Vekrov.

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Nei giorni successivi, Caleigh cercò in ogni modo di evitare Daniel: non mangiava in mensa, se c’era anche lui, si allontanava, non appena lui si avvicinava, per un motivo o per un altro, agli altri amici e cercava di rivolgergli la parola il meno possibile, anche nei brevi tragitti casa-scuola che continuavano a compiere insieme; difatti, nonostante il suo comportamento (per il quale la giovane non aveva ricevuto una sola parola di biasimo da lui, in ogni caso), Daniel si ostinava a non volerla lasciare da sola, nemmeno per quel breve tratto. Caleigh spesso si trovava a chiedersi cos’avrebbe fatto, se avesse saputo che, la maggior parte delle notti, Lily nemmeno tornava a casa. In ogni caso, non avrebbe avuto di che preoccuparsi, né per il misterioso uomo che aveva incontrato tempo prima, né per il grande male, del quale, in ogni caso, non era a conoscenza (almeno in teoria, a meno che, e Caleigh ne era certa, fosse lui quello pronto a tradirla). La giovane passava, difatti, gran parte del suo tempo assieme a Faye e Tianna nella Stanza senza Tempo (questo era il nome, da quello che le avevano detto, della misteriosa libreria a forma di clessidra), con un successo certamente non trascurabile: controllava ormai volontariamente e naturalmente la telecinesi, e sapeva a teletrasportarsi, seppur con una certa fatica, senza rischiare quasi mai di sfracellarsi contro il pavimento, come era successo la prima volta. Nonostante la forzata lontananza da Daniel, che la faceva sentire uno schifo praticamente ogni mattina, il rapporto con gli altri tre era nettamente migliorato, soprattutto con Regan. A dispetto di quello che Caleigh aveva pensato all’inizio (alla fine dei conti, era stata lei la più scortese), da quella domenica sera passata a casa di Daniel, le si era attaccata come se fossero state amiche da sempre. Le scriveva in continuazione, esprimendo commenti e giudizi, o anche solo per sapere come stava, e non perdeva occasione per passare del tempo con lei; le aveva persino proposto di fare un corso di yoga assieme, proposta che Caleigh aveva, ovviamente, rifiutato, a causa della sua pigrizia e della sua poca attitudine a qualunque attività fisica.

- Andiamo a mangiare cinese, sabato! - aveva proposto una volta - Viene anche Rose -.

Più che per il timore di essere scortese che per altro, Caleigh aveva accettato. E mentre si preparava, quel fatidico sabato, continuava a ripetersi che quella era stata davvero una pessima idea; non tanto per Regan, né per Rose (che continuava ad essere silenziosa e persa in un mondo tutto suo, quando c’era un numero ragionevole di persone attorno a lei), quanto per un incontro avvenuto quello stesso pomeriggio.

Aveva studiato per ore un volume datole da Tianna sulla cura, quando un giovane, poco sotto la trentina e dall’aspetto trasandato, era entrato nella Stanza senza Tempo. Portava i pantaloni larghi e calati più in basso di quanto avrebbero dovuto, un maglione nero, anch’esso molto largo; i capelli, biondi, quasi tendenti al platino, erano tagliati in un regolare caschetto che gli arrivava quasi fino alle sopracciglia ed erano, in buona parte coperti da un berretto, anch’esso nero. Appoggiandosi con strafottenza ad uno scaffale, aveva iniziato a fischiare rumorosamente.

Faye gli si era avvicinata con rabbia e gli aveva chiesto di smetterla.

- Perdonami, Cotton-candy - l’aveva apostrofata lui - Sono solo venuto per cercare un libro -.

- Un libro? Tu?! -.

Lo sconosciuto aveva alzato le spalle. - Laughton ha deciso che combattiamo troppo e studiamo poco -.

- Laughton? Daniel Laughton? - aveva esclamato Faye - Lo stesso ragazzino che passa qui metà della sua giornata per avere un fisico statuario? -.

- Proprio lui. Inizio a pensare che sia diventato seriamente tutto scemo -.

- Signor Bright - aveva commentato Tianna, comparendo improvvisamente da dietro uno scaffale - Che inaspettato piacere averla qui! -.

- Ho bisogno di alcuni libri -.

Bloody Feathers.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora