capitolo 5

3.3K 164 0
                                    

Appena uscita dall'ufficio di Jon ho fatto una lunga passeggiata, ho staccato per  quattro volte la chiamata di mia madre, non voglio parlare con lei ora, criticherebbe come sempre le mie scelte, e sono troppo nervosa per sorbirmi inerme le sue ramanzine.
Mi siedo su una panchina del parco, con il sole che mi scalda il viso, e il mio latte schiumato tra le mani. Inizio a pensare di aver sbagliato a comportarmi così con Jon, rimanere senza lavoro non sarebbe l'ideale, ma i miei pensieri vengono interrotti da un profumo inebriante e sensuale, anche se ho gli occhi chiusi rivolti al sole penso sia lui, dalla sera dell'inaugurazione non ho più dimenticato il profumo della sua pelle, lo sento sedersi al mio fianco, e piano sperando di non farmi vedere apro un occhio verso di lui ma niente, beccata, mi stava guardando. Ha un sorriso semplice e pulito, lo sguardo dolce, quasi sembra non ci sia traccia dell'uomo sicuro di sé e arrogante di quella sera, indossa un vestito blu, ed è girato verso di me.
"Buongiorno Cindy"
"Buongiorno signor Scott" sorrido imbarazzata, ma lui non se ne preoccupa è continua "vorrei scusarmi per l'altra sera, devo esserti sembrato arrogante e presuntuoso, e mi dispiace di averti messo in imbarazzo".
Sono senza parole, non pensavo che fosse una persona che si scusa tanto facilmente, volto lo sguardo al mio latte e lo ammetto " si effettivamente..."
"allora facciamo così" si alza,  si sistema la giacca la cravatta, si posiziona difronte a me e tendendomi la mano "salve, sono David, e non sono così antipatico come sembra" sorride mentre io rido di gusto, poi mi alzo, stringo la sua mano e quel contatto mi procura brividi e scosse elettriche che si insinuano nel profondo e lungo la mia schiena, il mio sorriso si spegne e la mia voce esce più bassa e sensuale di quanto volessi " signor Scott io sono Cindy, piacere di conoscerla".
Si avvicina un po di più, i nostri visi sono vicinissimi, anche la sua voce è più bassa e roca "il piacere è mio, e comunque sono David e basta" mi guarda fisso negli occhi, le nostre mani ancora strette, quest'uomo mi manda in pappa il cervello! E non so perché, forse quell'aria di mistero e fascino che lo circonda, ma non mi fido, quindi interrompo quel contatto e mi schiarisco la voce guardando i miei piedi. "Ti posso offrire un caffè? Oppure un latte dato che il tuo si è freddato" dice indicando il bicchiere di carta che ho in mano, ed io accetto volentieri perché non mi va di rimanere da sola, Melany è a lavoro e mia madre chiamerà ancora, preferisco tenermi impegnata e non pensare a niente oggi, quindi "perché no?!"
Dopo pochi passi ci ritroviamo avanti un enorme edificio che occupa per lo più uffici guarda la mia espressione confusa "andiamo nel mio ufficio ti offro una buonissima cioccolata calda e devo fare qualche chiamata" lo guardo storto, pensavo andassimo in un caffè, mi osserva e sbuffa "davvero, non voglio metterti in imbarazzo, è solo per comodità...ok se non t fidi andiamo da un'altra parte " inizia a camminare ma dopo qualche suo passo, mentre io sono rimasta ferma dov'ero "ok va bene, non mi fido, è vero, ma ci provo, andiamo nel tuo ufficio" dico leggermente frustrata mentre vedo il suo viso illuminarsi e, sinceramente, non ne capisco il motivo.
Mentre lui è al telefono io mi guardo intorno è una stanza molto grande, con due scrivanie, una è di legno chiaro dietro c'è una libreria dello stesso colore, mentre avanti oltre a due sedie di pelle beige, c'è un divano e una poltrona sempre beige e un tavolino dello stesso colore della scrivania. L'altra scrivania è diversa, vissuta, disordinata, è lì che nascono i progetti, e forse è quella che preferisco, è posizionata avanti ad una enorme porta-finestra sulla quale si apre un cielo limpido e sereno. I miei pensieri sono interrotti dalla fumante tazza di cioccolata calda che mi viene offerta, la prendo con piacere, "attenta è bollente" mi avverte, "deve essere stupendo il tramonto visto da qui" dico senza staccare gli occhi dalla veduta, "si, libera la mente, e riesco a lavorare meglio. Giusto, il lavoro, che ne pensi se iniziamo a parlare del lavoro che ho proposto a Jon?  Te ne ha parlato già?" Vedendo la mia espressione triste aggrotta  la fronte interrogativo mentre i suoi occhi scrutano il mio viso che tento di nascondere nella tazza.
"Non saprei... io..."
Mi interrompe "c'è qualche problema con il lavoro? "
Sbuffo e poggio la tazza sulla scrivania ordinata mi passo una mano sulla fronte "non so se ho più un lavoro! Forse ho esagerato non lo so" mi interrompe ancora, ma la sua voce non è più accomodante ma fredda e dura "cosa? Che è successo?"
"Mi ha parlato della tua proposta, dicendo che mi avrebbe dato tantissima visibilità, ha detto che era il lavoro della mia vita, ma non lo avrebbe accettato. "
"Perché non lo vuole accettare? E che c'entra con il tuo lavoro? " lo osservo innervosito stringere i pugni
"Perché non vuole che io lavori con te, mi ha detto di non fidarmi. Così gli ho risposto che non era nessuno per decidere della mia vita, che se non accetterà il lavoro io mi licenzio. Ma forse sono stata un po avventata, è solo che in questi giorni gli ho permesso di avvicinarsi di più, pensavo che stavamo instaurando un bel rapporto, di certo non pensavo che diventasse geloso, né che decidesse della mia vita, ma  il lavoro mi serve, sono confusa" e per la paura di dover tornare a casa da mia madre e sentirmi le sue paternali sottolineando che sono una fallita, sento  una lacrima rigarmi  il viso, appena se ne accorge, di scatto sferra un pugno sulla scrivania e in un attimo mi tiene il viso tra le mani e mi bacia la lacrima!

Allora, cosa accadrà ora? Cindy perderà il lavoro? Jon accetterà di vedere Cindy e David fianco a fianco per lavoro? E perché David si sente così coinvolto da Cindy? C'è qualche motivo nascosto?
Spero che la storia vi stia piacendo, se è così, lasciate qualche 🌟🌟🌟. A presto

Amami come puoi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora