Un brindisi alla nuova vita

65 3 13
                                    

Mi trovo all' interno di una casa a me sconosciuta ma al tempo stesso familiare. Sono sola inizialmente, cammino alla ricerca di non so neanche io cosa tra i corridoi e le stanze, voltando la testa ad ogni minimo suono che mi raggiunge. Poi incrocio la figura di mia madre. Ci guardiamo entrambe immobili come se non ci fossero bisogno di parole poichè già a conoscenza della verità.
Ad un tratto scompare tutto e io mi ritrovo nuovamente a correre alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Mi volto di spalle continuando a correre come se stessi scappando. Corro ancora e ancora finché un assordante rumore non mi fa voltare di scatto facendomi inginocchiare dal dolore che questo provoca nella mia testa. Alzo lo sguardo e questa volta trovo la figura di mio padre, lo guardo per un istante, poi il mio volto si sposta nella direzione da cui proveniva quel fastidioso rumore. Mi alzo faticosamente avvicinandomi alla finestra finché non vedo che la casa in cui mi trovavo non sta per essere abbattuta da un caccia militare. Presa dal panico mio padre si avvicina a me. Io afferro la sua mano, lo guardo e gli dico "papà nonostante tutto io ti voglio bene". Lui non capisce a cosa mi stia riferendo ma sa che a breve esploderà tutto così non mi fa domande semplicemente iniziamo a correre insieme cercando di fuggire da quell' apocalisse imminente che ci travolgerà. Mentre corro mi torna in mente mia madre. Lei era nell' altra stanza, ma io e mio padre non andiamo a cercarla, la lasciamo li a morire da sola e corriamo via. Poi ad un tratto finisce tutto e ci ritroviamo entrambi in aria, la casa è stata bombardata così come i nostri corpi. Il dolore è lancinante e siamo ancora nel cielo in attesa di piombare al suolo e morire. Mio padre cerca di afferrarmi un braccio ma il solo tocco mi provoca un fitta lancinante da farmi allontanare. Poi sento gli occhi farsi sempre più pesanti e una voce nella testa che mi dice qualcosa dolcemente, quasi come se volesse tutto questo.

-Lasciati andare Heaven, lasciti morire. È il momento-

-Nell' istante in cui ho chiuso gli occhi nel sogno, quelli nella realtà si sono spalancati, mi sono risvegliata con il cuore a mille, le lacrime agli occhi e un attacco di panico. È stato orribile Tess ti giuro è stato orribile. Sentivo un dolore fisico allucinante, non sembrava un sogno... Per non parlare di come mi sentissi quando ho capito che non sarei tornata per salvare mamma-

-Sai questo che vuol dire?-
Domanda lei, scrivendo vari appunti sul suo quaderno.

Io annuisco cercando di respirare, anche se da qualche ora l'aria fa fatica a riempire i miei polmoni, ancora visibilmente sconvolta dal quel sogno le cui immagini sono vivide nella mia mente.

Mi trovo nello studio di Tess, sono seduta davanti la sua scrivania a gambe e braccia incrociate come a volermi proteggere da me stessa.
Quando mi sono svegliata da questo incubo devo essere stata così agitata da aver svegliato anche Nate che stava dormendo esattamente a fianco a me mentre con un braccio mi cingeva vigorosamente la vita. Ieri sera devo essermi addormentata senza neanche accorgermene. Quando mi sono svegliata, spaventata e in preda all' ansia, da una parte è stato un bene che ci fosse lui.

Flashback

Occhi spalancati nel buio che mi circonda, il cuore che mi batte a mille, una frase che mi esce spontaneamente dalle labbra quasi come il suono di un urlo disperato.

Ricomincio da Zero (INSIEME) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora