Capitolo Cinque

1.3K 59 0
                                    

Continuavo a pensarci.
Ritrovavo i suoi occhi impressi nella mia mente ogni volta che le mie palpebre si chiudevano.
Il suo profumo per me era diventato qualcosa simile agli stupefacenti, come se avessi sempre voluto averlo con me, addosso ai miei vestiti, sulla mia pelle.
Ma non potevo fidarmi.
Nonostante avessi sbagliato a dormire con accanto il mio vestito impregnato del suo odore, avrei dovuto dimenticare quella serata e chiudere completamente i rapporti con Klaus e la sua famiglia.
In ogni caso, non mi sarebbe servito nulla da loro, quindi avrei anche potuto fare ritorno alla mia città. Avevo già perso troppo tempo e sicuramente avrei trovato un modo per concludere la mia vita nella mia Terra.
Ma qualcosa mi tratteneva dal farlo.
Decisi di uscire quella mattina, andai a fare un giro per le strade di New Orleans.
Mi fermai davanti ad un Bar e notai con grande piacere che quella stessa sera ci sarebbe stata una festa. Non vidi i nomi di Klaus o Elijah tra gli organizzatori ergo pensai fosse carino andare anche solo per svagarmi un po' e conoscere gente "normale".
Entrai per saperne di più e per bere un caffè. Vidi un caschetto biondo seduto al tavolo e decisi di mettermi a fianco di questa donna bellissima e dagli occhi verdi.
Mi sedetti, guardai il barista e dissi di volere un caffè.
Misi le braccia sul bancone, con il gomito destro a pelo del braccio della signorina bionda.
Lei mi guardò e percepii subito fosse una strega.
La cosa un po' mi rincuorò.
<<Nuova?>> le chiesi.
<<Non proprio. Ho fatto un buon periodo della mia vita qui, ora sono tornata per stare con la mia famiglia persa per troppi anni...la decisione che ha portato più dolore nella mia vita di qualsiasi altra.>> ingerì uno shot di tequila, pensai fosse pazza per via dell'orario.
<<Caspita, addirittura? Cos'avrà mai la tua famiglia di tanto disastroso?>> le chiesi voltandomi completamente verso di lei.
<<Mmm.. un fratello psicopatico, una sorella innamorata dell'amore, un fratello troppo diplomatico, una donna lupo ormai ibrido che ha dato una figlia a mio fratello ma innamorata dell'altro...>> la bloccai subito.
O i Mikaelson erano gran parte della popolazione di New Orleans oppure il maledetto fato voleva a tutti i costi che condividessi ossigeno con quella famiglia.
<<Quindi tu sei una Mikaelson.>> sorrisi ironicamente, con una smorfia.
<<Sono Freya, Freya Mikaelson. La strega di famiglia.>>
<<Io sono Annalisa...l'eretica originale.>>
le porsi la mia mano, lei un po' sbronza la afferrò e sorridendo mi disse
<<Sapevo già chi tu fossi e ci vedremo ancora, conoscendo mio fratello.>>
<<Cosa intendi dire?>>
<<Che gli piaci. Altrimenti avrebbe già trovato il modo per uccidere l'unica persona in grado di contrastarlo.>>
mi mise una mano sulla spalla <<Comunque stasera verrai alla festa? Ci sarà tanto alcol.>> Freya rideva come se non ci fosse un domani e io la guardavo stranita e allo stesso tempo divertita <<Pensavo di venire..effettivamente>> mi bloccò
<<Ci andiamo insieme ti va? Ho bisogno di staccare e di stare con persone che non abbiano il mio stesso cognome.>> la compresi, esitai un attimo : non era l'ideale uscire con la sorella di colui che mi stava mentalmente uccidendo, però d'altra parte non avevo amici e Freya mi sembrava abbastanza in gamba e una buona compagna di bevute.
<<Va bene. Alle 21 qui?>> le dissi.
<<Ottimo! Ti aspetto fuori allora, a meno che mio fratello non irrompa in casa tua per farti una proposta di matrimonio.>> rise tantissimo.
<<Io mi auguro, strega Mikaelson che tu ricorderai di questa conversazione questa sera e che non mi mollerai qui come un'idiota!>>

Quella sera decisi di mettere un tubino nero e le Dr. Marteens, niente di eccessivo.
Alla fine non avrei dovuto partecipare a una serata di gala.
La mia puntualità non pagò, dato che Freya non era ancora arrivata.
Pensai se ne fosse dimenticata e iniziai a pensare di entrare da sola, quando ad un certo punto qualcuno mi toccò la spalla
<<Tu devi essere Annalisa, molto piacere.>> mi strinse la mano un vampiro neanche tanto male. Sorriso smagliante, carnagione scura. Si chiamava Marcel e si era presentato come "capo del quartiere" <<Sono amico di Klaus.>> mi disse <<Che novità, non me l'aspettavo proprio.>> girai gli occhi, ironica.
<<Sei qui da pochi giorni e già hai problemi con il Re?>> mi sorrise <<Buona fortuna!>>
<<Grazie, penso me ne servirà.>> mi guardò e mi disse <<Penso che ti servirà anche un Drink, ci troviamo dentro più tardi e ti offrirò qualcosa da bere.>> io ringraziai caldamente e salutai.

Finalmente dall'altro lato della strada vidi Freya, questa volta sobria.
<<Hai visto che ho ricordato l'impegno? Non mi scordo delle persone che mi piacciono a primo impatto!>>
<<Sono contenta di questo. Dai entriamo che ti fai il secondo round!>> le dissi.
Entrammo, il posto era già pieno e la musica risuonava nelle mie orecchie a tutto volume.
Era musica commerciale, del 2000.
Niente Jazz tipico di New Orleans, sembrava una vera e propria festa americana.
Io e Freya andammo subito al bancone e tra una chiacchiera e l'altra iniziai a conoscerla un po' meglio. Mi raccontò di quanto fosse stata dura la sua vita, con Esther e sua zia Dahlia, di cosa voglia dire essere prigioniera e il motivo per il quale fosse ancora viva dopo tutti questi anni. Non dev'essere stato facile.
<<E tu invece?>> mi chiese, finendo il suo terzo drink.
Le raccontai in breve la mia storia. Non avevo chissa quale voglia di deprimermi.
<<Hai detto che avevi una sorella?>>
<<Già...Andrea.>> ci fu un attimo di silenzio <<Com'è successo?>> <<I miei genitori e mia sorella furono uccisi dai loro stessi simili. Non so altro. Non mi è stato detto altro... ma l'idea che una bimba di qualche mese possa essere stata uccisa così brutalmente mi fa venire i brividi.. e credimi, di cose brutte ne ho viste e anche tante ma niente mi provoca tanto disgusto come questa storia.>>
Freya si alzò dal suo sgabello, avanzò verso di me e tese le braccia per stringermi.
<<Quando vorrai sfogarti per davvero ci sarò. Io so cosa significa perdere i propri cari, ho pensato che non li avrei più rivisti per tutta la mia esistenza...Sono qui.>>
Ricambiai l'abbraccio e la strinsi forte a me <<Ho trovato un'amica.>> chiusi gli occhi per gustarmi quel momento che per me valse molto, Freya non mi conosceva ma non mi dava l'impressione di essere una stronza manipolatrice.
Era una persona ferita, con delle cicatrici profonde esattamente come me.
Ci eravamo trovate, nel nostro dolore.
<<Ma adesso, andiamo a ballare! Lasciamo il dolore e la tristezza fuori da questa pista.>>
Mi prese per mano e mi portò in mezzo a quell'ammasso di gente.
Io sentivo l'odore di sangue ovunque ed effettivamente mi era venuta una fame notevole, i battiti cardiaci mi risuonavano nelle orecchie più forti della stessa musica quindi, per placare quella fame decisi di bere ancora e ancora e ancora.

Inutile dire che entrai in una totale estasi, il mio corpo si muoveva a tempo (forse) di musica, affiancato da Freya e da un'altra moltitudine di persone che ballavano con me.
A un certo punto riuscì a mettere a fuoco un'immagine rimasta offuscata per una buona parte della serata.
Intravidi tra la folla vicino al bancone due volti famigliari.
Mi venne il cuore in gola.

Klaus ed Elijah davanti a me.

Klaus mi stava osservando bene o male da quando ero entrata in pista, non mi aveva tolto gli occhi di dosso e il suo sguardo su di me mi aveva fatta completamente uscire fuori di testa.
La sensazione di leggerezza data dall'alcol, la musica e la sua presenza mi avevano fatta diventare un'altra persona...il tutto mi eccitava.
Presi un ragazzo vicino a me, lo scelsi carino alto e con la barba.
Ci ballai e vidi con la coda dell'occhio Elijah che parlava con Klaus, ma con tutto il frastuono non riuscii a sentire cosa si stessero dicendo.

Io non avevo chissà quali intenzioni con questo ragazzo, volevo solo mangiarlo.

TheMostPowerful POISON - K.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora