Luke
26.Guardo Calum negli occhi e le uniche parole che riesco a pronunciare sono ti odio, ma si può essere così idioti?
Mi sono immaginato questo momento così tante volte e l'ho rovinato.
E lui risponde sarcastico: "Anch'io ti trovo bene, grazie."
Eh prego.
Ma non lo dico ovviamente.
"E quindi il Portogallo" dico, guardandomi attorno.
"Già, il Portogallo."
"Perché?"
"Era l'unico biglietto aereo che potevo permettermi" mi rivela, accennando un sorriso.
Lo osservo, è vestito bene, non è troppo magro, si è fatto la barba e non ha i capelli sporchi. Sta bene.
Grazie a Dio, Calum sta bene.
Nelle peggiori delle mie ipotesi era morto o viveva per strada e invece sta bene.
"Non sei più tornato, alla fine" mormoro, sentendo dentro di me qualcosa che si spezza.
"Non parliamone qui, vieni." E mi prende per mano, con tutta quella sicurezza che Calum Hood non aveva mai avuto, ma la sua mano mi era mancata.
Mi porta in un bar praticamente deserto, qui non servono alcolici, Calum prende un tè e io un caffè.
"Ci ho pensato molto, avrei voluto dirti dov'ero... Avrei voluto dirti tutto, ma non potevo, insomma tu e Layla."
Che c'entra Layla?
"Io e Layla? Non stiamo più insieme e lo sai."
"E vostro figlio?"
"Tommy? Lo cresciamo insieme, ma lei sta con Ashton" dico mentre lo guardo negli occhi, appena pronuncio il nome di mio figlio vedo i suoi occhi illuminarsi. Ha capito.
"Layla e Ashton?" Chiede, ignorando il fatto che mio figlio si chiami come lui.
"Già, da qualche mese..."
Capisco di aver davanti un Calum diverso, un Calum che non è più mio, un Calum che probabilmente ha una vita senza Luke.
Peccato che Luke non possa vivere senza Calum.
"E i fiori?" Gli chiedo, lui sembra sorpreso dalla mia domanda, forse non se l'aspettava o forse non pensava che avrei collegato a lui i fiori.
"Quali fiori?"
E glieli elenco tutti, dal primo all'ultimo e lui resta ad ascoltarmi attentamente, insieme al nome dei fiori dico anche il loro significato.
Gli occhi di Calum si fanno lucidi, ma non piange. Resto in silenzio ad aspettare una risposta. Risposta che non arriva.
Calum si alza e paga il conto, prima di uscire dal bar si volta a guardarmi e dice soltanto una cosa che mi stupisce e mi ferisce allo stesso tempo.
"Io ti amo, Luke, ma non posso ancora tornare a casa."
E capisco, so, che la parola casa ha un altro significato.
Mi alzo e lo seguo fuori dal locale, ora che l'ho trovato non voglio lasciarmelo scappare di nuovo.
"Calum Thomas Hood, fermati."
Non mi ascolta.
"Perché tutti quei fiori? So che sei stato tu. Perché?"
Ancora nessuna risposta.
"Perché non vuoi parlarmi?"
Mi bruciano gli occhi, sto per piangere, ma non mi importa.
"Perché ti sei fatto vivo solo ora?"
"Non mi guardi nemmeno negli occhi, Cal! Ti faccio così schifo?"
"Non puoi dire di amarmi e scappare un'altra volta!"
Qualche passante si volta a guardarmi, qualcuno si ferma addirittura.
"Non è vero che in amore vince chi fugge, perdi soltanto. Sei un idiota."
"Ti odio."
"Mi hai rovinato la vita."
"Vorrei non aver mai detto che sei la mia casa. Vorrei non aver mai vissuto con te. Vorrei non essermi mai innamorato di te. Vorrei smettere di amarti ancora." A questo punto urlo perché Calum è lontano, ma so che mi può ancora sentire. Si volta verso di me e sembra che voglia tornare indietro perciò cerco di raggiungerlo.
Penso veramente ciò che ho detto e non lo rimangerò per nulla al mondo.
Mi avvicino a lui e lui si avvicina a me, mi abbraccia e per un istante credo che sia il vecchio Calum, il mio Calum.
"Mi dispiace" mi dice.
"A me no." Sono sincero e lo capisce.
C'è solo una domanda che ancora non gli ho fatto, ma non ne ho il coraggio, non ancora.
Calum mi prende per mano solo dopo che mi ha asciugato le lacrime e mi fa camminare al suo fianco, arriviamo fino a una palazzina in silenzio, entriamo e saliamo al terzo piano. È casa sua.
Entriamo nell'appartamento e mi indica una porta chiusa.
"Quella è camera mia, puoi dormire qui per stanotte. Io starò sul divano, è un divano letto perciò non lamentarti."
Annuisco soltanto.
Mi presta un pigiama e mi cambio, non ricordavo più il suo profumo, ma sentirlo di nuovo è come tornare a respirare dopo un lungo periodo di apnea.
Lo spio mentre si prepara il letto in salotto, l'appartamento è davvero grande, probabilmente non vive da solo.
Mi ricordo improvvisamente di mandare un messaggio a Layla per non farla preoccupare e poi spengo il telefono, tanto è scarico.
Mi metto a letto, rassegnato, con ancora la domanda presente nella mia mente. Però non riesco a dormire, accendo l'abat-jour e mi guardo intorno nella stanza cercando qualcosa da fare, vedo un computer e mi alzo per andare a sedermi alla scrivania, se è di Calum sicuramente non ci sarà la password ed è così.
Cerco la strada per tornare in albergo, lascio la pagina di Maps aperta e poi prendo un pezzo di carta, scrivo la domanda e poso il foglietto sul cuscino. Prima di uscire dalla stanza mi assicuro che Calum stia veramente dormendo, quando gli passo davanti non mi ferma e non dice nulla, dorme.
E così esco dall'appartamento, ma è come se uscissi dalla nuova vita di Calum, nella quale sono entrato solo per pochi istanti.
La mia mente è finalmente libera da quelle maledette parole e posso tornare in albergo senza sentirmi oppresso.
Salgo sul tram e mi siedo, aspettando la mia fermata.
Ora capisco perché l'anemone.
Ora capisco come si sentiva. Con l'unica differenza che io non sono solo, lui lo è sempre stato per scelta.Perché dici di amarmi se non ci credi nemmeno tu?
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leggermente più corto del solito.
luke si è sfogato e probabilmente ha rinunciato.
probabilmente il prossimo capitolo sarà l'ultimo e probabilmente non ci sarà un e vissero felici e contenti.
/A.la canzone nel titolo è: Cassy O' di George Ezra
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Heart to Heart- [Cake]
Teen FictionÈ un bel ragazzo. Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri. E che azzurro, mai visto azzurro più bello di quello. Il mare in confronto si vergogna. Cristo, Calum, non è questo il momento di fare i tuoi apprezzamenti da gay. Ho sempre saputo di essere...