Giudizi.

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- Quindi non hai mai conosciuto tua madre? - chiese a Caleigh una donna di mezza età, per l’ennesima volta, nel bel mezzo del giudizio del Consiglio.

Caleigh aveva sperato a lungo che il giudizio sarebbe stato a porte chiuse, tra lei e i quindici membri del Consiglio; ovviamente si era sbagliata, e anche di grosso. Il giudizio stava avendo luogo in una grandissima arena, di fronte, probabilmente, a tutta la comunità; mancava soltanto il Capo del Consiglio, nonché capo della comunità, a causa di un impegno inderogabile. Era stato certo (così le avevano detto i quattordici membri, all’inizio del giudizio) che i suoi colleghi sarebbero stati abbastanza duri anche senza di lui. Sugli spalti dell’arena, Caleigh aveva scorto subito tutti i membri della comunità magica che conosceva: Daniel e sua madre, Regan, Rose, persino Castor e Cedric, accanto ad una donna dagli stessi capelli color platino; poco più in alto, c’erano anche Faye e Tianna, la prima carica di preoccupazione, l’ultima con uno sguardo truce in viso.

- No, non l’ho mai conosciuta - rispose Caleigh con calma, come aveva fatto con le altre domande che le erano state poste negli ultimi minuti - Non so nemmeno che aspetto abbia; non ci sono sue foto, in giro per casa -.

- Tuo padre è a conoscenza dell’esistenza della Magia? - le chiese un membro del Consiglio.

- Non che io sappia - rispose Caleigh - Non me ne ha mai parlato, e non l’ho mai visto fare cose…strane -.

- Cose strane, eh? - fece l’uomo, scrivendo su un foglio - Puoi ripeterci il suo nome? -.

- Zachary Blackthorne - rispose Caleigh.

- Hai modo di ritenere che questo sia il suo nome? -.

- E’ il nome che ha su tutti i documenti e su tutti i certificati, e non mi risulta che sia un falsario -.

Una piccola risata si alzò nell’arena.

- Quando hai ricevuto il ciondolo? - chiese un altro membro del Consiglio.

- La notte tra il sei e il sette di gennaio - rispose Caleigh.

- Puoi raccontarci, in breve, gli eventi? -.

Caleigh obbedì, e cercò di raccontare il sogno senza tralasciare alcun dettaglio.

- Quindi sostieni di aver ricevuto tutto tramite un sogno? Mi sembra difficile - disse una donna.

- E’ la verità, lo giuro -.

- Comprendi il nostro pensiero - chiese il primo uomo, quello che le aveva chiesto il nome di suo padre - Per ricevere il ciondolo in sogno, si sarebbe dovuta mettere in atto una grande Magia, il che ci risulta un po’ difficile da credere, soprattutto perché la persona in questione è…all’oscuro di tutto -.

- Che poi tu sei nata a giugno, giusto? - fece una donna, seduta accanto a lui.

- Sì, il 22 di giugno - disse Caleigh.

- Il ciondolo viene consegnato 42 lune prima del compimento del diciassettesimo anno; è chiaro che qualcosa non quadra - disse ancora la donna.

- Io…non so che cosa dire - mormorò Caleigh.

Il primo Consigliere si alzò in piedi, imitato dagli altri tredici. - La seduta è sciolta - disse solennemente - A breve, ti comunicheremo la decisione del Consiglio - disse, ritirandosi assieme agli altri.

Rapidamente, Caleigh uscì, mentre l’arena si svuotava. Attese qualche minuto nella Sala d’Ingresso, poi, non appena scorse la sagoma di Daniel, tra la folla, corse verso di lui e gli gettò le braccia al collo.

- E’ andata benissimo - le sussurrò, accarezzandole i capelli.

Dopo aver udito due volontari colpi di tosse, i due si staccarono.

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