Capitolo 5

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"Siamo quasi arrivati, vero?"

"Tranquilla, neanche mezz'ora ed entriamo in città." la rassicurò Kraven, stringendole la mano sul cambio delle marce.

Erano in macchina da un'ora e mezza, dopo uno stancante viaggio in aereo da Los Angeles fino a Boston e Alexis non vedeva l'ora di arrivare per salutare la madre di Kraven, invece il suo fidanzato era di tutt'altro avviso. Aveva timore di arrivare e per questo avevano viaggiato per la strada più lunga per Mayflower.

Era stato un lungo giorno e lui sentiva le palpebre dolere, anche se aveva dormito sull'aereo non gli era bastato. Aveva ore e ore e ore di sonno arretrato per tutti gli esami e per colpa dell'agitazione della partenza. Voleva solo chiudere gli occhi e abbandonarsi al sonno.

"Sei felice di vedere tua madre dopo tutto questo tempo? Mi sono mancati i suoi carciofi ripieni che ha fatto a Natale.- si spazzolò i capelli con una spazzola da viaggio- Credi che potrebbe farli?"

Kraven rise e annuì, immaginando sua madre già davanti ai fornelli da due giorni a preparare ogni pietanza possibile.

Le era mancata tantissimo ed era stato contento quando era venuta a Natale a Los Angeles. Le aveva presentato Alexis, la quale era così preoccupata per quello che la madre di Kraven avrebbe potuto pensare di lei da non parlare per tutta la serata.

Ricordava ancora tutti i Ringraziamenti passati con i parenti tra cugini mai visti e cibi sempre più complessi e gustosi. Sua madre adorava cucinare, adorava sperimentare nuovi sapori ed era stato proprio questo a far innamorare suo padre di lei -oltre la bellezza, la gentilezza e l'intelligenza acuta di una donna. Nella testa sentiva la dolce voce melodiosa di sua madre Melissa "Un uomo si prende per la gola con un buon pranzetto, Teddy." e si lasciò scappare un mezzo sorriso a quel soprannome, che aveva odiato durante l'adolescenza e adesso avrebbe pagato oro per essere chiamato in quel modo un'altra volta soltanto. Ma del buon cibo non era stato abbastanza per tenere a freno il padre -e il suo amichetto in mezzo alle gambe- da andare in cerca di qualcun'altro di più giovane e senza troppe pretese.

"Perché ti sei fermato?"

"P-potresti... guidare tu l'ultimo tratto fino a Mayflower? Io- io-" la guardò negli occhi. Non sarebbe riuscito a rimanere impassibile sotto tutti quei ricordi che lo colpivano poco a poco che si avvicinavano sempre di più alla meta.

"Certo tesoro, non devi neanche chiedere."

Seduto al posto del passeggero, Kraven potette concentrarsi sulle sue emozioni contrastanti sulla questione: famiglia.

Gli mancava la sensazione che poteva far provare avere una famiglia. Nei pochi sprazzi di memoria di quando era piccolo, c'era solo una figura che stagliava sopra tutti, come la quercia secolare in una foresta di giovani alberi, e quella figura era sua madre Melissa. Suo padre? Rimpiazzato dai tanti regali che Kraven riceveva per far perdonare il padre di non essere potuto andare al suo torneo di football, o alla sua recita scolastica alle elementari, o di non aver potuto partecipare alla sua festa di compleanno. Il dolore era ancora forte dentro di lui e avrebbe voluto perdere la memoria, non ricordare quando sua madre gli si era avvicinata con un sorriso tirato. Lui le aveva chiesto per l'ennesima volta dove fosse papà e lei non era riuscita più a resistere "Teddy, sai che il tuo papà lavora tanto per poter dare a noi una bella vita, quindi-" "Non viene, vero?", sua madre gli aveva sorriso tristemente, dato un bacio e un regalo con su scritto Da papà. Era la console che stava chiedendo da Natale, però avrebbe preferito avere suo padre lì che una stupida console, la quale era stata regalata al suo migliore amico neanche dieci minuti dopo. Dopo anni quella sofferenza non diminuiva, però aveva imparato a vivere con essa e si era abituato così tanto di non avere quella persona da dimenticarsene poco a poco. Tutti quei giorni ad aspettare che tornasse da lavoro per fare qualche tiro al canestro attaccato sopra la porta del garage; tutte quelle volte a osservare i suoi compagni essere abbracciati dai loro padri nel giorno padre e figlio, mentre lui aspettava invano.

Win Me Back All Over AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora