Giustizia sarà fatta

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Alla fine Jiwon si era ammalato e aveva passato il giorno di Natale a letto. YerIm avrebbe voluto assisterlo, ma lui non voleva passarle l'influenza.
Era riuscita a convincerla per due giorni, ma al terzo non accettò scuse e lo persuase a farla entrare.
Jiwon era davanti a lei coperto dalla testa ai piedi con un piumone che tremava, ma la cosa peggiore era che in casa sua sembra fosse scoppiata un bomba.
-Ecco perché non volevo che entrassi...- disse imbarazzato.
-Torna a letto che ci penso io- lo girò per le spalle e gli diede una piccola spinta per incoraggiarlo a fare ciò che gli aveva detto.

Passò tutta la mattinata a sistemare, prima lavò i piatti e riordinò la cucina poi passò al salotto e la sala da pranzo. Versò mezzogiorno preparò qualcosa per far sentire meglio Jiwon e anche il pranzo per lei e Jay che stava giocando in salotto con il severo divieto di entrare in camera del malato. Prima diede da mangiare al figlio e poi su avviò verso Jiwon immaginandosi come sarebbe potuta essere la camera del suo ragazzo. Quando vi entrò scoprì che era diversa da qualsiasi immagine lei si fosse fatta. Era molto spoglia con un armadio, un comodino e un letto sul quale giaceva un fagotto. Ma nonostante tutto era disordinata anche quella. All'apertura della porta le coperte si mosserò e sbucò una testa spettinata e molto sudata. Jiwon appena vide la sua ragazza sorrise dolcemente.
-Come stai? A giudicare dal sudore non ti si è abbassata la febbre- disse toccandogli la fronte.
-Mi gira un po' la testa e mi sento tutto indolenzito, ma ora che sei qui mi sento subito meglio- disse stringendole la mano ancora poggiata sulla fronte.
-Non dire sciocchezze.  Hai bisogno di mangiare qualcosa e un po' di ghiaccio per abbassare la temperatura- disse carezzandogli dolcemente la testa.
-Non credo di essere in grado di farlo da solo- provò a giustificarsi lui che non aveva voglia di alzarsi dal letto.
-Tranquillo ci penso io, ti ho portato tutto qui- YerIm poggiò il vassoio sul letto -Tu prova a mangiare che io vado a prendere del ghiaccio-.

Quando uscì dalla camera sentì il telefono che vibrava nella tasca dei pantaloni. Era suo papà che le disse preoccupato di essere tornato a casa e di non aver trovato nessuno. Allora la ragazza gli spiego di trovarsi dal vicino e che lo stava assistendo in quanto malato. Dopo qualche secondo il padre bussò alla porta per farsi spiegare meglio la situazione, ma tutto quello che gli disse YerIm fu che gli avrebbe spiegato tutto in seguito e di prendersi cura di suo nipote per qualche oretta.

Al suo ritorno in stanza trovò il vassoio vuoto e Jiwon che era tornato sotto le coperte. Sollevò la coperta e lo trovò che dormiva un po' più sereno con lo stomaco pieno. YerIm si domandò da quanto non mangiasse un pasto decente. Gli accarezzò la testa dolcemente posando poi il ghiaccio che provocò un brivido sulla pelle del ragazzo. Vederlo così sereno e indifeso le fece venir voglia di abbracciarlo distesa vicino a lui. E senza pensarci due volte lo fece. Il suo petto era caldo e si muoveva regolarmente al ritmo del suo respiro. Le guance arrossata lo rendevano ancora più adorabile e mentre lo guardava YerIm si addormentò.

-Non dovresti dormire vicino ad un malato- Jiwon la svegliò delicatamente.
-Con tutte le malattie che porta a casa Jay ho una difesa immunitaria imbattibile- scherzò lei stringendolo forte. Jiwon non ci pensò due volte a stringerla a se -E poi eri troppo tenero facevi venir voglia di stringerti-.
-Dovrei essere io a dire questo!- rise Jiwon ridendo.
-Non pensavo che lo avrei mai detto, ma vorrei che questo momento non finisse mai- ammise YerIm timidamente.
-Anch'io, così potrei stare sempre con te- Jiwon stese le coperte sopra le loro teste -Se il 31 starò meglio preparati perché voglio farti una sorpresa- le baciò il naso.
-Mi spiace, ma la sorpresa te la faccio io... Mio papà è tornato e appena tornerò nel nostro appartamento gli dovrò molte spiegazioni...- quel l'affermazione lasciò senza parole Jiwon.
-Fallo venire qui così potrò conoscerlo- disse Jiwon strofinando forte la schiena della sua ragazza.
-Magari prima mettiamo in ordine camera tua... non vorrei vedesse tutti i boxer che sono per terra- rise YerIm.
-Ehi! Non è colpa mia se non sono riuscito a fare molto- Jiwon gettò da parte le coperte -Almeno adesso sai che mi lavo- disse dopo essersi calmato.
-Tranquillo, ho messo in ordindella sua ragazza.
-Magari prima mettiamo in ordine camera tua... non vorrei vedesse tutti i boxer che sono per terra- rise YerIm.
-Ehi! Non è colpa mia se non sono riuscito a fare molto- Jiwon gettò da parte le coperte -Almeno adesso sai che mi lavo- disse dopo essersi calmato. prima di addormentarmi- YerIm rise forte per il gesto di Jiwon.
-Cosa farei senza te?- chiese sorridendo.
-Probabilmente passeresti tutte le vacanze ammalato e con una casa indecente. Scherzi a parte come ti senti? Perché dovrei andare da mio padre e spiegargli tutto- disse mettendogli una mano sulla fronte.
-Molto meglio devo dire- sorrise Jiwon per quel gesto dolcissimo -Ero serio quando ti ho detto che può venire qui-.
-Sarà strano dovergli dire che ho un ragazzo…- si mise a sedere sul letto.
-Secondo me Jay glielo avrà già detto- quell’affermazione fece impallidire la ragazza -Era uno scherzo! Non mi svenire…-
-Però non hai tutti i torti… dovremmo muoverci e dirlo a mio padre- disse alzandosi di scatto.
-Ok tu digli di venire qui che io provo sistemarmi- il ragazzo si sollevò a fatica con la testa che gli pulsava.
-Forse è il caso che ti dia una mano. Adesso chiamo mio papà e poi ti aiuto- disse YerIm alzandosi, prendendo il telefono e uscendo dalla stanza.
Qualche minuto tornò dentro annunciando che il padre sarebbe arrivato tra venti minuti e che dovevano muoversi a prepararsi. YerIm lo aiutò ad alzarsi, a sistemarsi i vestiti, a pettinarsi e a lavarsi il viso.

Le apparenze ingannanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora