13- Jin

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Jin passò l'intera giornata completamente immerso nello studio, fin che ad un certo punto non decise di fare una pausa, ne aveva bisogno.

Avevano un piccolo balcone, e si sedette per terra, guardando il centro della città, che alla luce del tardo pomeriggio, mostrava persone indaffarate, piene di impegni, con una vita.

Pensò alla sua, di vita, a quello che gli stava succedendo.

Namjoon viveva con lui, ed avevano passato due bei giorni.
Lo aveva visto sorridere, lo aveva visto dolce, lo aveva visto anche infuriato, stava scoprendo nuovi lati del minore.
Non capiva se questa fosse una cosa positiva o meno, perché a conoscerlo troppo si sarebbe davvero innamorato.

Come se già non lo fossi scemo..

Pensò tra se e se, consapevole di ciò che provava.
In poco tempo, aveva capito che c'era molto di più in Namjoon, ma ancora aveva qualche dubbio se tutto ciò valeva davvero la pena di farsi spezzare il cuore, se le cose fossero andate male.

Il telefono squillò, rovinando il suo attimo di pace.

"Noi siamo in ritardo di 10 minuti, ci vediamo tra poco"

Era Jiminnie.

"Certo, a dopo"

Disse, per poi prepararsi ed uscire di casa, aveva appuntamento con Yoongi e Jimin, a causa della scuola e del lavoro il gruppo si vedeva molto poco, e loro erano gli unici liberi in quella giornata.

Jin entrò nel bar dove si sarebbero visti, e li aspettò.
Ci misero poco, e si sedettero insieme a lui.
Ordinarono dei caffè e cominciarono a chiaccherare del più e del meno, fino a che:

"Cosa sta succedendo tra te e Namjoon?"

Chiese con un sorrisino furbo Jiminnie,con le mani a tenere il viso.
Seokjin diventò tutto rosso,e scuotendo la testa negò tutto, ma Yoongi,dopo aver bevuto un sorso del suo caffè bollente, lo guardò negli occhi.
"Non prenderci in giro, e dicci piuttosto che succede".

In quel momento Jin decise di rivelare ai suoi amici ciò che era successo quella sera, in acqua.

Suga sorrise quando sentì dell'allontanamento quasi possessivo e geloso di JB,
E Jimin applaudí e rimase con la bocca aperta a sentire la frase di Nam prima di lasciare da solo il maggiore.

"E ancora non avete scopato?!"

"Oh andiamo Jimin! Non sono tutti come te"

"Mi sento veramente offeso"

Disse facendo un finto broncio, che Suga cancellò semplicemente aruffandogli amabilmente i capelli.

Jin sospirò, e i due si concentrarono nuovamente sull'amico.

"Joonie è una persona complicata.
Ma non è cattivo, te l'assicuro.E un giorno, spero molto presto, si renderà conto di che persona fantastica tu sia,che non vuoi fargli del male, e ti accetterà completamente."

"Cosa devi fare per farglielo capire?"

Chiese Jin, disperato.

"Rimani ciò che sei."

Disse Jimin, con un piccolo sorriso dolce e comprensivo.

3 ore dopo, Jin si trovava a casa, aveva ringraziato i suoi amici per la compagnia e per i buoni consigli, con la promessa che presto si sarebbero visti tutti.

Uscì dal bagno, si era appena fatto mezz'ora nella vasca con l'intento di rilassarsi un po', e ci era riuscito, almeno un poco stava meglio e aveva rimesso in ordine i pensieri confusi che vagavano nella sua mente.

Indossava una maglietta lunga e di qualche taglia in più, rosa pastello, e dei pantaloncini neri, voleva preparare la cena, quando sentì la porta d'entrata aprirsi.

"Sei tu?"

Chiese, e nello stesso momento si sentì un po' stupido per la domanda.

"No, sono un ladro,posso entrare e rubare tutto?"

Disse sarcastico Nam, entrando e chiudendo la porta con una sola mano, l'altra occupata da dei sacchetti, facendo diventare un po' rosso sulle guance Seokjin.

"Che razza di domande fai?"

"Non si sa mai"

"Come no.. allora, ho portato tailandese, al telefono non mi rispondevi e quindi ho deciso io"

"Va benissimo. Dai qui, che sistemo il tavolo, così possiamo mangiare e guardare la TV"

"Come al solito"

"Cosa vorresti dire?"

"Che ogni sera ci troviamo e mangiamo qualcosa davanti alla televisione.
Facevi così anche con Jackson?"

Il nome dell'amico portò un po' di malinconia ai due ragazzi, gli mancava da morire.

"Certo, era il nostro momento preferito. Perché?"

"Perché potrei abituarmici."

Jin sorrise, poi andò in cucina a prendere dei piatti e bicchieri, lasciando solo in salotto Namjoon.

Quando tornò, cominciarono a mangiare, in silenzio.

"Come è andata alla Big Hit?"

Chiese a bassa voce Jin, visto che quel film lo stava stufando.

Si stupì che il più piccolo non lo mandasse a quel paese, ma ancora di più si stupì del fatto che rispose con un mezzo sorriso.

"Direi bene per uno che deve passare da un ufficio all'altro a portare cose, come fosse un postino"

"Davvero?"

"Mi hanno già detto che è temporaneo e devo tenere duro, gli orari sono tosti, ma una volta preso il ritmo, potrei arrivare al lavoro che davvero sogno"

"Cioè?"

"Il produttore.
Capisci? Creare qualcosa di proprio, creare musica, dare una parte di se stessi per qualcosa, qualcosa con cui vale la pena mostrarsi per ciò che si è."

E a Jin quel discorso non sembrava più soltanto incentrato sulla musica, ma cercò di non farsi trascinare dalle emozioni e annuì.

"Ti capisco, anche io metto tutto ciò che sono nel mio lavoro, o per lo meno, quello che presto diventerà il mio lavoro."

"Intendi la libreria vero?"

"Si, esatto."

Disse fissandolo negli occhi, nei quali si perdette per un attimo.
Poi riprese a parlare:

"I libri sono la mia più grande sicurezza,
ma anche la più bella avventura e scoperta.
Mi proteggono...

mi fanno provare emozioni forti e contrastanti".

E adesso fu Namjoon a pensare che quel discorso non riguardava solo i libri.


//Ecco a voi un altro capitolo, che mi è piaciuto scrivere, ha un pochino​ emozionato anche me!

buona giornata, alla prossima!
Mettete una stellina se vi è piaciuto il capitolo!💫

I'm a Beapsae ||Namjin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora