capitolo 2

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Lei
Il treno parte lentamente, sembra quasi fermo mentre si lascia porta Garibaldi alle spalle per imboccare vie buie e a me ignote. Subito metto le cuffie e premo play per immergermi nella mia testa, nel foglio bianco tra le mani. Ho scritto tanto stanotte e dormito poco. Il treno mi aiuterà pure, ma la mia schiena non ringrazia mai.  Siamo quasi a Roma. E così ripenso a tutte le serate nella capitale. A quanto mi sono divertita per i vicoli pieni zeppi di gente ubriaca che come me non era cosciente del momento ma lo viveva comunque  appieno.
Prendo il telefono e compongo il numero di Ennio, il compagno di sventure. 《  Sei a Roma? 》risponde sempre, anche alle 5 del mattino. 《Ei Lie, tutto ok? Si sono a casa che dormo, è notte fonda》mi ammonisce 《 hai ragione dai, ti porto la colazione. A dopo》 provo a farmi perdonare e credo di esserci riuscita poiché  lo sento ridere al telefono《 Va bene Lie  preparo il caffè》controbbatte e subito riaggancia.
Ennio è la mia costante, l’Amico di infanzia, il compagno di scemenze. Quello a cui puoi dire tutto, perché sai che non ti volterà mai le spalle. Ed era un bel po’ che non lo vivevo, ho colto il momento, preso la valigia e ho scelto di scendere.

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