Il risveglio

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Thoms si svegliò presto quella mattina, si alzò, si mise velocemente i vestiti della sera prima.
Era sovrappensiero, come al solito, e solamente in un secondo momento notò la lettera sul comodino. Era color ambra. La curiosità vinse lo stupore. Prese la lettera, la aprì. Lesse ad alta voce la filastrocca malefica.
Poi silenzio.
Si sentì soffocare, provato dal dolore e cadde a terra come ferito da una freccia di ghiaccio.
Ritornato in sé corse subito nella stanza del Re e vide i suoi genitori sul letto, immobili, congelati in un sonno eterno, incubo del creato.
Pianse fino  a consumare le lacrime.
Abbandonata la tristezza sopraggiunse la rabbia coraggiosa, una rabbia così potente capace di domare un'intera tempesta.
Corse ad affilare la spada, sellò il cavallo e partì.
Aveva una missione.
Il suo mondo doveva essere salvato.
Il vento soffiava, forte, impetuoso e sfiorava con le sue possenti mani le fronde degli alberi facendo fluttuare le foglie in voli eleganti. Nel cuore di Thoms il vento gelato ricuciva la ferita provocata dal dolore e preparava i muscoli alla battaglia.
Avanzava il principe in sella al suo purosangue bianco. Attorno a lui la luce brillava e si faceva largo fra l'oscurità.
Thoms stringeva la sua spada d'oro con timore e coraggio, rabbia e paura.
Avanzava e respirava l'odore aspro del freddo.
Improvvisamente un'aquila nera gli piombò addosso e lo scaraventò a terra.
L'aquila colpiva il volto del principe con artigli ruggenti. Lo graffiava, lo feriva nel volto come nel cuore.
Thoms sapeva chi era, Thoms aveva già capito tutto da quella prima riga di quella triste filastrocca.
«Fatti vedere, Malva, l'esilio non ti ha cambiato a quanto vedo? Giochi ancora a distruggere il mondo o hai cambiato hobby?» la voce del principe sembrava sicura, ma il cuore batteva forte, così forte da voler uscire dal petto.

Una nube invase la scena, L'aquila divenne polvere evanescente «Vedo che sei sempre sempre intelligente mio caro principino! Mi cercavi, forse? Eccomi, sono qui! Ma ti consiglio di non varcare la linea che separa la luce dall' ombra, sei troppo giovane per morire, non credi?». Mentre Malva parlava, fra la nube opaca, Falloides rideva mostrando i denti aguzzi e incatramati.
«Tu, reietto, non puoi darmi ordini, io sono il Principe del regno dei sogni e ho il dovere di proteggere questo mondo! E se dovrò morire sarà solo dopo averti annientato!»
Più spaventato che sicuro Thoms varcò la linea che divideva la luce dall' ombra, la ragione dalla vendetta, ed entrò nella nube.
Subito apparve Malva che con un colpo di lancia ferì il principe alle costole e lo scaraventò nuovamente a terra. Falloides con potenti sortilegi potenziava la forza e la velocità del suo padrone.
La lancia era avvelenata e Thoms sentiva bruciare il petto e piangere le ossa.
Quando tutto sembrava perduto e anche le nuvole di nascondevano, un raggio dal cielo, come un miraggio, gli illuminò il volto, gli infuse nuova vita.
Un vortice si aprì ed una voce accompagnò la luce.

«Presto, chiudi gli occhi e non aprirli per nessun motivo!» era misterioso e caldo quel suono, ma sembrava sfuocato e sfuggiva nel silenzio.

Il principe sentendo il corpo troppo pensante per combattere e la bocca troppo stanca per rispondere si lasciò guidare dalla luce e socchiuse le palpebre.
Una scia di vento caldo avvolse Malva e, stritolandolo, gli fece perdere i sensi.
Falloides scomparve sulla vetta della montagna, solo e intimorito.
Thoms venne poi sollevato dal raggio e cullato dolcemente verso nuovi sentieri.

Il potere dell'orizzonteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora