capitolo 3

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David
Non riesco a togliermi dalla testa i suoi occhi, mi tormentano,  e la rabbia che è cresciuta ieri nel vederla andare via con quel verme, non me la so spiegare, ma alla fine, niente che non si possa sistemare con una scopata, certo sarà più difficile questa volta, lui le sta sempre attaccato, e per la sua reazione quasi potrei pensare che ci tenga davvero, beh vorrà dire che sarà ancora più soddisfacente.

Inizio la mia giornata di lavoro, e il mio pensiero mi porta sempre a lei, non riesco a concentrarmi, sento il mio corpo impaziente di assaggiare la sua pelle nuda, e il solo fatto di pensarla  mi provoca un erezione, cazzo quanto la vorrei qui ora, sulla mia scrivania e sentire uscire da quelle sue labbra perfette gemiti incontrollati.

La giornata in ufficio sarebbe stata tranquilla se non fosse stato per quelle chiamate che mi sbattono in faccia lo schifo della mia vita, e il mio senso di colpa non mi permette di voltate pagina, sono chiuso in una vita che non ho avuto libertà di scegliere, che errori e sensi di colpa mi hanno imposto, e che forse non sogno neanche più di poter cambiare. Mi ritaglio attimi di vita in cui riesco a vivere un po più leggero quando esco con chi non mi conosce davvero, fingo che la mia vita sia quella che racconto e  non quella che vivo. Amo piacere, mi fa pensare che non sono così male come credo, e le donne non mancano, ma non posso promettere niente di serio, la mia vita o la mia coscienza non me lo permetterebbero.
Esco dall'ufficio e cammino un po per le strade della città pensare al mio presente procura lo stesso dolore che pensare al passato.
Ad un tratto l'odore forte di caffè mi porta a girare lo sguardo verso la vetrina di un bar, ed i miei occhi vengono immediatamente ipnotizzati  dalla figura di quella donna bellissima seduta all'interno, Cindy, porta dei jeans strettissimi con una maglia che le lascia scoperta una spalla, aderente un po lunga sui fianchi, i capelli castani sciolti posati tutti sulla spalla coperta, ma la cosa migliore che vedo e mi fa rimanere senza fiato è il suo sorriso, spontaneo, vero, divertito, leggero, delineato da quelle labbra che vorrei intrappolare nelle mie e succhiare, baciare. Ma il mio stato di trans è scosso subito dalla persona che si trova difronte a lei, Jon, e la cosa non mi piace, vedere che il motivo del suo sorriso è lui mi infastidisce, sento la rabbia crescere sempre di più verso di lui, e il fatto che lei, così ingenua, così indifesa possa cadere nelle sue braccia mi fa accapponare la pelle. E comunque difenderei chiunque da quell'uomo, il fatto che lei mi ecciti da morire non c'entra niente.
Sono combattuto, sarei entrato, avrei voluto interromperli, ma con quale scusa? Vado via e cerco di pensare cosa fare, e mi ritrovo ad essere ancora più nervoso di prima e con la paura che lui possa farle del male.

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