Faye Cotton.

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Quando, molte ore dopo, Caleigh Blackthorne affondò la testa nel cuscino, un pieno sorriso, che sembrava quasi volerle arrivare fino alle orecchie, prese posto sul suo volto. La serata non era stata esattamente corrispondente alla sua idea di divertimento: della partita aveva capito ben poco (i ragazzi non avevano fatto che gridare e lanciare insulti tutto il tempo), e Regan, in mancanza di Rose, seduta tra Daniel e Cedric, non aveva potuto far altro che avere lei come interlocutrice, e i suoi argomenti le erano così sconosciuti che Caleigh non aveva potuto far altro che sorridere e annuire. Tuttavia, per la prima volta da quando aveva lasciato Leith, si era sentita veramente bene, e, quando Daniel l’aveva riportata a casa (dopo averla costretta letteralmente a scriversi su un foglio i numeri di tutti e quattro, con la promessa di memorizzarli sul cellulare, una volta tornata a casa), non aveva saputo far altro che ringraziarlo con mille modi e mille parole diverse. Lui aveva riso e sorriso molto, poi l’aveva lasciata andare.

Ovviamente, in casa, Caleigh non aveva trovato la minima traccia di Lily; iniziava ad essere davvero preoccupata. La cugina era sempre stata famosa, in famiglia, per le sue pazzie e le sue folli notti, tuttavia, ormai la giovane era certa che avesse messo la testa a posto; insomma, aveva parlato a suo padre di un lavoro, e quello era stato l’unico motivo che l’aveva convinto ad affidarle l’unica figlia che aveva, l’amore della sua vita, come amava definirla. Se ci fossero stati dubbi, Caleigh ne era certa, suo padre non l’avrebbe mai lasciata lì. Forse le era successo qualcosa? Istintivamente, la giovane, una volta trovato il cellulare, compose il numero della cugina; non avendo ottenuto una risposta, si mise a letto, senza nemmeno togliersi i vestiti (decisa a parlare con Lily, al suo ritorno) e ripensò con piacere alla serata appena passata, tenendo, per sicurezza, il cellulare tra le mani. Diversamente dalle altre sere, non le ci volle molto ad addormentarsi: le bastò serrare dolcemente gli occhi.

Ancora una volta, era certa di trovarsi in un sogno: quella nebbiolina che sembrava avvolgere tutto quello che la circondava era decisamente inconfondibile. Tuttavia, sembrava estremamente naturale, rispetto agli altri che aveva avuto: non si trovava in una foresta a rincorrere una lupa, né sulla sua spiaggia preferita, bensì in una normalissima biblioteca. Caleigh ne vedeva bene la forma: ricordava una sorta di clessidra, con un grosso corridoio, stretto e lungo, con, alle terminazioni, due rigonfiamenti tondeggianti; il tutto riempito con ordinati e alti scaffali ripieni di libri. Caleigh iniziò ad avanzare lungo il corridoio. Decise, d’un tratto, di afferrare uno dei volumi, per vedere di cosa si trattasse. Fu un voluminoso libro dalla copertina scarlatta ad attirare la sua attenzione: l’afferrò, non senza una certa fatica, e iniziò a sfogliarlo. Corrugò la fronte, quando si rese conto che era scritto in una lingua che non solo non conosceva, ma che non aveva nemmeno mai visto, il che era piuttosto strano, considerato che suo padre le aveva sottoposto, negli ultimi anni, una serie pressoché infinita di lingue antiche. Caleigh scosse la testa, decisa a non pensarci troppo su, e ripose il volume. Continuò ad avanzare, fino a raggiungere una delle due dilatazioni, e si guardò attorno.

- Sono davvero contenta che tu sia qui - disse, d’un tratto, una calda voce materna.

Caleigh si voltò di scatto e riconobbe, con sua grande sorpresa, la donna bionda che aveva visto sulla spiaggia di Falmouth; il suo aspetto, tuttavia, le appariva profondamente diverso. Mentre in quella che doveva essere stata la sua prova da Cangiante la donna le era apparsa con lunghissimi capelli e un abito all’apparenza medievale, adesso i capelli non le arrivavano che alle spalle, e, in sostituzione del lungo abito color verde acqua, portava un tailleur beige, con un vistoso paio di tacchi neri, e un rossetto bordeaux stampato sulle labbra. Tuttavia, i suoi occhi scuri non lasciavano spazio a dubbi.

- Maryn? - chiese la giovane, avanzando appena.

La donna sorrise, annuì e allargò le braccia.

Bloody Feathers.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora