Capitolo 10

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Ultimo capitolo prima dell'Epilogo!!

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Draco era in quella cella da una settimana e già non ne poteva più.

Quello che gli dispiaceva maggiormente era il fatto che Harry non fosse venuto a trovarlo, non gli avesse mandato nessuna lettera, niente di niente.
Aveva quasi pensato che potesse essere stato il moretto a farlo incarcerare, ma aveva scartato quasi subito quella supposizione.

Harry non l'avrebbe mai fatto.

O sì?

Nonostante tutto c'era una piccola parte di lui che credeva che Harry avesse fatto il doppio gioco tutto il tempo. Non capiva bene perché, ma era così.

Mentre stava rimuginando sui suoi tristi pensieri arrivò un'Auror. Draco immaginò che fosse venuto per dargli la razione di cibo giornaliera, ma egli aprì la cella e disse:

"Malfoy, alzati. C'è un'ultima udienza."

Draco sorrise speranzoso. Quell'ultimo processo era l'unico modo per uscire da lì: sperava che avessero trovato delle prove a sostegno della sua innocenza.

L'Auror gli ammanettò i polsi dietro la schiena e lo spinse verso l'Aula 10, tenendo la bacchetta magica premuta sotto la sua mascella, in modo da Pietrificarlo nel caso avesse provato a rivoltarsi.

Ma Draco non aveva né la voglia né la forza di dimenarsi; anzi, gli era stata fornita un'occasione d'oro su un piatto d'argento e lui non voleva assolutamente sprecarla.

Entrò nella sala con gli occhi bassi, pedinato dall'Auror, senza lasciare alcuno sguardo al Wizengamot, il tribunale che lo avrebbe giudicato. Si sedette sulla sedia di marmo nero duro continuando ad osservare il pavimento.

Dovette distogliere lo sguardo quando la ben nota voce di Elphias Doge si fece sentire:

"L'imputato è in sala. Iniziamo il processo".

Fu lì che Draco scorse, tra Mr. Shackelbolt e una donnetta paffuta, una chioma di capelli corvini arruffati e due brillanti occhi verdi.

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Finalmente avevano portato Draco in sala.
A Harry si stavano torcendo le budella per la paura che il signor Doge l'avrebbe sbattuto di nuovo in quella cella. Lui era la sua ultima speranza.

Kingsley Shacklebolt si era reso conto dell'errore madornale e si era dimesso, cedendo a Harry il posto di Capo Auror, ma non prima di aver collaborato con lui e Ron per trovare delle prove che sarebbero servite a scagionare Malfoy.

E ora era lì, con di fianco Kingsley e con in mano il giusto referto dell'autopsia (quello dove era riportata la vera causa della morte di Astoria, cioè per malattia) e le radiografie non truccate. Aveva la bocca asciutta e il cuore che gli martellava nel petto.

Draco aveva gli occhi bassi; Harry capiva il perché, dato che anche lui, molti anni prima, era stato seduto su quella sedia e giudicato dal non proprio stesso Wizengamot.

"L'imputato è in sala. Iniziamo il processo.", disse Elphias Doge, anche intimando a Draco di alzare lo sguardo.

Harry vedeva i suoi bellissimi occhi grigi, iniettati di odio e di speranza. Voleva uscire dal tribunale insieme a lui, mano nella mano, lasciandosi alle spalle tutto quel trambusto.

Ma prima doveva assolutamente giocarsi bene le proprie carte.

"Signor Draco Malfoy", iniziò il vecchio, "Lei è stato processato esattamente sette giorni fa ed è stato ritenuto colpevole dell'omicidio di Astoria Greengrass, con l'ausilio di prove contro la sua innocenza. L'abbiamo richiamata per svolgere l'udienza ancora una volta, perché pare che ci siano prove che testimoniano il contrario. Per questo passo la parola al signor Potter."

I've fallen for you || Like the BeginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora