Capitolo Nove

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<<Dobbiamo giocare d'astuzia.>> disse Elijah
<<Sicuramente se ha avuto il coraggio di sfidarti è perchè ha un'arma in grado di indebolirti o comunque un piano. Non possiamo fiondarci lì senza pensare a come agire.>> mise una mano in tasca.
Klaus guardò il fratello <<Ah, il piano non è andare da Lucien e strappargli il cuore?>>
A quel punto dissi la mia <<Ha ragione Elijah, Klaus.>> lo guardai, addolcendomi <<Non possiamo permetterci di sbagliare. Inoltre voglio capire cosa esattamente voglia da me quest'uomo. Andrò io.>>

Klaus si irrigidì, mentre le espressioni di Elijah, Freya ed Hailey erano confuse
<<Tu non farai niente di stupido.>> mi puntò il dito l'Ibrido che aveva già cambiato sguardo.
<<Verrete con me. Ma parlerò da sola con Lucien. Non avrebbe fatto nulla di tanto azzardato se non avesse avuto come dice Elijah, un piano alle spalle. Andrò ad ascoltare che ha da dirmi. Freya, nel frattempo cerca quanto più possibile su questo vampiro... Klaus ed Elijah voi verrete con me.>>
Hailey si sentì esclusa dal discorso e con occhi tristi mi disse <<Non ho intenzione di rimanere a guardare mentre potresti essere uccisa. Ho perso tanto, ora che ho ritrovato un membro della mia famiglia non voglio che ti succeda nulla.>>
Io la guardai, dritta negli occhi. C'era qualcosa in lei di eccessivamente famigliare, qualcosa che mi costringeva a darle protezione. Pensai fosse tutto nella mia testa, forse era solo una semplice simpatia nei suoi riguardi per via dell'appartenenza allo stesso branco.
Il tutto era totalmente irrazionale.
<<Hai una figlia. Hope ha bisogno di te, evitiamo i rischi.>> la abbracciai, stretta a me. Non so per quale motivo ma avevo una sensazione negativa su tutta questa situazione.
Per la prima volta nella vita provavo paura.
Probabilmente prima di conoscere i Mikaelson mi sarei catapultata da Lucien e avrei combattuto senza ritegno, senza tenere conto delle conseguenze o delle eventuali armi segrete. Elijah in quell'istante mi aveva fatto capire che l'Unione è Forza. La Famiglia è Forza.
Lui era la parte razionale e meno impulsiva del gruppo. Riusciva ad essere l'esatto opposto del fratello che aveva un'espressione alquanto pensierosa.
<<Sii prudente.>> mi disse Hailey, Freya mi diede un bacio sulla guancia e si ritirò nelle sue stanze per iniziare le ricerche di cui le avevo parlato.
<<Andiamo?>> dissi guardando i due fratelli.
<<Andiamo a staccare qualche testa.>> disse l'uomo dallo sguardo magnetico.


Una volta arrivata sotto il palazzo di Lucien, in automatico la porta principale si aprì come se già mi stesse aspettando. Feci cenno ad Elijah di aspettarmi qui, mentre Klaus sarebbe andato dall'altro lato del palazzo per bloccare eventuali uscite/utilizzarle per salire.
Mi guardò <<Tieni a freno la lingua. E' un manipolatore e gioca bene, attraverso una conversazione è in grado di capire tutti i tuoi punti deboli. Non esagerare con lui. Se dovessi aver bisogno io arriverò senza che tu lo chieda.>> mi diede un bacio sulle labbra <<A più tardi, stai attenta.>> gli presi la mano e la baciai <<Lo farò, promesso.>>

Una volta davanti alla porta dell'Attico del famigerato Lucien, quest'ultimo mi accolse con falsa cortesia <<Annalisa, benvenuta! Sei una persona sveglia. Sapevo che il mio incantesimo di localizzazione ti avrebbe portata qui. Prego, accomodati.>>
Cercai di non mostrare le mie titubanze, i miei stivaletti col tacco varcarono la soglia mentre la mia testa era alta di fronte a lui <<Hai visto? Raccolgo le provocazioni come nulla. Però sei stato scortese, al posto di rubarmi i capelli persi per sbaglio sulla tua poltrona avresti potuto fare una chiamata.>> mi sedetti senza chiedere il permesso.
<<Chiedo scusa, signorina Eretica. Posso offrirle un Martini?>>
<<Preferisco altro, ma se devo accontentarmi...>>
gli sorrisi, ovviamente stavo recitando la parte che Klaus voleva che interpretassi.
<<Parliamo di cose serie. Come mai sono qui?>> annusai con cautela il drink offerto da Lucien, ma non mi fidai con la conseguenza che non ne toccai nemmeno una goccia e lui se ne accorse.
<<Volevo parlare un po' con te. Però per farlo vorrei che l'Ibrido e il fratello se ne andassero via. Ho bisogno che tu ti fidi completamente di me.>>
<<Non mi fido di te Lucien, voglio avere un vantaggio, una garanzia. Klaus ed Elijah non se ne andranno.>>
<<Caparbia. Beh, vorrà dire che dovranno aspettarti per un po'.>>  feci cenno con la mano facendogli capire che avrei voluto che cortesemente stringesse il discorso.
Odiavo aspettare, soprattutto se dovevo aspettare uno squilibrato falso e manipolatore.
<<Sono a capo di una grande azienda. Amo il mio lavoro.. diciamo che mi ha permesso di fare strada su diversi fronti. Come per esempio, la medicina.>>
Lo ascoltai con più attenzione.
<<E' davvero una pessima situazione quando un vampiro viene morso da un lupo mannaro.
Ma io ho la cura.>>
mi appoggiai comodamente sulla sedia
<<Oltre ad avere rubato i miei capelli hai anche prelevato del sangue di Klaus?>>
<<Oh no, dolce fanciulla. Io ho creato la cura.>>
il mio corpo divenne di ghiaccio. Capii subito cosa volesse fare con me quel bastardo. La mia paura più grande era quella che mi perseguitava da quando ero diventata un ibrido tra strega e vampiro con geni di lupo, diventare la cavia di un laboratorio, in gabbia per conto di qualcuno.
Io ero finita nella tana del bianconiglio.
Mi alzai di corsa e con la velocità da vampiro andai dritta verso l'uscita ma una volta lì, qualcosa mi spinse all'interno come se ci fosse una barriera.
Percepii della magia e mi domandai come fosse possibile.
<<No no no no... cara, questo non è il modo giusto per parlare con me.>>
Mi girai, nervosa come mai nella vita e in un batter d'occhio il suo collo era nella mia mano, sospeso a qualche centimetro da terra
<<Ascoltami bene nanetto da due soldi, nessuno mi dice come devo comportarmi e nessuno mi offre patti con dietro un chiaro invito a diventare la tua puttanella personale. Hai capito?>> lo guardai negli occhi e iniziai un incantesimo nella mia testa volto a fargli vomitare del sangue, solo come avvertimento.
Tra un conato e l'altro, Lucien mi chiese pietà in ginocchio davanti a me.
<<Fammi parlare. Non voglio renderti la mia schiava. Voglio proporti una cosa che potrebbe rendere la tua vita migliore.>> interruppi l'incantesimo.
<<Vorrei stringere con te un'alleanza. Vorrei che tu non fossi la mia cavia, ma una mia speciale arma segreta. Insieme potremmo fare grandi cose Annalisa... ho in mente tanti progetti. Potremmo essere una banca che dispende veri e propri antidoti contro tutti gli incantesimi, morsi o veleni indotti in un vampiro... potremmo essere grandi! E guadagnarci entrambi.>> scoppiai in una risata ironica <<Cosa ci guadagnerei io, soldi a parte nello stare con uno come te?>> lui si alzò da terra, mi guardò e in quel momento spuntò da una stanza dell'Attico una donna, percepii fosse una strega. Ci guardammo e non riconobbi una forma di magia simile alla mia, avvertii una forza quasi maligna.
<<Mordila. Nutriti di lei.>> lo guardai stranita <<Per quale motivo dovrei fidarmi?>>
<<Fallo. Mi ringrazierai.>> presi coraggio e morsi il collo di questa donna, nell'esatto momento in cui il sangue iniziò a fluire vidi le mie lacrime, sentii il mio dolore, vidi un futuro dove eravamo tutti quanti devastati, vedevo solo sofferenza e Klaus andare via da me in lacrime.
Capii in un attimo che quella donna mi stava mostrando il mio futuro, abbastanza lontano.
<<Cosa ho visto...>> sussurrai
<<Ciò che otterrai stando con Klaus e la sua famiglia : dolore.>> continuò avvicinandosi <<Io ti posso dare una chance. Possiamo girare il mondo, puoi avere una vita diversa con me.
Poi devo dirti che... in ogni famiglia ci sono sempre dei segreti. Guardati bene le spalle dall'uomo con cui condividi le lenzuola.>>

Io ero ancora intotita dalle visioni vivide che quella donna mi aveva fatto vedere, tanto che non mi accorsi nemmeno della frase squallida pronunciata da quell'uomo. Gli diedi false speranze, dicendogli che ci avrei pensato sicuramente sperando mi facesse andare via.
Fortunatamente Lucien decise di darmi qualche giorno di tempo per poterci pensare, ma una volta uscita da quella casa mi sentivo fisicamente uno straccio.
Camminavo a fatica e vedevo intorno a me muoversi tutto in senso orario. Non so come fosse possibile, nessuno mi aveva mai indebolita così. Pensai che potesse essere lo stress e l'ansia accumulata per via di ciò che avevo visto e sentito.

Una volta fuori, Klaus si precipitò verso di me prendendomi in tempo prima che cadessi a terra.
<<Cosa è successo?>> mi chiese in preda al panico <<Non mi sento molto bene. Possiamo andare a casa? Riposerò e vi racconterò tutto.>> Klaus mi prese in braccio tenendomi saldamente e mi portò alla macchina. Sentivo che sottovoce parlava con Elijah ma era tutto molto attutito e ebbi come la percezione che fossero fisicamente lontani.
Quello fu il mio ultimo ricordo.
Mi risvegliai dopo qualche ora nel letto nella camera di Klaus.
<<Annalisa... finalmente.>> mi accarezzò dolcemente lui, che mi sorrise sollevato non appena aprii gli occhi <<Ciao..>> gli dissi dolcemente io a mia volta
<<So che siamo immortali. Ma non ho mai avuto tanta paura di perderti come oggi.>>
<<Cosa è successo?>>
gli chiesi ancora intontita.
<<Freya pensava fossi vittima di una sorta di maleficio. Parlavi tra te e te, facevi un nome... di continuo... e parlavi di alcune visioni.>>
<<Che nome facevo?>> <<Andrea. Tua sorella.>> mi disse lui abbassando lo sguardo e conoscendo quanto dolore provassi solo a sentirla nominare. Probabilmente nella mia perdita di controllo l'inconscio ha parlato al posto mio.
<<L'importante è che adesso tu stia bene.>> si sdraiò accanto a me, iniziò ad accarezzarmi dolcemente <<La tua bellezza non ha confini. Sei forte, intelligente, caparbia e determinata.>> fece una piccola pausa, osservando tutti i particolari del mio viso <<Tanto splendore non può esistere in una sola persona.>>
In quel momento l'emozione che provai fu talmente tanto grande da farmi commuovere. Nessuno in cinquant'anni mi aveva mai detto cose tanto belle.
Nessuno mi aveva dimostrato tanta lealtà, fiducia, protezione e tanta dedizione.
Era destino tra di noi, era colui di cui la nonna mi parlava quando nominava quel sentimento tanto ambito.. l'amore.
Trattenni il fiato, non volevo bruciare i tempi, anche se fosse stato per me l'avrei urlato al mondo. Mi limitai a baciarlo profondamente, perdendomi completamente in quell'abisso di emozioni per me ormai indispensabili. Mi accucciai sotto la sua spalla e mi addormentai nuovamente consapevole di avere al mio fianco il mio Uomo.

A un certo punto mi svegliai di botto, Klaus urlava il mio nome. La strega che avevo morso lo teneva attaccato al muro come se fosse in croce, mentre mi osservava ridendo.
<<Scappa Annalisa, scappa!>> cercai di utilizzare la magia ma ero troppo debole, in quel momento mi sentii talmente tanto inutile da voler essere al posto di Klaus. Non ero riuscita a salvare la persona a cui tenevo di più.
Io, che ero sempre riuscita a salvarmi non avevo salvato Lui.
Bastarono cinque secondi e Lucien entrò piantandomi una siringa in vena.
L'ultimo ricordo erano gli occhi di Klaus, rossi come il fuoco che impotente mi guardava mentre lentamente chiudevo gli occhi.

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