Ricordi

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Ero di nuovo lì davanti a quel maledettissimo edificio costruito con mattoni rossi,con le finestre e le porte di vetro frantumate e con dentro più di 50 vaganti.Già,spero abbiate capito,ero davanti alla mia scuola.Mi tremavano le mani,le gambe non mi reggevano,avevo paura.Entrai,sali le scale e arrivai al terzo e ultimo piano proprio dove era morto Ryan feci il corridoio e lo vedi era lì anche se la sua faccia era in decomposizione lo riconobbi.Era davanti a me,per la prima volta avevo paura di un vagante mi avvicinai a lui volevo vederlo per l'ultima volta presi il mio arco e una freccia,tesi il filo e prima di scoccarla bisbiglia un lento "mi dispiace"centro perfetto andai da lui e presi la freccia che era conficcato proprio al centro della sua fronte poi andai nella mia vecchia aula la 1^B mi chiusi dentro,uccisi i vaganti e mi sedetti al mio banco.Dopo una mezz'ora la porta si apri di colpo presi l'arco dicendo "non dirmi che adesso hanno imparato ad aprire le porte"per fortuna era Elice.
Elice:"Sapevo di trovarti qua.Ho visto il corpo di Ryan quo fuori.Come stai?"
Io:"Come dovrei stare secondo te?"
Elice aveva uno sguardo strano non era il solito serio e strafottente come se lei fosse la regina dei Salvatori,ma era,compassionevole.
Silenzio,solo silenzio.Era assordante.
Elice:"Perchè non sei dal tuo Carl?"
Io:"Primo,non è IL MIO CARL e secondo il motivo per cui sono qui lo trovi morto davanti alla porta"
Sai a volte sei anche più scorbutica di lei,si vede che siete sorelle.
Io:"Senti,mi dispiace e solo che..."
Elice:"Non c'è bisogno che ti scusi,capisco.Adesso e meglio se torni ad Alexandria"
Io:"Senti,potresti non dire a nessuno di Carl?Non vorrei mettere in pericolo il gruppo"
Elice:"Certo,di me ti puoi fidare"
Tornai ad Alexandria aspettandomi l'interrogatorio da Carl ma non lo vidi più tutto il giorno.Pensai a Ryan,pensai a quanta paura avevo,pensai al sorriso che aveva 3 anni prima e poi alla sua faccia in decomposizione.Lo sognai anche la notte e così che ricominciarono gli incubi.Mi ritrovavo a svegliarmi alle 3 di notte sudata marcia e con l'affanno mi vestivo e uscivo di casa a camminare un po a prendermi un po' d'aria ed era l'unico momento in cui amavo il silenzio e la tranquillità.L'unico momento in cui potevo stare da sola a pensare.L'unico momento in cui potevo piangere senza cercare di rimandare le mie lacrime indietro.

Un nuovo arrivo ad AlexandriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora