Capitolo Quattro

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Quella mattina, seppur piena di paure di ansia e di emozioni contrastanti volò in men che non si dica.
Pomeriggio andai in un negozio di streghe, famoso per vendere Gadget "magici" agli esseri umani, ovviamente per questi ultimi era tutta fantasia.
Io sapevo che fosse tutto vero, infatti andai in questo negozio per chiedere informazioni su ciò che stavo cercando.
Una volta entrata, la ragazza dietro alla cassa fece un passo indietro : nei suoi occhi vidi il terrore.
<<Salve.>> mi disse con voce tremante.
<<Buongiorno. Sono qui per chiedere delle informazioni, penso che lei possa essere l'unica a soddisfare la mia curiosità.>>
La ragazza di colore dai capelli ricci nero corvino, mi guardò ancora intimorita da quello che potessi chiederle. Avevo la piena certezza che lei sapesse chi fossi, ma questo non mi fermò. Le persone spaventate sono più facili da manipolare.
<<Mi dica pure.>> abbassò lo sguardo quando le chiesi della Pietra di Luna.
<<Io non so nulla.>> si mise a fare delle cose totalmente inutili e irrilevanti per evitare di incrociare il mio sguardo.
<<Possibile che non abbia mai sentito parlare di questa pietra? Non mi costringa a soggiogarla. Vorrei essere cortese.>>
<<Annalisa glielo giuro, non so niente.>> la guardai con superiorità <<Beh, il mio nome lo sa. Mi verrebbe da chiederle COSA sa, ma eviterei dato che non mi sembra propensa a parlare con me.>> in quel preciso istante entrò un'altra ragazza, percepii che fosse anche lei una strega. Alzai la mano e con un solo movimento dell'indice e del medio, spinsi fuori la streghetta
<<Questo era solo un piccolo assaggio di ciò che può fare la mia magia. Sono in grado di fare molte cose. Vuole vederle?>> sorrisi.
Lei rimase a bocca aperta, mentre la ragazza che spinsi fuori dal negozio si mise in piedi e indolenzita entrò nel negozio, titubante <<Emily per l'amor di Dio, rispondile. Sai chi è?>> disse con una mano sulla testa che copriva il livido.
<<Qualcuno che ragiona.>> misi le braccia conserte.
<<Va bene, solo se mi promette che ci lascerà in pace.>> io annuii. Sarò stata anche cattiva ma sono sempre stata una donna di parola.
<<Non so molto su questa Pietra, quello che so è che qualche anno fa si trovava nei pressi di Mystic Falls.. e l'ultima persona che la utilizzò, riuscì nel suo intento.>>
<<Chi era questa persona?>>
mi avvicinai a lei, lentamente.
Lei esitò <<Ho già detto abbastanza.>> la guardai dritta negli occhi, un fuoco mi pervase, odiavo non ottenere ciò che volevo subito.
Il mio intento era quello di farle ribollire il sangue. Essendo umana e non vampiro, sarebbe morta nel giro di pochi minuti.
La magia iniziava a fare effetto, Emily urlava ed io aspettavo che lei cedesse fino a quando l'amica non urlò <<Klaus, Klaus Mikaelson utilizzò la Pietra di Luna!!>>

Interruppi sedutastante l'incantesimo e la ragazza crollò a terra, respirando a fatica.
<<Klaus?!>> guardai sbigottita la ragazza <<Sì, e per quanto tu sia forte non ti conviene metterti contro di lui. Ha molti assi nella manica e soprattutto... se si impunta che non vuole darti informazioni, non te ne darà. E utilizzerà qualsiasi mezzo.>> mi guardò fissa negli occhi.
La attirai a me, facendo sempre uso della magia. Pupilla in pupilla le dissi <<Non ricorderai niente di tutto ciò. Solo che la tua amica Emily ha avuto un innalzamento di pressione ed è svenuta. La porterai all'ospedale più vicino per farle fare dei controlli.>>
Lei ripetè ciò che le avevo appena detto, poi feci lo stesso con la ragazza che avevo torturato.
Me ne andai con mille dubbi.
Mi chiesi se Klaus sapesse già cosa stessi cercando e quell'invito a cena fosse solamente un pretesto per capire le mie debolezze.
Quell'incontro con quelle streghe mi fece rendere conto che facevo bene a non fidarmi di nessuno, se non di me stessa.

Bussai al portone di casa Mikaelson quella sera.
Mi ritrovai Klaus davanti, vestito di tutto punto e con un tavolo imbandito alle spalle.
Avremmo mangiato nell'atrio all'esterno. Sembrava che ci avesse messo dell'impegno per preparare tutto quanto.
Vidi molta cura anche nella scelta della tovaglia, nella disposizione delle posate.
<<Benvenuta mia cara.>> mi fece cenno di entrare.
<<Che galanteria!>> dissi togliendomi il cappotto.
<<Sei incantevole stasera.>> mi sorrise.
Gli diedi uno sguardo da testa a piedi, per poi sorridergli maliziosamente
<<Posso dire lo stesso di te.>> il mio cuore inziava a battere più velocemente del normale.

Mangiammo le varie portate (servite da un uomo palesemente soggiogato) parlando del più e del meno. Io e Klaus avevamo davvero molto in comune, seppur non ci fossimo spinti in profondità nei discorsi, per via della diffidenza da parte di entrambi.
<<Allora...>> disse, pulendosi gli angoli della bocca con il tovagliolo
<<Hai comprato qualcosa per i tuoi incantesimi al negozio di Emily?>> rimasi un attimo di sasso.
O era il mio stalker oppure io ero stata così stupida da non pensare che le streghe qui prendessero la Verbena.
<<Oh sì, diciamo che non ho avuto un bel trattamento da parte dei proprietari, ma sono abbastanza soddisfatta.>> mi appoggiai con i gomiti sul tavolo, tendendomi verso di lui.
Chissà dove sarebbe voluto arrivare
<<Ma quindi, sei diventato il mio stalker?>> lui fece un ghigno <<E' facile esserlo quando sei padrone di una città.>> disse <<Qualcuno mi ha detto però che non sei stata molto chiara nella tua richiesta...cercavi informazioni su...>> iniziò a guardarsi intorno, facendo strani gesti con la mano <<Pietra... come si chiamava... Pietra di...>> lo guardai, consapevole che mi stesse ironicamente chiedendo di dargli spiegazioni <<Di Luna.>> sorrisi
<<Sì, queste donne mi hanno detto che l'ultima volta che ne hanno sentita parlare è stata utilizzata a Mystic Falls, da un certo... oddio, com'è che si chiamava? Kris, Kol...>>
lo guardai, vedendo la sua espressione divertita <<Ah sì, Klaus.>> feci lo stesso.
<<E dato che tu hai lo stesso nome di questa persona, vorrei giusto chiederti dove tu l'abbia messa questa Pietra.>>
Lo vidi incupirsi.
<<Quella Pietra è stata distrutta.>> abbassò lo sguardo per mezzo secondo, per poi guardarmi intensamente negli occhi.
<<Inoltre è una maledizione. Tornassi indietro, io non lo farei.>> mi prese la mano <<Una cosa del genere non te la meriti, Anna.>>
<<Cosa intendi dire che è stata distrutta?!>> sentii una morsa allo stomaco.
<<Era arrivata nelle mani sbagliate e una volta tornata in mano mia, ho deciso di liberarmene. Non aveva senso che qualcun'altro la usasse.>> fece una pausa poi mi guardò dubbioso <<Cosa ci devi fare con quella Pietra? Solo chi ha i geni di Lupo Mannaro che sono stati repressi con la magia, può utilizzarla.>>
<<Oh Klaus, quando mi sono presentata ieri ero convinta che già sapessi tutto della mia vita. Invece non sai la parte più importante.
Io ho i geni del Lupo Mannaro, ma la mia magia li ha come "addormentati" non scatenando la maledizione.>>

<<Quindi, vorresti attivarla per essere Strega, Vampiro e Lupo Mannaro?>> ghignò.
<<Corretto.>> bevvi un sorso di vino.
<<Ambiziosa. Mi piaci.>>
<<Le mie ambizioni ora vanno a farsi fottere. La Pietra è stata distrutta, quindi troverò un altro modo.>> lui si alzò in piedi, sistemandosi l'abito.
<<Per adesso non ci pensare, è una serata tranquilla e serena e non voglio di certo metterti addosso pressioni.>> mi porse la mano <<Posso avere l'onore di ballare con te?>>
Mi guardai intorno, non vidi e non sentii nessun impianto per la musica.
Lui capì al volo e fece uno schiocco di dita. In un attimo partì un lento, molto dolce. Per niente nelle corde di Klaus...e nelle mie.
In quel momento accettai quel ballo. Mi strinse la mano e mi mise un braccio intorno alla vita.
Iniziammo a muoverci lentamente mentre i nostri corpi si toccarono per la prima volta. Tutto intorno a noi scomparve. Non sentii più l'ansia, la malinconia, l'angoscia, la frustrazione per ciò che avevo appena scoperto. C'eravamo solo noi due.
<<Hai un buon odore. Lavanda?>>
<<Non uso profumo.>> mi fece fare un giro su me stessa, mi ritrovai a pochi centimetri dalle sue labbra. Mise la sua fronte contro la mia, d'istinto mi venne da chiudere gli occhi mentre la musica continuava ad andare. Mi resi conto che a differenza di quanto pensassi, quella musica era perfettamente nelle nostre corde.
<<Abbassa le tue barriere.>> mi sussurrò.
<<Lasciati andare.>> in quel momento aprii gli occhi, il mio corpo si sentiva completamente attratto dal suo. Mi resi conto che forse era stata l'unica persona in grado di farmi sentire così giovane, piena di emozioni che non si sanno descrivere. Però poi tornai alla realtà e interruppi quel momento di pura magia.

Indietreggiai.

<<Ti ringrazio per la cena, tutto delizioso. Esattamente come la tua compagnia.
Ora devo andare, grazie mille Klaus.>
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Lui un po' deluso da ciò che avessi appena detto, rispettò il mio volere
<<Sai dove trovarmi se volessi mai ripetere la serata.>> aggiunse <<Troverò nuovamente degli impegni per i membri della mia famiglia.>> sorrise dolcemente, dandomi un bacio sulla guancia. Ricambiai il sorriso e uscì da casa sua, voltandomi una volta fuori dal cancello e porgendo la mia mano per salutare.

Me ne andai.
Con il rimpianto di non aver fatto ciò che il mio cuore voleva.
Ma la mente per me ha sempre prevalso su tutto.
Le parole di Hailey mi risuonavano in testa come un tamburo.
Mai avrei voluto altro dolore.
Non lo avrei sopportato.

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