Capitolo Sette

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Aprii gli occhi, mi guardai intorno.
Tutto era ornato con mobili antichi e vecchi decori.
Misi a fuoco uno stemma con una M, mi ci volle qualche minuto per capire dove mi trovassi e cosa fosse successo la notte prima.

In parte ero davvero imbarazzata e anche un po' frastornata, ma allo stesso tempo ero quasi felice del fatto che io e Klaus stessimo iniziando a fidarci l'uno dell'altra.
Tutti questi pensieri furono interrotti da una fitta alla testa, classica da post sbornia.
Mi voltai, vidi sul comodino un'aspirina e dell'acqua; accanto un bigliettino :

"Ti aspetto giù per fare colazione, Bella Addormentata."


Un piccolo sorriso spuntò sul mio volto.
Ancora incredula di tutto ciò che fosse successo in quelle ore, inghiottii la pastiglia bevendo tutta l'acqua del bicchiere. Quando lo posai nuovamente sul comodino, notai una piccola bimba in piedi attaccata allo stipite della porta, che mi osservava con un dito in bocca.
<<Ciao Hope, buongiorno.>> scesi dal letto e mi accucciai per essere alla sua altezza
le diedi una piccola carezza e lei rise <<Scherzavo, assomigli molto anche al tuo papà.>>
Lei mise le sue manine sulle mie guance e dopo qualche smorfia entrammo in un'altra visione.
Sentii il mio cuore battere fortissimo, come se stessi per avere un infarto.
L'unica cosa che vidi nitida era un simbolo, una sottospecie di tatuaggio su una spalla che raffigurava una Mezzaluna.
Ripresi coscienza e vidi gli enormi occhi di Hope farsi piccoli piccoli per poi sorridermi di nuovo.
<<Cosa starai cercando di dirmi piccola Mikaelson...>> le sussurrai.

<<HOPE!!>> una persona a me sconosciuta urlava a squarciagola nel corridoio, la sentii avvicinarsi <<Oh Hope finalmente, ti ho cercata per tutta casa!>>
Una barbie bionda entrò in camera mia e i suoi occhi azzurri mi scrutavano chiedendosi chiaramente chi io fossi.
<<Tu devi essere la nuova fiamma di mio fratello.>> sorrise <<Ti auguro buona fortuna.>>
<<Ma io mi sto chiedendo, perchè Klaus ha tante persone vicine ma tutte ironicamente mi augurano buona fortuna se anch'io voglio stargli vicino? Paradossale non trovi?>>
<<No, non è paradossale. E' Klaus. Io comunque sono Rebekah.>>
<<Ho sentito parlare di te, sei la sorella stronza.>>
le sorrisi a mia volta <<Annalisa, e sono più stronza di te.>> seppur non ci conoscessimo nemmeno, quello scambio di battute in totale confidenza mi aveva messa a mio agio.
<<Ti sta aspettando giù comunque. Io vado a cambiare il pannolino a questa peste è tutta mattina che corre in giro!>> la prese in braccio dandole un pizzico sulla guancia <<A presto nuova fiamma!>> se ne andò senza aggiungere altro.

Presi due cose al volo e scesi per le scale del "Palazzo Mikaelson".
Dalla balconata, vidi al piano di sotto Lui che mi aspettava seduto su una sedia accanto al tavolo in legno mentre leggeva un libro con la gamba destra accavallata, in attesa.
In quel momento appurai una cosa: era impossibile svegliarsi di malumore alla visione del fascino emanato da Klaus Mikaelson.
Lui sentii subito la mia presenza ormai vicino alla sua.
<<Buongiorno Annalisa. Come hai dormito?>> chiuse il libro e mi versò subito del caffè.
<<Bene, ho preso l'Aspirina e adesso va molto meglio. Ho avuto il piacere di conoscere tua sorella Rebekah.>> mi sedetti anch'io.
<<Immagino ti avrà riempito di stupidaggini su di me, su quanto io sia paranoico, egoista, megalomane...>> misi la mia mano sulla sua <<Basta.>> gli sorrisi <<Gustiamoci la colazione!>> lui tutto ad un tratto, rilassò i muscoli e l'espressione facciale fu molto più serena. Mi sorrise a sua volta.
<<Tu dovrai gustarla cara, io sono sveglio già da un po'. Ho avuto da fare, ero in giro a chiedere informazioni in quanto temo che a breve avremo a che fare con una bella combriccola di stolti.>>
<<Di chi stai parlando?>> dissi addentando la mia brioche.
<<Di..>> si bloccò osservando la mia bocca <<Aspetta, sei sporca qui.>> con delicatezza, portò il suo pollice all'angolo della mia bocca e tolse la marmellata, per poi portarlo alla sua bocca lasciando me avvolta dal suo incredibile charme.
<<Emh...sì, grazie... dicevi?>> schiarii la voce, lui se ne accorse e fece un sorriso malizioso
<<Sto parlando di Lucien. Un vampiro che ho creato io.>> guardò a terra per poi posare nuovamente il suo sguardo su di me <<Fu il primo. Voglio andare questo pomeriggio a cercarlo per parlargli.>> inghiottii l'ultimo morso di brioche <<Vengo con te. Sono curiosa di conoscere anch'io i motivi per i quali sia venuto qui.>>
<<E' rischioso Annalisa, non so a cosa andrò incontro.>>
<<Appunto perchè è rischioso, verrò con te.>>
mi avvicinai sussurrandogli <<Io amo il rischio.>> rimase zitto per qualche secondo, scrutandomi
<<E' un peccato tu non abbia ancora della marmellata sulla bocca.>>

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