Aiutatemi

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Heaven

Avete presente quella sensazione di panico che ti assale, quei momenti in cui il tuo cervello farfuglia mille pensieri contemporaneamente, talmente tanti che ti scoppia la testa dal dolore ma al tempo stesso non riesci a sussurrare una parola. Quei momenti in cui la tua coscienza urla dentro di te e vorresti farlo anche tu ma qualcosa ti blocca, non riesci neanche a respirare, ti viene solo da vomitare, hai un groviglio allo stomaco che ti attanaglia le viscere, quel costante tremolio che non abbandona il tuo corpo e quella continua ansia che ti divora, che ti soffoca. Ecco è così che mi sento in questo momento, sovrastata dalla paura e dall'ansia. Non capisco neanche cosa stia succedendo o cosa sia già successo, sento una voce ma non riesco a capire se sia vicina, se ce l'abbia con me e questa figura imponente che mi sovrasta, non capisco niente. Forse mi sto immaginando tutto, forse voglio solo qualcuno che mi salvi da questa situazione... non lo so. Perché non riesco a reagire, perché è tutto così confuso? Vorrei tanto essere lucida ma non lo sono e questo lo odio. Mi è successo altre volte, ovviamente mai in una situazione del genere, per il semplice fatto che non mi sono mai ritrovata in una situazione del genere, ma vi giuro la mia testa è una confusione totale. Sento dolore, sento delle urla ma solo nel mio cervello, non riesco a pensare lucidamente e quando ci provo non riesco a concludere una parola. Ma come cazzo è possibile? Si tratta di un pensiero, possibile che i pensieri vengano rallentati e quasi del tutto annullati in certi momenti e situazioni? Non so darmi una risposta ma, evidentemente, può succedere perché è quello che provo ora. Non capisco neanche se sono più arrabbiata e impaurita dalla situazione che sto vivendo o se sono arrabbiata con me stessa perché non sono in grado di reagire. Sento delle voci in sottofondo ma non riesco a distinguere quello che dicono. Vedo una figura avvicinarsi a me e, quasi d'istinto, mi allontano. Non sono padrona dei miei movimenti. Una mano si allunga verso di me ma prima di toccarmi si ferma a mezz'aria, come se avesse paura che potrei frantumarmi da un momento all'altro. Sposto lo sguardo dalla mano scura al volto leggermente illuminato da un lampione poco distante e noto che non si tratta più dell' uomo di prima incontrato al bar. No, si tratta di un volto giovane mai visto, ma in questo momento sarei stata felice di incontrare chiunque, anche uno sconosciuto, piuttosto che restare un secondo di più con quel tizio losco.

-Va tutto bene, quel tipo se le data a gambe quando ho detto che avrei chiamato la polizia, non so bene cosa sia successo ma è evidente, dalla situazione in cui ti trovo, quali fossero le sue intenzioni.- Dice il ragazzo mentre attende un qualche segno da parte mia.

Sono ancora frastornata e confusa, non so neanche io cosa sia appena successo. Ricordo vagamente una voce che chiedeva se il bar fosse chiuso, forse nell'oscurità del vicolo credeva che stessimo solo parlando.. non lo so, ma credo di potermi fidare di questa persona. Così decido di afferrare esitante la sua mano la quale mi aiuta a tirarmi su dalla posizione in cui mi trovo.

-Grazie- dico solamente non sapendo cos'altro aggiungere. Nella confusione che è la mia testa e con la volontà di sapere cosa è successo, corrugo la fronte pensierosa alla ricerca di ricordi in merito a quel che è accaduto. Ancora li, in quel vicolo, sento il vento tagliente sferzare sulla mia pelle, rabbrividendo perché sto congelando e ricordando che il meteo prevedeva addirittura neve nei prossimi giorni, non posso non sentire il freddo che mi circonda il viso e il dolore pungente che provo su una guancia. Automaticamente passo l'indice sul punto in cui sento bruciore. Quello che noto è un taglio sulla mia guancia che si sta lentamente gonfiando, me ne ero accorta prima ma poi mi è totalmente passato per la testa.

-Dovresti medicarlo, serviranno al massimo due punti e un po di ghiaccio, ma se non lo fai domani ti ritroverai con una guancia nera e gonfia. Quando poi il taglio si rimarginerà da solo ti resterà una bella cicatrice-

guardo il volto privo di nome da cui proviene la voce e ancora sconvolta annuisco lentamente, visibilmente scossa, dico

-Non voglio andare in ospedale...farei una fila lunghissima per il pronto soccorso, mi faranno degli esami di accertamento che poi dovrò pagare, quindi ti ringrazio ma non fa niente. A dirla tutta non amo in modo particolare gli ospedali. Comunque mi chiamo Heaven e ti ringrazio davvero tanto per avermi aiutata-

Ricomincio da Zero (INSIEME) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora