Capitolo 15

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Hayes' POV

Ero molto felice, quando mi hanno annunciato che avevo una punizione con la mia quasi ragazza, se si può dire. Sapendo che anche quell'idiota di Abel, aveva una punizione, lo volevo menare. C'è sempre di mezzo lui, dannazione!

<<Non potete andare a casa finché non avrete sistemato tutti questi libri al loro posto... buon lavoro.>>

Sbuffo sonoramente e spintono Abel. Raccolgo almeno due o tre libri e li rimetto al loro posto, cosicché posso stare con Isabelle, anche se voglio andarmene di qui il prima possibile.

<<E smettila di fissarla...>> Questa voce fastidiosa che fanno sempre male all'orecchie, la riconoscerei fino a mille anni..

<<Senti, testa di cazzo. Io non voglio litigare con te, specialmente quando adesso lei è qui. Perciò chiudi quella cavolo di bocca e io me ne starò tranquillo in santa pace.>> Sussurro, anche se quasi quasi voglio ripetere le cose che gli ho detto e urlarlo in piena faccia.

<<Non so se te l'ha detto, ma quando lei ha compiuto i 16 anni, me la sono fatta.>>

Isabelle's POV

Sistemare tutti questi libri è una cosa stressante. Ma ho fatto amicizia con quel tipo di prima. È simpatico..

Sapendo che quei due (Hayes e Abel) sono qui nella stessa stanza, si scatenerebbe una rissa. Infatti, io ho sempre ragione, la maggior parte delle volte, sento Hayes gridare <<Ti ho già detto di stare zitto, idiota!>>

Mi giro sentendo queste parole, uscire fuori dalla sua bocca. Ma che cosa sta succedendo?

<<È la pura verità.>> Sorride Abel, fissando Hayes.

Hayes, è rosso in faccia, e si capisce proprio che lo vuole proprio dargli un sacco di pugni. Non lo riconosco più...quando è arrivato Abel in questa scuola, si è trasformato in un diavolo fuori, ma è un angelo dentro.

Il mio cervello e i miei piedi non vogliono collaborare. Forse perché ho paura di Hayes? Di Abel?

Hayes si spettina i capelli e cammina in avanti e indietro per mantenere la calma. Abel, ovviamente, mi si accorge di me e continua a dire <<Belle, ne che è stato bello festeggiare il tuo compleanno?>>

Non so per quale motivo, mi fa questa domanda. Non sapendo cosa fare, annuisco soltanto, anche perché è la verità, mi sono divertita un sacco quel giorno.

<<Visto?>> Continua di nuovo Abel.

<<Io ti ammazzo figlio di puttana!>> Da qui Hayes non è più riuscito a trattenere la rabbia e da un pugno ad Abel nello stomaco, facendolo cadere a terra.

Corro immediatamente, e mi siedo per terra ad aiutare Abel a rialzarsi. Lancio un'occhiata a Hayes, e lui non si degna nemmeno di guardarmi. In questo momento non sono in grado di parlare con lui, non mi esce nessun tipo di suono...

Sono troppa stanca di questa situazione. Troppe cose da risolvere, e troppe cose in testa.

Chiedo alla bibliotecaria se posso ad accompagnare Abel in infermeria, e lei mi da il permesso.

Ho gli occhi fissi sul pavimento, e nessuno dei due è in grado di parlare. Questo silenzio vale ogni singola risposta: sono stata io a creare questo circolo vizioso.

Quando apro la porta, non c'è nessuno nei paraggi. Quindi, faccio sedere Abel sul letto che ancora adesso sta toccando la parte dolorante. Gli porgo un sacco di ghiaccio, dove l'ho visto, messo sopra a un comodino...

<<Grazie.>> Mi ringrazia.

<<Cos'hai detto a Hayes?>> Lui alza lo sguardo e mi lancia uno sguardo interrogativo.

<<È impossibile che si sia comportato così solo  per...>>

<<Per?>>

<<Non lo so, ok?>> Sbotto.

<<Gli hai detto qualcosa ne sono sicura. E devi dirmi cosa gli hai raccontato o detto...>>

<<Nulla. Gli ho semplice raccontato come è stato passare la tua festa di compleanno, tutto qui.>> Dice semplicemente.

Non so se credere oppure no. Perché è impossibile che Hayes reagisce per una cosa del genere. Certo, può anche essere ma è troppo banale per scatenare la rabbia.

Per questa volta chiuso un occhio, e decido di credere su quello che ha detto Abel. Anche perché di lui mi fido, ma giusto un pochettino (da adesso).

Sospiro e annuisco. Apro la porta e poco dopo vedo una mano davanti a me, per chiuderlo e sento il sospiro di Abel dietro di me.

<<Non te ne puoi andare via così.>> Non l'ha detto con cattiveria, ma come un supplico.

Cerco in tutti i modi di aprire la porta senza rispondere e finalmente mi lascia in pace. Accidenti, e io pensavo di fare pace con lui e invece...

In corridoio vedo Tom, il tizio che ho fatto conoscenza prima.

<<Hayes, è già andato a casa.>> Mi avvisa e io lo ringrazio.

<<Tom, avete già finito di pulire?>> Chiedo.

<<Non ancora, ma non preoccuparti ce la farò anche da solo.>> Dice.

<<Ok, scusami.>> Dico velocemente e corro fino a casa di Hayes. Suono il campanello e mi apre Nash con i capelli bagnati.

<<C'è Hayes?>> Domando.

<<Si, ma non vuole vedere nessuno.>> Risponde.

Quando sto per dire qualcosa il mio cellulare vibra e segna che mi è arrivato un messaggio da mio cugino.

'Vieni subito a casa.'

È da lì, incomincio a preoccuparmi. Starà succedendo qualcosa a casa.

<<Passo dopo.>> Dico soltanto e mi dirigo a casa mia, dove sento di nuovo urla su urla.

<<È TUA SORELLA, OK?>> Ho sentito solo queste parole all'infuori dalla porta d'ingresso.

Di chi starà parlando?
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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 23, 2017 ⏰

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