Dopo la sua rocambolesca fuga da scuola, Caleigh non poteva non aspettarsi una sfuriata da parte di Lily.
- Come diavolo ti è venuto in mente di fare una stupidaggine del genere? - le aveva gridato - Ti rendi conto di quanto sia stato difficile farti ammettere in una scuola del genere dopo le vacanze di Natale? E costoso, soprattutto! Tuo padre andrà su tutte le furie, quando verrà a saperlo! -.
Questo, ovviamente, prima di rendersi conto che la temperatura del suo corpo superasse di molto i quaranta gradi. Da quel momento, era stata estremamente gentile con lei, le aveva rimboccato le coperte e l’aveva costretta a rimanere a letto per giorni interi (anche quando la febbre era praticamente scomparsa), lasciandola soltanto per andare a lavoro. Caleigh, a dirla tutta non aveva ancora ben capito quale fosse esattamente il lavoro della cugina; si era laureata in economia, da quanto ricordava, ma non aveva fatto colloqui o domande d’assunzione, prima di arrivare lì. Non importava, in ogni caso: quel che guadagnava sembrava essere sufficiente a sfamarle; anzi, era riuscita persino a comprarle una tv a schermo piatto da tenere in camera, il che non era male, considerato che Lily mancava praticamente per tutta la giornata. Caleigh non aveva mai amato la tv spazzatura, ma, in mancanza di una compagnia alternativa, non poteva far altro che accontentarsi. Tutte quelle idiozie, per di più, le impedivano di avere tempo per pensare al ciondolo e a tutte quelle cose assurde che le erano capitate. Non aveva motivo alcuno per portare la sua mente in quella direzione, d’altronde; il fischio era sparito del tutto, così come i sogni bizzarri. Non aveva, inoltre, più trovato, lungo il corpo, bubboni come quello da cui era uscita la piuma.
Iniziava a sentirsi davvero meglio (sebbene i suoi mille dubbi continuassero a tormentarla), quando, un tranquillo sabato sera, a circa una settimana dalla sua fuga, la giovane sentì improvvisamente bussare alla porta. Dubbiosa, e certa che non potesse essere Lily (era decisamente troppo presto), scese lentamente al piano inferiore e aprì lentamente la porta. Fu decisamente sorpresa nel trovare dall’altra parte, Daniel Laughton, coi riccioli ben in ordine, un sorriso pieno sul viso e un mazzo di fiori e un dvd tra le mani.
- Cosa ci fai qui? - disse Caleigh, in modo scontroso, non appena lo vide.
- Non ti si vede in giro da giorni. Volevo essere certo che stessi bene - rispose lui, alzando le spalle.
- Sto meglio - disse lei, poi fece per richiudere la porta.
- Aspetta, io…non ho potuto non notare che sei sola, in casa - fece lui, trattenendola - E’ una cosa piuttosto triste, di sabato. Magari ti va di passare un po’ di tempo assieme -.
- No, grazie - fece lei.
- Perché? Non mi pare di essere stato particolarmente scortese con te -.
Caleigh inspirò profondamente. - Che cos’è una Cangiante? - chiese improvvisamente.
Daniel sgranò gli occhi. - Cosa? -.
- Hai sentito benissimo. Che cos’è una Cangiante? - chiese ancora.
- Non…non so di che cosa parli - farfugliò lui.
Caleigh non disse una parola, si limitò a spingere la porta.
- No, aspetta! - fece lui, costringendola a riaprire. In fretta, si inumidì le labbra, poi deglutì vistosamente. - Cosa sai esattamente sull’argomento? -.
- Che tu e i tuoi amici lo conoscete bene - rispose Caleigh - E che probabilmente ha a che fare con la cosa che mi ha quasi fatta uscire di senno -.
- Ok…- mormorò lui.
- E’ tutto quello che hai da dire? - fece lei, in modo scontroso.
Daniel si morse un angolo del labbro inferiore. - Non so se…- mormorò.
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Bloody Feathers.
Teen FictionCaleigh Blackthorne si è appena trasferita dalla Scozia e, ben presto, alle difficoltà di una comune adolescente, si aggiungono quelle create da poteri che le impediscono di vivere una vita normale.