capitolo 26

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David

Penso di non aver mai dormito così bene, tra le braccia ho la mia bambolina, e il suo profumo mi rilassa i nervi, mi sento tranquillo.
Mi giro su un fianco è studio il suo profilo perfetto, e non riesco a fare a meno di toccarla, con le dita le sfioro il naso e lei si muove, ma non riesco a fermarmi, scendo sulle labbra carnose e leggermente schiuse e ne rimango ipnotizzato, è stupenda, le sue labbra si chiudono e mi baciano il dito, saetto gli occhi nei suoi, si è svegliata, e mi sorride dolce, mi avvicino e la bacio.
"Buongiorno"
"Buongiorno, che devi fare oggi? Perché, sai, c'è qualcuno qui sotto le coperte che vorrebbe darti uno speciale buongiorno" Domando malizioso.
"Devo andare a lavoro, ma prima mi devi raccontare un po di te, ieri sera mi hai promesso che ne avremmo parlato oggi e prima di tutto voglio sapere" crollo di spalle sul letto, perché proprio non mi va di raccontare niente, ieri volevo solo chiudere il discorso!
"Cindy, dai, ne parleremo ma non ora, non oggi", dico cercando di rimanere calmo
"Ma David, come posso andare avanti senza sapere niente?"
"Tu fai come ti dico e basta" mi alzo dal letto e inizio a rivestirmi, perché tutta la tranquillità di prima è scomparsa, e non voglio perdere il controllo, finirei per colpire qualche altra cosa, e d'istinto guardo l'anta dell' armadio che ho rotto ieri e mi dico che dovrò farla riparare. Sento che anche lei si è alzata dal letto e inizia a vestirsi,
"David, ieri mi avevi promesso che oggi ne avremmo parlato" dice nervosa, ed io non so per quanto resisteró, non voglio che lei sappia del mio passato, di Amanda, e il resto, non sono sicuro che capirebbe, e ad essere sincero non sono sicuro neanche che lei riesca a superare ed accettare tutto, forse un giorno, non ora.
Dormendo qui stanotte ho solo complicato le cose, ma è stata la prima volta dopo tanto tempo, che nella mia vita ho fatto qualcosa d'istinto, pensando a me, senza calcolare le conseguenze.
"Io ho il diritto di sapere! Parlami ti prego" dice le ultime due parole abbassando un po il tono e quasi sembra una supplica, ma io ormai sono arrabbiato. È proprio questo il problema, tutti pensano di avere il diritto di dire qualcosa, di sapere tutto.
Ma io?
Io non ho il diritto di vivere come voglio?
Come se il testo del mondo non esistesse?
Io volevo semplicemente che lei fosse la mia isola felice,
lontano da tutti,
lontano da tutto,
al sicuro in mezzo all'oceano,
irraggiungibili.
Invece l'unica cosa irraggiungibile è il mio sogno.
E la mia rabbia monta sempre di più, ed esplodo
"NO, non hai nessun diritto, basta con questa storia. Io ho il diritto di parlarne come e quando voglio e in realtà non so neanche se voglio. Ma guardati, solo perchè abbiamo dormito insieme pensi di avere qualche diritto su di me? Se mi vuoi allora accontentati del poco che ti dò, oppure sai che ti dico..."
Ma non termino la frase perchè le grida di Mel interrompono le mie parole e le lacrime che lente scivolavano sul suo viso incredulo, e di corsa ci dirigiamo in cucina.

Mel è vestita elegante nel suo tailleur nero, ma il viso è sconvolto, tra le mani ha un pacco bianco e sopra in bella vista c'è una stupenda stampa rossa "Cindy", ed è appena un po aperta, guardo Cindy, si porta le mani alle labbra in una espressione di puro terrore, si avvicina piano e respira a fatica, solleva un po' un lembo dello scatolo e getta un urlo indietreggiando, la guardo e sembra avere un giramento di testa e capisco che quello scatolo ha a che fare con la minaccia già ricevuta, barcolla, è stravolta ed ora mi pento delle parole dette solo qualche attimo fa, mi avvicino velocemente per sorreggerla, ma lei si irrigidisce e rimane a fissare lo scatolo, non resisto, mi sporgo e sbircio l'interno, e cazzo, che mente malata manda questo schifo, vermi piccoli e bianchi su petali di rose nere, e al centro si vede appena un piccolo biglietto, sto quasi per infilare la mano per prenderlo, ma lei mi ferma
"No, grazie me la cavo da sola, ora vai" sono sconvolto, la voce ancora le trema ma cerca di respingermi
"Cindy non fare la stupida, devo aiutarti, non ti lascio da sola in questa storia" e ti prego non respingermi ancora, perchè forse ho più bisogno io di te, che tu di me, ti prego non pensare troppo alle parole che ti ho detto prima, volevo solo proteggerti da me, dalla mia vita, non la sopporteresti, perchè neanche io la sopporto questa vita.
Guarda Mel e in uno sguardo le chiede aiuto, in risposta lei si avvicina e le circonda le spalle
"David vai, penso io a Cindy"
ma neanche per sogno,
"Io da qui non mi muovo" e incastro i suoi occhi nei miei, e
ti prego non rompere questo incastro perfetto,
dimmi che sei ancora mia,
dimmi che ora corri tra le mie braccia per essere protetta,
dimmi che sono il tuo tutto,
e chiedimi ancora di amarti e stavolta ti rispondo, non come ieri che me ne sono stato zitto,
ora ti rispondo che ti amo con tutto me stesso,
perchè purtroppo sono fatto così,
sono un disastro, un carattere di merda,
ma solo quando capisco che ti sto perdendo faccio di tutto per averti,
solo quando capisco che ti ho ferito troppo, prendo il tuo cuore e lo metto al riparo,
solo quando provoco un temporale capisco che rivoglio indietro il nostro bel tempo.

Cindy

"No David, ora tu vai, perchè ora basta lo dico io. Ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino sempre e non quando ti gira per la testa, ho bisogno di un uomo al mio fianco, non di un fantasma, tu mi uccidi, mi tratti uno schifo, mi sento un passatempo, ma sai cosa fa più male? Non riesco ad odiarti, perchè ti amo, brutto idiota, ed ora vai, vattene da chi non so neanche chi sia."
Alzo la voce, perchè vorrei che le mie parole gli entrassero dentro, come le sue parole, lame affilate, mi sono entrate dentro e hanno ridotto a brandelli il mio cuore, che nonostante ciò, continua a battere per lui.
Povero sciocco cuore, illuso cuore, studipo, stupido cuore, e fa male, davvero male.
E il suono della porta che si chiude sbattendo, mi fa crollare sulla sedia.

Dopo tanti minuti passati in silenzio arriva Mel con una bella tazza di latte schiumato, le sorrido debolmente, e ci guardiamo, poi sospira e mi stringe "allora, chi infila la mano in quello schifo e prende il biglietto?" indicando con il mento lo scatolo
"Tu, io proprio no!"
"si ma ti costerà caro, poi vedremo il prezzo!" sorride si alza, prende un guanto dal mobile della cucina, e dopo averlo indossato infila la mano nello scatolo e ne tira fuori il biglietto scuotendolo per farne cadere i vermetti all'interno.
Lo prendo e lo apro

"Solo quando gli occhi saranno velati dalla paura capirai che...non ne è valsa la pena".

Ciao piccoleee
Piaciuto il capitolo?
Ricordate che nulla è lasciato al caso.
Vi anticipo soltanto che nel prossimo capitolo accadrà qualcosa che metterà a dura prova la nostra Cindy.
E ricordate ... il nemico è dietro l'angolo!
Se vi va lasciate tante 🌟🌟🌟 baci...

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