Dark Angel

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Prompt XV

Marinette aspettò che il semaforo cambiasse colore prima di attraversare quella piccola striscia di terra. Le buste si facevano sempre più pesanti ad ogni passo che faceva, ma se l'alternativa era passare per strada più tempo del previsto... con uno scatto sistemò le buste della spesa nelle sue mani arrossate dal freddo.

Forse fu per questo che non vide le luci avvicinarsi pericolosamente a lei. E quando se ne accorse era troppo tardi. I suoi occhi cominciarono a chiudersi automaticamente, le sue gambe si erano fatte improvvisamente più rigide, e nelle orecchie sentiva il ronzio acuto che tutti sentono prima della fine.
La luce invase la sua visuale.

Fu proprio come fanno vedere nei film: i sensi si annullano, ti senti sollevare da terra, ed è come volare. La mia morte non poteva essere più banale, pensò sarcastica lei.

Ma quando riaprì gli occhi si ritrovò sdraiata in un parco. La terra bagnata le aveva sporcato una guancia e le sue buste erano state buttate malamente più in là. Scommetto che le uova sono andate a farsi friggere... beh, non letteralmente, rifletté brevemente, prima di controllare di essere tutta intera.

Era sana.

Era salva.

Nessun arto mancava all'appello, ma era tutto così surreale. La sua mente elaborò subito una possibile risposta: Sono pazza. Chloè è finalmente riuscita a farmi impazzire. Alleluia.

Un fruscio dietro di lei la distolse dai suoi pensieri. E fu lì che li vide.

Due paia di occhi verdi che la osservavano di nascosto, attenti a ogni suo movimento.




Da quel giorno Marinette prestò più attenzione ai suoi dintorni, e scoprì che quegli occhi la seguivano quasi sempre e ovunque. La presenza costante di qualcun altro la seguiva, la osservava, la perseguitava, e all'inizio ne fu spaventata.
Ma dopo mesi cominciò ad abituarsi, persino ad amare quella sensazione di protezione che sentiva.

Fino a quel giorno.

Lei ormai lo considerava il suo angelo custode, una specie di essere superiore che la proteggeva. Certo, qualche volta si chiedeva perché fosse successo proprio a lei, o se per caso ci fosse un essere divino per ogni essere umano. Forse lei era stata abbastanza fortunata da vederlo -intravederlo, a dir la verità-.
Magari lei era speciale.
O il Fato le riservava qualche sorpresa. Chissà, le possibilità erano tante, e tutte eccitanti!

Si poteva essere più fortunati di così?

Passarono tre anni da quell'evento, e la presenza misteriosa era diventata una sua compagna abituale. Qualche volta, se si girava abbastanza in fretta, sentiva l'ombra di quell'essere sopra di sé nascondersi ai suoi occhi. Altre volte lasciava qualcosa da mangiare per lui, e il mattino dopo trovava il piatto vuoto.
Non riuscì più a vedere quegli occhi verdi, ma lei non li dimenticò mai.

Quel giorno era persa nei suoi pensieri. La musica che s'infilava dolcemente nella sua mente attraverso le cuffie la cullava, e chissà come, si ritrovò a dormire.
Non seppe mai come era successo, se qualcuno avesse tentato di dare l'allarme, di chi fosse la colpa.

L'unica cosa che in seguito dichiarò di ricordare erano il fumo, la fuliggine e la puzza di carne bruciata che si infilava con prepotenza nelle sue narici, dandole la nausea. Tentò di coprirsi con un panno della pulizia bagnato, e con le mani appoggiate al muro prese a dirigersi verso l'uscita della palazzina.

Ma le possibilità che ne uscisse viva erano poche.

Dicono che in quel momento la gente vide un'ombra entrare nell'edificio, confondendosi con la coltre nera dell'incendio.
Poi l'urlo disperato di una ragazza.
E poi, nulla più.














—E questo quando é successo?

Da lontano scorgo la nebbia diradarsi ed intravedo la riva opposta: siamo vicini. Il loro tempo con me è quasi finito. Ma voglio togliere loro questa curiosità.

—L'ho conosciuta circa otto anni fa. La ricordo bene, sapete? Anche se era morta, era abbastanza felice, perché aveva infine potuto conoscere colui che aveva vegliato sulla sua vita.

Una donna si sporse verso di me, spalancando i suoi occhi vitrei e privi di vita. —Ed era un angelo?

Non posso fare a meno di sorridere. Umani. —No. Non avete ancora capito?

Il mio pubblico mi osserva attonito. Ed io non posso fare a ameno di godere del loro sgomento. — L'essere dagli occhi verdi era lì per giudicare la sua anima. La sua vita aveva i giorni contati, e lui era stato mandato a giudicarla. Ma le aveva salvato la vita quella prima volta, e come ben potete immaginare, ciò è proibito. Come punizione, lui fu costretto a stare con lei fino alla di lei prematura morte.

Una bambina nelle prime file sospira pesantemente. —Credevo si sarebbero innamorati e avrebbero vissuto felici e contenti per sempre!

Scuoto la testa —Qualche volta non esistono bei finali... ma ecco la vostra meta! Grazie mille per aver viaggiato nella mia umile imbarcazione. Auguro a tutti una felice morte.





































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Prompts || MIRACULOUS TALESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora