Capitolo 25

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La vacanza a Londra finí anche fin troppo presto. Ma la ricorderò per sempre. Non tanto per il luogo ( Londra è bellissima ma l'avevo già vista in precedenza), ma per con chi ci sono andata. Una delle esperienze più belle della mia vita.
Il problema adesso era tornare alla routine: io al mio lavoro e Gionata sarebbe stato impegnato con il suo tour, quindi ci saremmo visti molto meno.

Il taxi mi lasciò a casa, per poi accompagnare anche Gionata alla sua.
Salii le scale con le mie valige e, una volta entrata, mi gettai sul divano.
Presi il cellulare e riaprii la chat con Melissa. In questi giorni mi scrisse parecchi messaggi per chiarire, ma io non ero riuscita a farmi andare giù quello che aveva detto sul mio "ragazzo". Si beh, non era ufficiale, ma pensavo fosse scontato.

Sistemai le valigie e mi feci una doccia per poi addormentarmi nel mio lettone.

Lunedì. 7:00 am.
La sveglia suonò e mi alzai lamentandomi.

A lavoro raccontai per filo e per segno tutto a Marco e, solamente le sue espressioni, mi fecero morire dal ridere.
Tra un foglio e l'altro, il mio amico mi invitò a fumare una sigaretta insieme agli altri.
Stavamo chiacchierando e ridendo tutti insieme, quando mi squillò il cellulare: Gionata.
Mi allontanai dagli altri per rispondere.
"Ehi"

"Ehi..senti, sta sera non posso venire da te"

Mi rattristai in meno di un secondo

"Ah..come mai?"

Feci un tiro dalla mia cicca.

"Ehm, lavoro fino a tardi con Charlie, dobbiamo finire un pezzo"

Non mi convinse del tutto la sua risposta, ma non diedi di matto, almeno non in quel momento.

"Ok, va bene, ci vediamo domani allora?"
"Ti faccio sapere, ora devo andare"

Mi attaccò la chiamata in faccia.
Alzai le sopracciglia e rimasi a bocca aperta fissando lo schermo.
Tornai dagli altri, ma non mi venne più da ridere.
"Ragazzi io torno su, prima finisco, prima vado a casa"
Salutai e salii le scale.
Dovevo finire i bozzetti per la prossima settimana.

Gionata's POV
Mi svegliai verso le undici, andai in cucina e misi sul fornello la moca del caffè. Mi grattai gli occhi per svegliarmi e accesi una canna.
Mi sedetti a tavola e mi passai la mano sulla fronte. Mi venne da ridere pensando a quei quattro giorni passati con Gaia. Avevo pensato di far diventare la nostra "storia" una vera e propria storia, ma lei non sembrò averne la necessità e io avevo paura di chiederlo nel momento sbagliato. Pensandoci, da quanto era che non avevo una fidanzata? Saranno due anni, penso, ma non mi mancava per niente: restare sempre con la stessa persona senza mai annoiarmi non mi riusciva, però con Gaia ci avrei provato. In vita mia solo una volta mi sono innamorato, che lei sia stata la seconda?
Mi svegliai dai miei pensieri con lo squillare del cellulare. Charlie.

"Oi bro"

"Cazzo, sfe. Ti ho chiamato cinquanta volte, perché cazzo non mi hai risposto?"

Effettivamente avevo notato le sue chiamate perse, ma non mi ricordai, Gaia era la mia distrazione.

"Ah si, giusto, ehm..fra, ero a Londra, lo sapevi"

"Il telefono prende anche lì"

Sbuffai così forte che si sentì anche dall' altra parte della chiamata.

"Ho capito, eri con lei?"

"Se"

"Sfe da quando stai con lei ti vedo assente, nelle ultime due settimane ti avrò chiesto mille volte di venire in studio per finire il pezzo, e tu hai sempre avuto una scusa"

"Si lo so, hai ragione, è che.."

"No, è che niente. Gionata ti devi svegliare, devi dare priorità al lavoro, le scopate vengono dopo"

"Ma non è solo 'scopare' Charlie, Gaia mi piace sul serio"

"Gionata, avanti: ha appena compiuto 19 anni, tu ne hai 24, lei è una ragazzina e tu sei un uomo, hai una carriera da portare avanti e non puoi distrarti così"

Rimasi qualche secondo in silenzio, strofinandomi gli occhi. Charlie aveva ragione. Mi ero ripromesso di non perdere tempo dietro queste cavolate.

"Ci sei?"

"Sisi, stavo solo pensando..quindi dovrei chiudere?"

"Se non riesci a metterla in secondo piano, si, assolutamente"

"Ok ok, sta sera passo e finiamo quel pezzo"

"Ti aspetto"

Attaccai e sbattei il cellulare sul tavolo, passandomi le mani tra i capelli.
Versai il caffè e andai fuori nel balcone.
Mi sedetti su una sedia e feci partire la musica dal telefono.
Accesi un' altra canna e appoggiai i piedi sopra il muretto.
Mi venne in mente il mio primo appuntamento con lei, quella sera, io e lei, seduti qua fuori a ridere e coccolarci. Adesso vorrei andare lì da lei, coccolarla, farci l'amore e dormirci insieme.
Ew, non è da me pensare a queste cose. E da quando definivo "fare l'amore" con qualcuno al posto di "scopare"? Charlie aveva ragione, non potevo continuare così, se fosse andata avanti avrei perso totalmente la testa.
Decisi di chiamarla.

"Ehi"

"Ehi..senti, sta sera non posso venire da te"

Non ce la feci a dirle espressamente cosa avevo intenzione di fare. La sua voce mi fece rendere conto di quanto mi mancava, anche se era passato meno di un giorno.

"Ah..come mai?"

"Ehm, lavoro fino a tardi con Charlie, dobbiamo finire un pezzo"

Dissi, strofinandomi la nuca.

"Ok, va bene, ci vediamo domani allora?"

Volevo dirle di si, anzi sarei andato subito, ma non potevo.

"Ti faccio sapere, ora devo andare"

Nelle sue ultime due frasi sentii il cambiamento nel suo tono di voce, e pensai che non mi ebbe creduto.
No, Gionata, resisti e lascia perdere.
Rientrai in casa e cercai di concludere le ultime due strofe del nuovo brano.

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