È la vita..

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Nathan (Nate)

-Lei sa perfettamente la situazione quanto è delicata, la chemio sembra non funzionare e noi oltre a sperimentare altri farmaci non sappiamo che altro fare, purtroppo questi non agiscono allo stesso modo su tutti. Ogni persona reagisce diversamente. Nel caso di sua madre inizialmente sembra che funzionino, la febbre passa, la nausea anche e fisicamente è molto più attiva e stabile per quanto il tumore glielo permetta ma, dopo qualche giorno però, la situazione peggiora notevolmente rispetto a quella iniziale- 

Non è la prima volta che il Dottor Rhods mi fa questo discorso. Ormai entrambi ci abbiamo fatto l'abitudine e non so chi tra i due abbia perso per primo le speranze in un qualsiasi miglioramento. Ci vorrebbe un miracolo per salvare mia madre.
Lei ha un tumore al cervello di quarto grado, ovvero un tumore maligno. Tutto è iniziato circa quattro anni e mezzo fa, all'inizio erano semplici mal di testa e pensavamo fossero dovuti magari al del semplice stress o a della stanchezza, come solitamente i medici dicono, poi però la situazione è peggiorata. Ha iniziato a perdere la vista momentaneamente, poi si sono aggiunte brevi perdite di equilibrio, costante nausea e, preoccupato dalla situazione, ho portato mia madre in ospedale. Da lì, elencando i vari sintomi, abbiamo iniziato questo percorso. Il mal di testa è una dei primi e più famosi sintomi dovuto alla pressione intracranica presente nel cranio ,ovvero, la volontà da parte del tumore di accrescersi velocemente ma, non avendo spazio sufficiente, preme nella zona in cui si trova. Mi hanno spiegato, una volta accertarsi della diagnosi, che il tumore al cervello si può suddividere in quattro gradi. I primi due sono benigni mentre, il terzo e il quarto, sono maligni. Si parla di tumore al cervello nel momento in cui c'è una crescita o una formazione e agglomerazione di cellule all'interno dell'encefalo che si accrescono con grande velocità.

Prima che questa storia ci coinvolgesse personalmente non avevo la più pallida idea di cosa fosse o significasse avere un tumore, sapevo solo che c'era il rischio di morire, come per tutti coloro che lo hanno avuto di qualunque tipo e natura fosse.
Per accettarsi del fatto che fosse veramente un tumore abbiamo dovuto fare moltissimi test a partire da un esame neurologico, il quale è il primo step da compiere, poi bisogna fare una risonanza o una Tac per vedere dove esso è collocato ed infine una biopsia celebrale.
Quando glielo hanno diagnosticato, con il medico, avevamo deciso di provare solo con la chemioterapia, la quale, ha comportato la stanchezza e la perdita dei capelli ma, dopo diversi cicli, abbiamo visto che la massa tumorale non era diminuita, anzi sembrava si fosse estesa maggiormente. Per questo motivo abbiamo optato per la rimozione chirurgica seguita da una nuova chemioterapia cambiando il farmaco utilizzato. Purtroppo anche se in un primo periodo sembrava che mia madre stesse molto meglio, dopo qualche mese stette nuovamente male. Il cancro riapparse e cosi anche le mie speranze di una pronta guarigione svanirono. È vero siamo entrambi avviliti ma non ci arrendiamo. Siamo riusciti ad inserirla in uno di quei programmi di sperimentazione ma ancora non ci sono risultati.. sono molto legato a mia madre, lei c'è sempre stata per me, ha dovuto fare la parte di entrambi i genitori perché mio padre non so neanche chi sia e io la ammiro tantissimo per questo, ho il terrore di perderla..

-La terremo sotto osservazione per qualche ora visto la crisi epilettica avvenuta questa notte, nel pomeriggio la dimetteremo-

Stanotte per la prima volta ha avuto una crisi epilettica. Il suo corpo ha perso conoscenza e successivamente ha preso vita, metaforicamente parlando. Le convulsioni l'hanno investita, il suo corpo si muoveva come se fosse stato posseduto, ho provato a scuoterla per farla rinsanire inutilmente, era orribile vederla in quella condizione. Le urlavo di svegliarsi, che doveva riprendersi ma la crisi non cessava. Nel caos che in quel momento era la mia testa ho afferrato il telefono di casa e ho chiamato un ambulanza, la quale è subito corsa in nostro soccorso. I paramedici mi hanno bruscamente allontanato da lei, uno di loro mi ha afferrato con forza perché non volevo lasciarla, avrei dovuto aiutarla e invece non ci sono riuscito..Poi mi hanno strattonato per le braccia dicendomi che dovevo stare calmo, che l'avrebbero aiutata ma avrebbero fatto più velocemente se io fossi stato sereno. Volevo urlargli contro che non potevo stare calmo quando non sapevo come aiutare mia madre, come diavolo avrei potuto stare tranquillo quando la vita di mia madre è a tanto cosi da svanire. Ma, nonostante la mia preoccupazione, la paura e forse anche la rabbia scaturita da non so bene cosa, forse da tutte quelle persone che in due anni continuano a dirmi "stai tranquillo andrà tutto bene" e anche in quel momento una persona mi diceva di stare calmo e tranquillo e che avrebbero risolto la situazione, mi sono allontanato per lasciarli lavorare. Poi sono uscito, ho preso la macchina e li ho seguiti fino al pronto soccorso.

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