Capitolo 8

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Presi la mia giacca in jeans, uscì di casa e salì l'ascensore. Dio, non mi era mai successo di provare un'ansia del genere per una persona, specialmente per un ragazzo, così diverso da me sotto ogni aspetto, ma che aveva quel qualcosa in grado di smuovermi dentro.
Ritoccai il rossetto color carne e, dopo un grande respiro, mi incamminai verso il portone del mio condominio.
Ed eccolo là ad aspettarmi, appoggiato all'auto che sembrava fissasse il vuoto, con una sigaretta alla mano.
Appena scorse il mio camminare verso di lui gli comparve un sorriso quasi orgoglioso.
"Minchia Gaia"
"Cosa?"
Rimase muto per qualche secondo, squadrandomi da capo a piedi.
Scosse la testa e disse :
"Niente, solo che così sei bellissima"
Arrossendo risposi con un timido grazie e, per non cadere in un totale imbarazzo, me ne uscii con un:
"Beh neanche tu sei niente male" ironico.
Ed effettivamente era così. Ero solita a ritenere sexy solo i ragazzi in giacca e cravatta, si, prima di vedere lui: con dei semplici jeans strappati, un giubbino dello stesso materiale extra large simile al mio e delle Nike air, ai miei occhi sembrava un pasticcino tutto da mangiucchiare.
Cosa? No, non posso averlo pensato sul serio. Gaia, insomma torna in te. Non è da te fare pensieri del genere. Sisi, lo so. Ma dio, lo hai visto?
Una sua domanda mi fece tornare in me:
"Andiamo o preferisci rimanere qui e continuare a mangiarmi con gli occhi?"
Bella, prima figuraccia della serata. Grande Gaia, continua così.
Divenni nuovamente tutta rossa e gli tirai scherzosamente un pugno sulla spalla:
"Che stupido, si andiamo"
Lui scoppiò a ridere e io non potei non fare altrettanto.
In macchina ascoltammo alcune canzoni di artisti che entrambi adoravamo, da Travis Scott a Rihanna ed io, inevitabilmente, mi misi a canticchiare senza neanche rendermene conto, era una cosa più forte di me.
Sentivo spesso il suo sguardo addosso, ma feci finta di niente, in fondo mi piaceva che mi guardasse, che mi prestasse attenzione.
Dopo varie risate sul prendermi in giro per la mia intonatissima voce, arrivammo sul posto e capì subito di che posto si trattasse. Io non ci ero mai stata, ma dal nome mi ricordai che Christina me ne aveva parlato, dato che uno dei suoi numerosi ex la portò a cena qui. Beh, originale.
Evitai di fare la pesante e decisi di godermi la serata, indipendentemente dal posto.
In fin dei conti era una semplice pizzeria molto ben curata, senza neanche troppi ragazzini dentro. E forse potevo immaginare il perché di questa scelta. Forse i troppi fan lo avrebbero assillato per tutta la sera, quindi approvai anche io questa decisione.
"Gionata, posso farti una domanda?"
"No.
Dai scherzo, certo che puoi"
"Perché non mi hai detto nulla riguardo al tuo lavoro?"
"Pensavo tu lo sapessi già ma non ci avevi dato molta importanza, anche se a quanto pare non è così se mi fai questa domanda"
Appoggiò le braccia sul tavolo con le mani incrociate e lo sguardo stranito, cercando di capire cosa stessi pensando solamente guardandomi.
" perché è un problema?" Mi chiese impassibile.
"Nono, è solo strano per me. Insomma, sei un personaggio pubblico, sarai costantemente sulla bocca di tutti e, cioè magari se ti vedono con me.."
"Potrebbero pensare che stiamo insieme, dici?" E mi guardò come se avessi detto una grande stupidata, infatti ci accompagnò una piccola risata.
"Beh si" risposi convinta di ciò che pensavo.
" anche se fosse, quale sarebbe il problema? Anzi, sai che bella figura ci farei se la gente credesse tu sia la mia ragazza?"
Evidentemente lo disse con fare ironico, ma io divenni rossa comunque, tanto per cambiare.
Lui lo notò e si mise a ridere.
" Adoro quando fai quell'espressione"
"Che espressione ?"
"Quella di una persona che non ha la minima idea di cosa dire o fare. E mi sembri una che non si trova spesso in queste situazioni"
Ringraziai il signore, perché arrivarono le pizze a interrompere il tutto ciò. In effetti aveva ragione, non mi era mai successo che non sapessi cosa dire, sono una che ha sempre la risposta pronta. Tranne che con lui...come cavolo faceva?
"Cosa volete da bere?" Ci chiese il cameriere.
Io risposi una birra e Gionata con uno sorriso divertito, ordinò lo stesso.
"Va beh per il momento hai fatto anche troppe domande, tocca a me. Tornando al discorso di prima, da quant è che lo fai?"
"Il cantante? Beh da tanto, ma il successo ha iniziato ad arrivare 2 annetti fa. Ed oggi mi ritrovo con il mio primo disco ufficiale certificato disco d'oro"
Mi mostrò il suo ennesimo sorriso soddisfatto e non troppo modesto. Lo adoravo, era così sicuro di se, così determinato e con quel pizzico di vanità che lo rendeva irresistibile.
Appena mandai giù il boccone, continuai:
"Mh, prima ho ascoltato in macchina.."
"E?"
" e insomma..." lo guardai con una faccia dubbiosa, ma dato che sembrava esserci rimasto male, ammisi lo scherzo:
"Dai, stavo scherzando. L'ho adorato invece. So già qualche canzone a memoria"
"Ah allora inizierò a considerarti una mia fan"
"Dammi il tempo e diventerò la tua fan numero 1"

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