Capitolo 13

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Lei

Dopo una serata nel letto a mangiare e guardare film commentando anche le doppie punte di Rene Zellweger, mi sveglio carica e pronta a partire. Mi alzo e vado in cucina dove Ennio è già operativo da ore al PC, pompandosi con litri di caffe e sigarette che neanche Marley farebbe sta nebbia in cucina. Gli do un bacio sulla guancia per convincerlo a prendere pausa e fare colazione con me.

《 Allora come stai messo con questa consegna? 》

《 Di merda Lia non riesco a mettere su carta la mia idea, mi sta per scoppiare la testa. Comunque tu sei pronta a tornare giù?》 ci penso e credo proprio di aver bisogno della mia citta, per rilassarmi a più non posso.

《 Si, dai. Mal che vada incontro qualcuno del mio passato, comunque credo che riuscirò a vedere solo Fra prima di sabato.》

《 A che ora hai il treno?》

《 alle 16:15 appena parte chiamo i miei così passano a prendermi. Ora ti pulisco un po' la casa, poi faccio una doccia e vado in stazione.》 Ennio mi punta la sigaretta in faccia.

《 non ti permettere di lavare neanche una tazzina o ti taglio la testa. Sai che amo pulire per sfogare lo stress. Così mi togli il divertimento quando stasera spaccherò il computer.》

《 Va bene, fumo e scrivo un po' ti va meglio? Così mi porto avanti con il lavoro.》

《 Perfetto tesoro, ti adoro ma ora devo tornare a questo maledetto progetto. 》torna al computer perdendosi nello schermo. Decido così di andare in soggiorno, collego le cuffie alle casse dello stereo e metto la musica.

Gli Oasis intonano The Masterplan mentre io afferro penna e quaderno ed inizio a scrivere freneticamente. Butto su carta tutte le emozioni provate negli ultimi giorni e scrivo di Joshua senza rendermene conto. Ho riso tanto con lui e fatto sesso come mai prima dora, però sono scappata. È la cosa che mi riesce meglio, mi faccio prendere dalla paura e fuggo prima di affrontarla. Non importa, sto provando a superare una delusione e non posso colpevolizzarmi per ogni scelta fatta, è andata così.

Si è fatta una certa ora è così decido di prepararmi, sistemare il letto senza farmi sentire da Ennio e chiudere i bagagli. Mangiamo insieme un piatto di spaghetti al pomodoro che preparo al volo, sistemo le ultime cose, saluto Ennio che rivedrò tra pochi giorni e mi incammino verso la stazione a piedi. Sono in anticipo, così mi fermo in libreria per acquistare qualche libro che mi possa aiutare con un discorso a cui sto lavorando. Dopo una mezzora ne scelgo un paio, pago e torno sulla mia strada.

Arrivo in stazione alle 15:45, il treno non è ancora stato chiamato, così decido di fumare una sigaretta. 10 minuti prima della partenza lo chiamano al binario 7 che è proprio lì di fronte a me. Appena arriva salgo e mi siedo in un posto singolo vicino al finestrino. Il treno si riempie e con un paio di minuti di ritardo parte lentamente. Decido così di avvisare i miei

《 Ue Papi sei a Napoli?》 sento il navigatore in sottofondo.

《 Si sto andando da un cliente. Perché?》

《 Sono sul treno arrivo alle 18:50, mi vieni a prendere? 》

《 Sei sempre la solita Lia. Ti aspetto lì》 lo sento ridere e me lo immagino lì in auto contento della sorpresa.

《 A dopo papi, avvisa tu mamma.》

Arrivo in orario e mio padre e mia madre sono già li che mi aspettano. Ci abbracciamo, sistemiamo i bagagli in auto e partiamo. Ovviamente non hanno portato Jane, la mia cagnolona di 6 anni.

Arriviamo a casa e butto subito i bagagli per salutare la mia cucciola, faccio un giro della casa e controllo la mia stanza che come sempre non è cambiata di una virgola. Mi squilla il telefono ed è Fra, ci mettiamo daccordo per vederci stasera dopo cena, lo saluto e abbandono il telefono in stanza per raggiungere i miei in soggiorno e fare due chiacchiere.

A cena mangiamo pizza e panuozzo e alle 10 mi vedo con Fra, passo a prenderlo io in auto. Francesco è come Ennio, un mio carissimo amico con cui ne ho passate davvero tante. Arrivo sotto casa sua e me lo trovo già lì, come al solito in forma e solare, ci abbracciamo forte e restiamo così qualche minuto. Saliamo in auto e mi dirigo verso il centro per parcheggiare e farci un giro tra i vicoli.

《 Allora che fine hai fatto Lia? Non ti abbiamo vista più. Io ed Ennio ci siamo visti il mese scorso e avevamo deciso di venirti a prendere per Natale. Stai bene ora? A Roma ti sei divertita? Mi devi aggiornare un po'.》 Fra bombarda di domande, fingo di essere concentrata sulla guida per non guardarlo.

《 Siamo andati ad una festa organizzata da Mario e sono riuscita a scopare con un tipo, era carino e mi è piaciuto. Non ho pensato ad altro. Ecco ti ho detto tutto》 inizio a ridere ma vedo il suo sguardo intenso che scruta le mie espressioni e capisco che non posso mentirgli .

《 sono stata una merda a sparire così per tanto tempo, mi sono isolata e non avevo voglia di fare nulla Fra mi sentivo male e non avevo il coraggio di parlare neanche con voi.》 Mi accosto così da poterlo guardare negli occhi mentre parliamo.

《 Vai tranquilla Lia, basta che stai qui e stai bene. Il resto importa poco, ora è tempo di divertirci e brindare alla nostra.》 trovo finalmente un parcheggio, scendiamo e ci incamminiamo verso il centro.

Il cielo è limpido stasera e con la luna alle spalle, ci infiliamo tra i vicoli stretti della città. Arriviamo da Zio Rino, nostra tappa fissa e decidiamo di iniziare con una rossa doppio malto. Prendiamo da bere e ci sediamo fuori per poter fumare e ascoltare un po di musica. Guardandomi intorno noto che cè più gente del solito, forse perché si avvicinano le feste ma vedo tanti visi a me nuovi. Era da tanto che non tornavo a casa. Il lavoro e il master mi hanno portato a trasferirmi in Olanda e ci vivo tutt'ora. Tralasciando la rottura con Maurice e gli ultimi disastrosi mesi a Milano, le cose ad Amsterdam mi vanno bene. A Milano invece non avevo mai un attimo per lasciare tutto e scendere un paio di giorni. Ho lasciato casa a 18 anni ma era la prima volta che stavo via per un anno senza tornare e mi mancava tanto la mia città, i miei luoghi e i miei amici.

Ci accendiamo una sigaretta mentre ci aggiorniamo sulle nostre vite, ogni tanto passa qualcuno che conosciamo e ci interrompiamo per salutare e scambiare due chiacchiere. Passiamo cosi la serata fin quando non decidiamo di tornare a casa. Lo accompagno e ci salutiamo con la promessa di vederci per un caffè il giorno dopo. La strada da casa di Fra a casa mia è breve, tanto che non ho il tempo di pensare.

Arrivata a casa mi chiudo in camera, nascondo la testa tra le lenzuola e cado in un sonno profondo .

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