- Coraggio, vieni - disse Gwendolyn, non appena furono nella villa dei Bright.
Caleigh la seguì, non senza una certa esitazione.
- Non avere paura. Sono…come una zia per te, in teoria - disse ancora, aprendo una porta.
Gwendolyn accese la luce e Caleigh entrò lentamente nello stanzino, il cui spazio era quasi annullato dai grandi scaffali che vi si trovavano ai lati; scaffali ricolmi di libri ingialliti, vecchi quadri e oggetti di ogni tipo. Gwendolyn si mise appena sulle punte e afferrò un vecchio libro dalla copertina nera, pieno al punto di polvere da farla tossire rumorosamente.
- Te la ricordi questa? - chiese a Caleigh.
La giovane avanzò lentamente, con una forte espressione corrucciata sul viso: come poteva Gwendolyn avere qualcosa che lei potesse ricordare? Certo, era stata amica di suo padre, ma…con lei non aveva avuto alcun rapporto, no. Non fino a qualche giorno prima, almeno.
- Oh… - mormorò Gwendolyn, dopo poco - Forse eri troppo piccola, non…non ricordi -.
Caleigh si sporse appena per notare la foto che torreggiava su una pagina ingiallita; la giovane vi riconobbe una Gwendolyn raggiante e lievemente più giovane, con in braccio una bambina, con qualche ciuffo di capelli castani e un abitino color pesca indosso.
- Sono… - farfugliò la giovane.
La donna annuì. - Era il giorno del tuo battesimo; quello magico, ovviamente. Io sono la tua madrina -.
Caleigh sorrise appena. - Quando è stata scattata? -.
- Il quattro giugno del 1992. Il tuo primo compleanno -.
- E tu… -.
- Non ti ho più vista, da allora, no. Tuo padre non…non voleva rischiare -.
Caleigh sospirò appena, poi si appoggiò ad uno scaffale. - Ci sono così tante cose che non capisco… -.
- Ti capisco, cara, e per questo mi dispiace, non sai quanto. Adam…avrebbe dovuto prepararti per questo -.
- Puoi…spiegarmi? -.
- Oh, certo, se…se è questo quello che vuoi, ecco. Ovviamente, non posso dirti quello che non so, per quanto vorrei aver saputo tanto di più. La storia del…del tradimento la sai, no? -.
- Sì, più o meno. Mi hanno detto qualcosa, ecco -.
- E’ chiaro, sì. Quello che, però, vorrei che tu sapessi, è che, insomma…non si è mai saputo a chi sia venuta l’idea geniale di bere il sangue dei Cangianti. Nemmeno al processo, dopo le torture che hanno fatto subire ai traditori, e, te lo posso dire, sono state davvero tante, e a dir poco terribili…beh, non si è mai saputo. Tutti quelli che sono stati interrogati…hanno risposto di non ricordare. Si pensa che siano stati tutti sottoposti ad incantesimi di memoria, non appena le cose, ecco…insomma, hai capito. È questo quello che volevo dirti, Caleigh, davvero: tuo padre non era…a capo di tutto quello -.
- E’ stato torturato anche lui? -.
- No, lui no. Lui è…scappato molto prima -.
- E’ scappato? Lasciando altri dietro? No…lui non lo farebbe -.
- Tesoro, lui… -.
- Non lo farebbe mai, Gwendolyn, io lo conosco -.
- E’ scappato, Caleigh. È scappato per amore -.
- Cosa?! -.
- Te l’ho detto, non si è mai saputo chi abbia dato l’ordine, né quando tutto questo sia iniziato dal punto di vista organizzativo. Tutto quello che sappiamo è che, ad un certo punto, i rampolli delle migliori famiglie magiche hanno deciso di rapire dei Cangianti, per poterne bere il sangue. Non sappiamo come, ma sono riusciti ad entrare in contatto con un nucleo familiare, piuttosto grande, anche. Li tenevano prigionieri sotto l’arena, quella in cui ci trovavamo poco fa. Li tenevano prigionieri e, giornalmente, ad intervalli regolari di ore, minuti, tutto, beh…bevevano il loro sangue. A questo punto, beh, era scontato pensare che dalla comunità di Cangianti non potesse venire una qualche forma di ribellione. Arrivò una giovane donna. Oh, sia chiaro, nessuno di noi sapeva nulla di tutto questo; queste sono cose che io ho saputo dalle labbra di Adam, tempo dopo il tradimento, molto tempo dopo. Dicevo, arrivò questa donna, una giovane donna, giovanissima; doveva avere la tua età, suppergiù. Era una Cangiante, una lupa. Era forte, straordinariamente forte. Ti avevo detto, no?, che tra i traditori c’erano i rampolli delle migliori famiglie magiche. Ebbene, quella giovane donna, da sola, riuscì a disarmarli quasi tutti; e non ce l’avrebbero di certo fatta, se non l’avessero catturata con un abile tranello. La rinchiusero, lontano dai suoi simili, legandola in modi che non ti lascio nemmeno immaginare. Questa donna, tuttavia, non era solo forte, ma anche estremamente bella. Il suo nome era Anna, veniva dall’Austria e aveva lunghi riccioli color ebano e degli occhi azzurri che sembravano luccicare, nella notte; aveva la pelle candida, e mani sottili e delicate, troppo delicate per poter essere così abili nel combattere! Tuo padre era estremamente attratto da quella donna, incuriosito, in un certo senso. Si avvicinò spesso a lei, per cercare di parlarle, di…di capire, insomma, di conoscerla. Lei lo evitò, per moltissimo tempo, ma poi si affezionò, credo. Insomma, era impossibile non affezionarsi ad Adam, con quegli occhi grigi, quel biondo tra i capelli, che sembrava quasi sole. Non è di questo che stavamo parlando, comunque. S’innamorarono, e…beh, non c’è bisogno che te lo spieghi. I compagni di tuo padre non approvavano esattamente la cosa, anzi, ne erano piuttosto infastiditi. Ad Adam, beh, la cosa non importava, così decise di fuggire, assieme ad Anna. In un certo senso fu un bene, visto come sono andate a finire le cose, più tardi. Fui lieta di non doverlo interrogare, di non doverlo vedere al processo. Ma, ovviamente, tutti i traditori si ricordavano di lui, quindi è chiaro che sulla sua testa pendeva una condanna enorme, pari a quella degli altri. Sparì, per molto, moltissimo tempo. Poi, improvvisamente, una notte tornò; Cedric aveva poco più di un anno, un anno e mezzo, quasi. Non mi vergogno di dirti che ho tremato, nonostante l’affetto che mi legava ad Adam, quando l’ho visto dall’altro lato della mia stanza, con una bambina in braccio, per di più. Mi raccontò tutto: lui ed Anna erano scappati a lungo, finché non avevano scoperto che lei era incinta; della bambina, ovviamente, cioè tu. Subito dopo la nascita…lei era andata via, ed Adam si era trovato da solo. Lui aveva cambiato nome due o tre volte, da quello che mi aveva detto, aveva rinunciato ai poteri e a tutto quello che riguardava la magia, solo per proteggerti. Tuttavia, sempre per proteggerti, aveva deciso che, pur tenendoti all’oscuro da tutto quello che riguardava la magia e annessi, era decisamente irreprensibile su questo punto, beh…voleva che tu fossi battezzata secondo i nostri costumi. E voleva che fossi io la tua madrina; io, che per lui ero come una sorella, la persona più cara. Accettai, e…questa ne è la dimostrazione. Non ti vidi mai più, da quella giornata di giugno. Io e tuo padre ci scambiammo alcune lettere, in seguito, nelle quali non feci che chiedere di te, supplicando di riaverti con me. Lui non accettò, come ben sai, e interruppe bruscamente la corrispondenza dopo avermi rivelato il suo nuovo nome, quello che aveva scelto come definitivo, per garantire anche a te una certa stabilità -.
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Bloody Feathers.
Teen FictionCaleigh Blackthorne si è appena trasferita dalla Scozia e, ben presto, alle difficoltà di una comune adolescente, si aggiungono quelle create da poteri che le impediscono di vivere una vita normale.