capitolo 27

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Cindy

"Solo quando gli occhi saranno velati dalla paura capirai che...non ne è valsa la pena."

Rileggiamo quel biglietto un paio di volte, poi capisco che non posso farmi sprofondare da un bigietto di cattivo gusto, come ha detto l'agente potrebbe essere qualcuno che gioca a spaventarmi, e questa volta non gli permetterò di buttarmi giù.

"Mel ora vai o farai tardi a lavoro"

"Non se ne parla proprio, ora andiamo in centrale"

"No, io vado in centrale e tu a lavoro, chiamo Jon e mi metto d'accordo con lui, visto che ha già parlato con il suo amico, tranquilla"

"A proposito, ieri sera pensavo vi foste chiariti, ma stamattina vi ho sentito discutere ancora, cosa c'è che non va?"

"Mel scusa, ma ne parliamo stasera, ti prego, non voglio pensarci adesso."

"Ok, ma voglio dirti una cosa, quando sei con lui, anche quando solo ne parli, ti brillano gli occhi e sento il tuo cuore battere forte anche se non sono vicino a te, ma mi accorgo anche di quanto questo rapporto ti faccia stare male" mi prende le mani tra le sue e continua "io non voglio vederti soffrire, se fa troppo male, forse dovresti prenderti del tempo, per te, per capire, stagli lontano per un po, e vedi cosa provi tu, cosa prova lui, in questa situazione vedo molto più coinvolta te che lui. Mettilo alla prova, vedi anche quanto lui tiene a te."
Mi stringe forte e mi costa ammetterlo, ma ha perfettamente ragione, su tutto, purtroppo.
Si stacca dalle mie braccia e con un bacio sulla guancia mi saluta ed apre la porta per andare, ma si ferma, mi guarda
"Sicura che non vuoi che venga con te?"
"Vai a lavoro, svelta o farai tardi" e va via.
Indosso i vestiti che ieri sera ho messo solo per falo ingelosire, mi dò una spazzolata ai capelli e chiamo Jon
"Pronto"
"Ciao Jon sono Cindy"
"Ehi piccola, tutto bene? Mi mancava sentire la tua voce"
"Jon sto per venire a lavoro, però devo farti vedere una cosa, ti sto mandando una foto in questo momento" e gli invio una foto con l'interno dello scatolo con il biglietto vicino.
"Cazzo Cindy, stai bene? Quando è arrivato?"
"Sto bene, tranquillo, è arrivato stamattina, ora penso sia il caso di andare in centrale"
"Si, passo a prenderti tra dieci minuti, aspettami lì"
"Ma non ti disturbare, vengo io"
"Assolutamete no, non ti muovere, sono già in macchina, sto arrivando"
"ok, va bene"
"ehmm Cindy?"
"si?"
"Non vedo l'ora di vederti, vorrei poterti proteggere da tutto"
"Lo so Jon, grazie"

Uno squillo sul telefono mi avvisa che Jon è giù e mi aspetta, scendo le scale e appena apro il portone mi viene incontro e mi stringe forte, un po queste sue reazioni mi sorprendono, ma mi fa piacere sapere che qualcuno sarebbe pronto a proteggermi sempre,
senza filtri,
senza ma,
senza regole e impedimenti,
senza ostacoli.
Mi prende il viso tra le mani e scruta i miei occhi
"Piccola tutto bene? Come stai?"
"Bene Jon, ti preoccupi troppo, ecco tieni la lettera, io ho paura di perderla ancora una volta, meglio che la tieni tu"
"Mi preoccupo troppo? Ma che dici? Io mi calmerò solo quando ti saprò tranquilla e al sicuro, scoprirò chi ti sta facendo tutto questo, e la pagherà, te lo prometto"
E alle sue parole mi scappa una risata triste e una frase che non avrei dovuto dire ad alta voce

- parole già sentite, addirittura ucciderebbe-

"Cosa hai detto? Con chi hai parlato?"
Lo guardo con gli occhi spalancati, perchè proprio non so che dire, e alla fine scelgo la verità, almeno in parte,
"Niente, ho visto David, e lui mi ha visto un po scossa e gli ho raccontato del biglietto, tutto qui"
si irrigidisce e la sue espressione diventa dura
"Quando lo hai visto?"
"ieri sera"
"Cazzo Cindy, avevi promesso di non vederlo"
"Lo so, ma si è presentato a casa mia, comunque non preoccuparti, da oggi ci vedremo solo in ufficio, per lavoro. Calmati, ti stai agitando troppo" e gli poggio una mano sul braccio e sento che è teso, rigido, ed i suoi occhi ora guardano il vuoto.
Lui forse è la persona che più di tutti a me ci tiene, lo vedo che soffre la mia vicinanza a David, e mi dispiace vederlo così, mi avvicino e gli poso l'altra mano sulla guancia, riporta il suo sguardo su di me, e finalmente si rilassa, e nei suoi occhi vedo tutto l'amore che sente, mi circonda la vita con le braccia, mi stringe a sè, ed io sorrido, perchè con lui la vita sarebbe semplice, libera di essere vissuta, senza costrizioni, spensierata, se solo non avessi incontrato quegli occhi verdi che mi hanno fatto davvero perdere la ragione ed il cuore.
Il suo viso si avvicina lentamente al mio e sta diventando pericoloso, senza volerlo, tiro indietro la testa e lui, con un sorriso un po deluso, con uno scatto mi bacia il naso "andiamo a lavoro piccola" e mi accompagna in macchina tenendomi per mano.

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