Capitolo 12

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Sono le 11:52 e ancora non si è svegliato… posso lasciarlo qui mentre vado a fare la spesa? Se poi si svegliasse e dovesse andare al bagno e non riuscisse ad alzarsi?

Rimase al centro della cucina per pochi istanti, non certo su cosa avesse dovuto fare. Era a corto di verdura, e cibo in generale. Aveva già bruciato la sua unica possibilità di mangiare cibo spazzatura quella settimana e se Mr. Chuck avesse scoperto che aveva ingerito qualcosa di non salutare lo avrebbe costretto a pulire tutta la palestra per un mese intero. Al solo pensiero di dover pulire tutto quello schifo rabbrividì, prendendo le chiavi dell’auto per poi avviarsi in camera sua a controllare un’ultima volta suo fratello.

La camera era stata sistemata qualche giorno prima, tuttavia il pavimento era stato sommerso in poco tempo dalle sue t-shirt lanciate di qua e di là senza un vero criterio. Ne prese qualcuna mentre si avvicinava al letto, le annussò e non sentendo un odore sgradevole le lanciò sulla sedia.

“Sei disgustoso.”

Lo sguardo di Igor corse subito al viso tumefatto di suo fratello. Ivan era sempre stato un bel ragazzo grazie ai lineamenti presi da Natasha. Con i suoi luminosi capelli rossi e le lentiggine sparse in modo perfetto sulle guance e sul ponte del naso aveva sempre ricevuto tutto nella vita e in modo facile, grazie all’amore dei loro genitori, però vederlo in quello stato era qualcosa di nuovo… non avrebbe dovuto sentire quella piccola fiammella di felicità al centro del petto mentre passava in rassegna ogni piccolo livido sul suo viso. Quello provava che lui non fosse migliore della sua famiglia.

“Come stai?”

“Avendo dormito in un letto di sottomarca… peggio di come stavo ieri.”

Il biondo scosse la testa, gli tolse il cuscino e ridacchiò al lamento di dolore del fratello “Scusami, sono stato troppo stronzo a farti dormire a casa mia, e in più nel mio letto. La prossima volta ti lascio a farti ammazzare da tuo padre mentre io mi bevo una birra ghiacciata.- gli sprimacciò il cuscino per poi rimetterglielo sotto alla testa- Adesso come va?”

Ivan guardò la finestra senza aprire bocca con l’atteggiamento di uno che non avrebbe mai detto “Grazie” neanche in punto di morte. Si coprì ancora di più con la coperta anche se fuori facevano 30 gradi minimo e rimase in quel modo.

Il biondo aspettò un qualcosa, ma nulla. Perse le speranze e gli comunicò che stava per andare a fare la spesa perché in frigo non c’era più nulla. Chiuse la porta della camera e lasciò che un sospiro avvolgesse il silenzio rendendolo ancora più pesante di quanto non fosse stato qualche secondo prima.

Mentre stava accendendo la macchina per partire gli squillò il telefono, sorrise felice quando lesse il contatto del mittente.

“Hey! Come stanno le cose lì?”

“AH AH! Ve l’avevo detto che conoscevo il grande Lupo Siberiano! Voglio i 50 dollari da ognuno di voi.”

“Jared?”

“Oh, ciao Igor! Come stai? Grazie di aver pagato per i miei pranzi dei prossimi mesi”

Igor si aggiustò la cuffietta che aveva nell’orecchio destro, stando attento alla strada. “Non hai scommesso sulla mia conoscenza, vero?”

“... Questo non è importante… come va con Oskar?”

“... questo non è importante… come va con il college?”

“... non mi piace come sta andando questa conversazione”

“Credimi, neanche a me”

Suo padre bussò alla porta per la terza volta in un quarto d’ora, neanche quella volta riuscì a trovare la forza di aprire sia la porta che la bocca per dare fiato ai suoi pensieri. Non era passato neanche un giorno da quello che era successo con Igor, e gli sembrava di essere tornato alle prime settimane dopo la loro rottura, quando aveva lasciato Igor in quel corridoio della loro vecchia scuola.

Win Me Back All Over AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora