Sempre la stessa storia

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Heaven

E come tutte le domeniche io e i miei genitori ci ritroviamo ad affrontare una sempre più ostinata discussione nella loro speranza che io torni a casa. O meglio, non proprio a casa, ma almeno tornare lì per il mio compleanno, che si terrà a novembre, per eventuali feste natalizie o pasquali che siano e qualche weekend.

-Mamma te l'ho detto, sono occupata con lo studio. Non credo di riuscire a venire-

E questa è una delle più famose scuse utilizzate dalla maggior parte dei figli che non vogliono tornare alle loro origini. Che sia perché solo asfissiati dai genitori, che sia perché vogliono fare quel che vogliono senza essere giudicati o senza che gli venga fatta una ramanzina o, ancora più comunemente, che sperano di limitare i proprio incontri con i genitori a solo qualche telefonata settimanale. Esattamente quello che voglio fare io, o che almeno tento di fare.

Non è che io non tenga a loro anzi, mi ritengo fortunata ad averli entrambi. Ci sono persone a cui mancano la mamma o il papà perché divorziati, malati o sono stati strappati via dai figli quando questi ultimi erano ancora giovani e si sono ritrovati poi ad affrontare il mondo da soli. A volte però la sola presenza fisica dei genitori non è molto di aiuto per affrontare la vita, spesso, questi ci picchiano, ci violentano sia fisicamente che psicologicamente, oppure sono semplicemente assenti non capendo le responsabilità che in quanto genitori hanno nei confronti dei figli.
Io non è che odi i miei genitori è solo che mi sarei immaginata una famiglia diversa, con meno problemi, bugie e delusioni. Una famiglia come quelle che si vedono in televisione o si leggono nei libri, quelle con almeno due figli, un cane e dei genitori che si amano e sono sempre presenti. Non nego che ognuno abbia dei problemi, a volte per essere felici bisogna superare degli ostacoli, è solo che il tempo non guarisce tutto, spesso muta una situazione nuova, e non di gradimento, in una cosa abituale. E quando questo accade, esso è solo in grado di prolungare quel dolore che ti perseguiterà negli anni.

Ed è in queste situazioni che ti ritrovi davanti ad un bivio: scegliere te stesso o le persone che ti circondano, sapendo che se sceglierai quest'ultima opzione continuerai a stare male. Non per colpe tue ma per quelle degli altri. È un malessere psicologico che forse è il peggiore fra tutti perché metti in discussione te stesso, la tua vita, le tue capacità e il tuo futuro, oltre alle persone che ami. Non riesci più a separare la realtà dalla confusione, dalla fantasia, dal dolore stesso. E sappiate che arriva sempre il momento in cui direte basta scelgo me!!
Ed è esattamente quello che ho fatto io un anno fa.

-va bene ho capito, come sempre metti lo studio prima di tutto, come facevi anche al liceo. Spero che almeno adesso ti diverta ed esca più spesso, come facevi all'inizio quando avevi 13 anni. Prima che te ne andassi stavi sempre chiusa in casa. Un po di svago ti avrebbe e ti farebbe tutt'ora bene.-

Ah mamma sono 20 anni che mi conosci e dici di avermi capito ma la verità è che non hai capito un bel niente di me...

Tra te e papà non so chi fosse stato più cieco.
Tantissime volte mi sono chiesta come facessero a non notare la mia tristezza, la mia solitudine, gli occhi gonfi, le ore sui libri senza uscire mai, gli amici che pian piano diminuivano fino a diventare zero, io che avevo sempre meno voglia di parlare, le nostre conversazioni che si limitavano ad un buongiorno tutto bene a scuola e basta, dicendomi sempre di uscire, divertirmi senza mai chiedermi come mai fossi sempre sola, come mai stessi sempre a casa a far nulla, a volte semplicemente a fissare un soffitto vuoto, altre a litigare con voi per cose che per voi erano sciocchezze e per me molto più. Sapevate solo dirmi quello che dovevo fare senza chiedermi cosa io volessi fare o come mi sentissi in merito. Come per lo studio, voi volevate che io facessi una cosa per ottenere dei soldi certi in un futuro, anche se quello che avrei dovuto fare secondo i vostri consigli a me non piaceva, o come quando mi dicevate: esci, non fai niente a casa. Mi criticavate per questo ma nessuno mi ha mai chiesto perché stessi sempre sola, perché mi fosse passata la voglia di uscire, perché per ogni cosa che facevo mi saliva l'ansia e perché mi fosse passata anche la voglia di vivere.

Ricomincio da Zero (INSIEME) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora