Capitolo 1

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Erano le sette. E come ogni mattina, partí quel fastidioso suono proveniente dalla sveglia. Acchiappai il telefono e, tra uno sbadiglio e l'altro, notai le varie notifiche.
Dopo qualche minuto trovai la voglia di alzarmi e di recarmi in bagno per farmi una bella doccia bollente per svegliarmi del tutto.
Sotto la doccia affiorarono in me mille pensieri e domande su come la mia vita stesse proseguendo: ero riuscita a sistemarmi qui a Milano da ben 5 mesi, avevo fatto nuove conoscenze,l'università proseguiva bene,avevo un lavoro che mi appagava parecchio, ero riuscita a comprarmi un auto, tutto in completa autonomia, senza l'aiuto di nessuno...l'unico tassello che sentivo mancante all'interno di me stessa era una persona disposta a stare al mio fianco, un qualcuno in grado di amarmi e tenermi testa, ma che fino adesso non avevo riscontrato in nessuno.
Uscita dalla doccia mi avvolsi nell'asciugamano e mi diressi in camera. Una volta indossati gli abiti, truccata e pettinata, presi borsa e cuffiette e mi diressi verso la metro. L'università sta a 5 minuti da casa, e tempo neanche di due canzoni, mi ritrovai all'ingresso dell'edificio. La mattinata proseguí tranquillamente e, tra libri e appunti, arrivò mezzogiorno. Controllai il telefono e notai un messaggio di Melissa che diceva:
"Aspettami fuori che pranziamo insieme"
Melissa era una delle persone con cui avevo legato di più, frequenta la mia stessa università ma abbiamo corsi totalmente differenti.
Da lontano sentii urlare una voce familiare:
"Gaia sono qui"
mi girai e in due secondi me la ritrovai vicino. Dopo esserci salutare e aver iniziato a parlare del più e del meno, salimmo su nella sua macchina e ci dirigemmo nel bar più vicino per un pranzo al volo, come era nostro solito.
La giornata era iniziata abbastanza bene dato il sole splendente, che è una delle cose che mi rasserena di più, ma prese una totale svolta positiva quando alla radio partí Xo Tour Life di Lil Uzi, una delle mie canzoni preferite in assoluto. Come mio solito, alzai il volume, abbassai il finestrino e iniziai a cantare a squarciagola nel sedile del passeggero accompagnato da un gesticolare a ritmo del brano, con sotto Melissa che sbellicava dalle risate.
Ferme al semaforo, non feci caso alle altre macchine, fin quando scorsi lo sguardo divertito e alternato della mia amica tra me e il conducente dell'auto affianco alla nostra, così fermai un secondo il mio piccolo concerto e le chiesi cosa c'era, lei mi indicò con il naso il ragazzo seduto nell'altra auto e io mi girai a guardarlo. Notai il suo sguardo divertito, senza alcuna aria di presa in giro, semplicemente divertito, che mi stava fissando da non so quando tempo. Improvvisamente diventai rossa peperone e scoppiai a ridere, aspettando ansiosamente che il semaforo diventasse verde, ma ciò non fece in tempo ad accadere che il ragazzo dal capello rosso, i denti d'oro e  lo stile stravagante che si poteva dedurre solamente dalla felpa e la bandana portata in testa, mi disse con un sorriso rassicurante:
"Piace molto anche a me quella canzone"

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