta" Mi disse Namjoon, indicando se stesso, un attimo prima di entrare in macchina.
Mi avvicinai a Ho-Seok.
N/m: "Ho-Seok, mi dispiace per quella volta..io.."
JH: "Nessun problema, sono stato troppo impulsivo" Mi sorrise e ricambiai.
Qualcuno mi toccò una spalla e mi abbracciò dal dietro.
JIN: "Attenta a non cadere nei laghetti e nei fossi" Mi disse.
N/m: "Contaci!" Esclamai. Anche lui entrò nell'auto seguito da Ho-Seok.
S: "Margherita attenta a non farti punzecchiare dalle api!" Yoongi mi scoccó uno dei suoi sorrisi rassicuranti e mi fece l'occhiolino.
N/m: "Grazie ancora per quella volta! Non me ne dimenticherò mai!" Esclamai un attimo prima che mi fece un cenno di saluto ed entró in macchina.
Qualcun'altro mi abbracciò a tradimento e mi fece sobbalzare.
V: "Ciao piccola! La prossima volta ti aiuto io a vestir.." Non terminò la frase perché gli scoccai un'occhiataccia che lo fece indietreggiare.
V: "D'accordo.. forse è meglio di no" Mi diede due grossi baci sulle guance.
V: "Che c'è?In Italia non si fa così quando ci si saluta?" Chiese imbarazzato.
N/m: "Non quando è un addio.." Mormorai triste.
V: "Cosa dicevi?" Tae mi guardò per un attimo confuso poi, probabilmente dopo aver afferrato le mie parole, seguí i compagni, il capo chino.
Ecco che arrivava Jungkook. Arrossii imbarazzata ricordando ciò che avevo fatto pochi giorni prima, che adesso parevano così lontani.
JK: "La prossima volta svegliami eh.." mi mormorò in un orecchio. Sussultai.
Mi guardai attorno; Jimin. Dov'era Jimin? Mi invase una sensazione inspiegabile di panico e poi, con sollievo, lo vidi comparire sull'uscio di casa.
Mi raggiunse. Nessuno dei due sapeva cosa dire. Era come se quello fosse stato solo un sogno che non poteva avere lieto fine. Dopotutto i sogni hanno sempre una fine. Era lí che il nostro finiva ? Davanti a un cancello di una maledetta villa, con delle fottutissime valigie in un lurido bagagliaio?
Si sarebbe fatto la propria vita e io nella sua sarei rimasta solo come un vago ricordo di un'estate ormai passata. Sarebbe invecchiato al fianco di una donna che non ero io. Avrebbe avuto dei figli e vissuto piccoli momenti di cui io non potevo farne parte. Due lacrime si rifletterono su entrambi i nostri visi all'ultima luce di un crepuscolo che volgeva al termine; come la nostra breve storia. Stavamo pensando le stesse cose senza poterle condividere e ben presto non avremmo potuto più farlo. Un attimo prima avevo tante cose da dirgli ma ora non sapevo più da dove cominciare. C'erano sentimenti in fondo al mio cuore che a parole non si potevano dimostrare. Affondai il mio viso grondante di lacrime sul suo petto. Mi strinse fortissimo.
Era davvero un addio, quello? Riuscivo solo a osservare in silenzio quando entrò nell'auto. Chiuse lo sportello. Avrei voluto fermarlo, urlare, poter dire quanto era importante per me, ma a cosa sarebbe servito?
-La macchina si mise in moto.-
Non mi guardava. Non voleva guardarmi. Ricominciai a piangere più forte; o forse non avevo mai smesso? Sharon al mio fianco cercava di confortarmi, ma ormai non la sentivo più.
 -La macchina cominciava a partire.-
Qualcosa nella mia coscienza stava bisbigliando:
"Jimin non lasciarmi" Era un sussurro appena udibile.
-La macchina si allontanava..-
"JIMIN non lasciarmi" Adesso la voce premeva più forte nelle mie orecchie.
-La macchina era infondo alla via, quasi non la vedevo più-
"JIMIN NON LASCIARMI!" Adesso urlava. Presi a correre. Correre nel vento contrario che pareva volere a tutti i costi dividermi da lui. Corsi così veloce che non avevo più fiato nei polmoni, ma non mi importava.
Ero molto vicina all'auto e adesso quella voce s'insinuava nella mia gola e le mie corde vocali vibrarono quasi contro la mia volontà:
N/m: "JIMIN NON ANDARE VIA!". Mi fermai.
La macchina aveva frenato.. uno sportello si apriva e usciva Jimin. Aveva gli occhi gonfi e il viso sfigurato e corroso dal pianto. Mi precipitai nelle sue braccia afferrandogli la maglietta bagnata dalle mie lacrime. Volevo continuare a sentire il suo odore, non avevo il coraggio di lasciarlo andare di nuovo. Lo baciai. Le sue labbra erano calde, accoglienti, morbide.. Proprio come me le ricordavo. Un attimo che durava una vita.
N/m: "Ti amo" questa è la parola , questo il gesto che descrivevano appieno i miei sentimenti
N/m: "Tua per la vita". Mi asciugó il viso con una carezza.
JM: "Mia per la vita" Sorrise e una piccola curva affioró su una guancia rigata da una, due, infinite lacrime.

***
Questa la storia del ragazzo che mi fece apprezzare il mio corpo, che mi rese speciale perché sono me stessa; sono fatta in questo modo e lui mi ama così come sono. Mi piaccio così.

FINE.

7 DAYS 7 GUYS *completo*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora