Capitolo 4

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"Ok, ora gira a destra."

"Come posso girare a destra? C'è il muro!"

"Porco Salazar, Potter! Smaterializzarti no, eh?"

"Non posso smaterializzare un auto!", disse Harry, spazientito.

Draco lo guardò male e tirò fuori la sua bacchetta. Sussurrò alcune parole e un minuto dopo lui, Harry e l'auto si ritrovarono sulla strada in cui dovevano andare. Il moro gli rivolse uno sguardo sconfitto, ma si lasciò scappare una risatina.

"Ok, ma se mi avessi detto che dovevamo andare in Abbey Road ti ci avrei portato! Sai, sarebbe bastato andare dri-"

"Piantala, ti prego.", lo interruppe Draco, ridendo, mentre rivolgeva gli occhi fuori dal finestrino, "Guarda! Eccolo lì!"

Harry si voltò nella direzione che stava indicando il biondo e annuì, per poi cercare un parcheggio.

Malfoy era scoppiettante di gioia, ma il moro non riusciva a capirne il motivo:

"Come mai sei così felice?", chiese, sinceramente curioso.

"Cos'è, deve esserci sempre un motivo per essere felici? Dai andiamo.", tagliò corto Draco.

A quel punto accadde una cosa che Harry non si sarebbe mai aspettato.

Il biondino, preso dall'eccitazione e la felicità, non si era reso conto di aver preso Potter per mano e che quest'ultimo, per la sorpresa, l'avesse ritratta.

Tutta la sua gioia scemò, lasciando il posto ad una vergogna scottante. Si guardarono per un attimo che fu un'eternità, rossi come due peperoni:

"Ehm... scusa.", balbettò Draco, ma Harry gli sorrise:

"Non scusarti.", disse comprensivo.

Si incamminarono verso il locale. Era molto bello: ricordava uno di quei casolari che ci sono in campagna, fatti di mattoni e con l'edera rampicante che si abbarbicava tra essi. L'insegna recitava: "Burrobirre per tutti.".

Anche se sembrava una cascina abbandonata (e ristrutturata), l'entrata era una moderna porta a vetri automatica. Appena entrarono, un giovane cameriere dai capelli biondo cenere gli andò in contro:

"Come posso aiutarvi, miei cari signori?".

"Ho prenotato un tavolo per due. A nome Malfoy".

Il cameriere parve ringalluzzirsi:

"Oh... certo... il signor Malfoy! Venite da questa parte.", fece cenno di seguirlo.
Li portò in un salone stupendo, molto sfarzoso e addobbato. I tavoli erano sistemati con cura e posizionati in modo che le persone sedute potessero parlare liberamente senza essere infastidite dalle chiacchiere altrui.

"Wow...", esclamò Harry. Non era mai stato in un posto così, fatta eccezione per Hogwarts.

Si sedettero al tavolo 42, quello che gli era stato assegnato, e il ragazzo dagli occhi smeraldini prese subito la parola:

"Io non capisco. Questo ristorante è troppo allo scoperto! Si affaccia su una delle strade più affollate e frequentate dai Babbani e che insegna mettono? BURROBIRRA PER TUTTI! Beh, mi sembra giusto! Il fatto è che-"

"Ehm... Potter?"

"Cosa?"

"È stato fatto un incantesimo, Harry Mai-Corvonero Potter. Da fuori i Babbani vedono "Birra per tutti". Inoltre, se un Babbano entra nel locale, non vede questa parte, perché è nascosta.", disse Draco.

Harry si rese conto che la spiegazione non faceva una grinza, perciò arrossì per la vergogna.

"Ah", rispose.

Malfoy si lasciò scappare una risata che fece arrossire il ragazzo ancora di più:

"Dai Potter, non ci avevi pensato. Cosa cambia?", si beffò di lui.

"Ehm... Malfoy? Io avrei una domanda.", lo interruppe Harry, impassibile.

"Spara."

"Bum!"

Draco lo guardò stranito:

"Cosa?"

"È una battuta squallida, Draco Mai-Corvonero Malfoy! Tu mi hai detto "spara" e io ti ho risposto "BUM"? Hai capito ora?"

L'espressione del biondino mutò nell'attimo in cui capì. Si portò una mano al petto e iniziò ad ansimare, come se gli avessero sparato al cuore e fosse in punto di morte:

"Oooh... Potter... questa era orrenda... aiuto...", disse continuando la sua recita.

"Dai, Malfoy, non ci avevi pensato. Cosa cambia?", rise Harry, sarcastico.

"Ok, va bene, hai vinto.", gli concesse Malfoy, alzando le mani in segno di resa, sotto lo sguardo compiaciuto del moro, "Hai davvero una domanda?"

Harry tornò serio:

"Sì, ce l'ho davvero. Come facevi a sapere che sarei venuto con te a pranzo? Da quello che ho sentito, tu avevi già prenotato."

Draco alzò gli occhi al cielo:

"Allora, con tutte le fottute domande che mi potevi porre TU SCEGLI PROPRIO QUESTA??"

"Malfoy, piantala e rispondimi, per piacere."

"Perché sapevo che non avresti resistito al mio immenso fascino.", rispose sorridendo in modo vanesio.

A quell'affermazione, Harry diventò di un'intenso color porpora.
Era vero. Draco Malfoy era affascinante e lui ne era sempre stato sedotto.
Solo, era dura da ammettere.

"Ehm... i-io..."

"Oh, guarda, è arrivato il cameriere."

Dopo aver ordinato, andarono a turno in bagno per lavarsi le mani. Non fecero neanche in tempo a riprendere a parlare che arrivò il cibo:

"Potter, ma da quanto tempo è che non mangi?", osservò Draco, avendo Harry che si ingozzava a meno di un cinquanta centimetri dai suoi occhi.

"Beh... sai... non avevo molta voglia di mangiare...", rispose Harry, improvvisamente rattristato.

"Ti capisco", sussurrò il biondo, e nel farlo, accarezzò leggermente la mano di Harry, che però questa volta la lasciò lì a bearsi del suo tocco.

Rimasero un po' in silenzio, gustandosi le pietanze. Nessuno dei due sapeva cosa dire, dato che la tensione si poteva tagliare con il coltello.
Fu Malfoy a prendere la parola:

"Comunque, se non avessi accettato, sarei passato da Weasley."

Harry smise di masticare e alzò gli occhi dal piatto, puntandoli in quelli di ghiaccio del ragazzo:

"Serio?", chiese, stupito. Ai tempi di Hogwarts, Malfoy disprezzava tutti e tre, ma con Ron c'era  sempre stato un astio particolarmente intenso. Per non parlare dei loro padri, Lucius Malfoy e Arthur Wealsey.

"No, stavo scherzando. In realtà vorrei parlarti di una cosa e credo sia arrivato il momento giusto."

Harry tacque, aspettando che il biondo iniziasse a parlare, anche se lui aveva già una mezza idea di quello che avrebbe detto:

"Ti ricordi quando trovasti il mio diario?"

Eccola. La domanda a bruciapelo che stava aspettando, ma di cui aveva una paura folle.
Harry non sapeva cosa dire. Ovvio che se lo ricordava!

Dopo essersi preso qualche attimo per formulare una frase grammaticalmente corretta, fece per rispondere, ma un gufo entrò dalla finestra e posò una lettera sulle gambe di Draco.

Lui la lesse e fece un'espressione annoiata. Tirò fuori il portafoglio e posò un mucchietto di galeoni sul tavolo:

"Perdonami, Potter, ma mi vogliono assolutamente al Ministero perciò devo scappare. Arrivederci!", prese la giacca e corse via, lasciando Harry da solo.

Finì di mangiare e pagò il conto, poi si diresse verso l'auto, pieno di domande a cui non era riuscito a dare risposta.

I've fallen for you || Like the BeginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora