capitolo 30

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Cindy

La signora Greta ha chiamato il dottore e con il suo aiuto abbiamo portato David in camera sua. Ora lo sta visitando e io sto aspettando fuori la porta, e mi sento in colpa, perchè so che se è in questo stato è solo colpa mia.
Dopo minuti che sembrano ore, il dottore esce dalla stanza e si avvicina a Greta, io rimango con le spalle al muro, non riesco a muovermi, e comunque da qui sento tutto.
"Dottore mi dica come sta" chiede preoccupata Greta
"Greta si sveglierà per stanotte, massimo domani mattina, alla mano ho dovuto applicare dei punti, era davvero un bel taglio. Non si preoccupi, forse ha esagerato ancora un po' di più rispetto alle altre volte, ma era da tanto che non capitava, pensavo ormai avesse superato quel periodo, mi preoccupa di più cosa può essere successo da indurlo a ridursi ancora così"
"Dottore non saprei, ma quando si sveglierà mi sentirà questa volta"
"Allora io vado, passo a visitarlo domani nel primo pomeriggio"
"Grazie mille dottore"
"Arrivederci" dice guardandomi, ed io rispondo educatamente mentre Greta lo accompagna alla porta.

Quando Greta è di ritorno, io non so cosa fare, potrebbe svegliarsi e non volermi vedere, quindi mi avvicino a lei
"Signora Greta io vado allora"
"Non ci pensi neanche, ora più che mai ha bisogno di lei, quindi non faccia la fifona e non scappi." la guardo con gli occhi sbarrati,
"Io non...io non sto scappando"
"ah no? Lei sta scappando via dal suo amore perchè sa di dover affrontare degli ostacoli, e la paura di non riuscire a superarli la dilania"
le lacrime scendono veloci sul mio viso, un pianto silenzioso, lento, continuo
"No, io ho paura di trovarmi da sola a combattere, perchè non sono sicura che lui voglia combattere al mio fianco, a volte sembra che combatta contro di me"
ora il suo sguardo si addolcisce e con le manii asciuga le mie lacrime,
"Allora sta tranquilla, conosco David da tanti anni, credimi se ti  dico che ha bisogno di te, solo, dagli tempo, e quando sarà pronto ti spiegherà tutto e solo allora tu capirai quanto ha sofferto e ancora soffre. Ora va da lui, io vado a preparare una tisana".

Apro piano la porta, e lo vedo, il mio cuore ha un sussulto, così indifeso, così vulnerabile.
Mi avvicino piano e mi siedo sulla sedia vicino al suo letto, è senza maglia, con solo il lenzuolo a coprirgli le gambe fino all'ombelico, la mano fasciata è un po gonfia.
Sono immobile, ed ho un nodo in gola che mi impedisce anche di respirare, ma piano, alzo la mano tremando e la poggio sulla sua, mio Dio, ma come ti sei ridotto, all'improvviso inizia a lamentarsi forse dal dolore, non saprei, ma presa dall'ansia corro alla porta e chiamo Greta gridando, poi corro vicino al letto e lo accarezzo in viso è contratto e rigido, poi parla
"Cindy...Cindy ti prego...Cindy non andare"
ed io scoppio in un pianto liberatorio, e tra le lacrime cerco di rassicurarlo
"David sono qui, David non vado da nessuna parte, scusami, scusami, io non volevo farti così male ti prego torna da me" una mano si poggia sulla mia spalla e Greta che mi sorride comprensiva e mi porge una tazza di tisana, intanto David è tornato immobile e così mi calmo anch'io.
Greta è seduta ai piedi del letto e insieme beviamo la tisana, ma ad un tratto lei mi guarda
"Scusa se te lo chiedo, ma cosa è successo?"
sospiro e racconto in breve
"Vede quando siamo insieme non ci serve altro, sembra che voglia vivere solo di me, ma appena torniamo nel mondo reale, quello che ci circonda, lui cambia, è freddo, distaccato, poi oggi mi aveva detto che aveva degli impegni e l'ho trovato per strada e... sembravano felici ...insieme, loro tre erano...erano felici, ed io...io non so cosa sono per lui, così in un secondo ho deciso di baciare l'uomo che mi accompagnava e mi corteggia da tempo, avanti ai suoi occhi. In quel momento mi è mancata l'aria nei polmoni, e  la terra sotto i piedi, vederlo con sua figlia...io anche ora non..." mii interrompe
"Sua figlia? Dio santo, tesoro mio tu hai visto David con Erika, e non è sua figlia"
"Ma allora chi è?"
"Tesoro già te l'ho detto, te lo dirà lui, ora riposati"
e mi lascia sola con lui, e con me che ancora non capisco chi sia quella bambina che gli somiglia così tanto. Poggio la testa sul letto, vicino alla sua mano e dopo poco mi addormento.

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