capitolo13

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Cindy

è sera ormai e nonostante la mia amica continui a chiedermi cosa sia successo, non mi va di parlarne.
La passione che sento tra di noi non è paragonbile a nulla, i brividi che corrono lungo la mia schiena quando siamo nella stessa stanza, quando mi sfiora, sono qualcosa di nuovo, mai provato prima e che mai credevo che una donna potesse provare, così potenti, capaci di entrarti dentro ed esplodere nel centro del mio corpo in una voglia incontrollabile di sentirlo, di vedre il suo sorriso sfacciato e trionfante quando vengo urlando il suo nome, di osservare la sua mascella serrarsi e i suoi occhi chiudersi quando arriva al culmine del piacere che prova con me.
Sarebbe tutto stupendo se lui mi volesse come lo voglio io, in un modo completo, senza nasconderci, senza dovermi trovare a fuggire come una troia, da una casa dove è appena arrivata la donna che evidentemente merita più di me di essere nella sua vita, una fidanzata o una moglie, non lo so, ma non fa alcuna differenza, lui è suo, non mio.
Ho ben impressa nella mente la sua esprssione di puro terrore quando ha saputo che fosse arrivata, e lì ho capito che la parte dell'amante non fa per me, perchè il suo viso pallido e la paura e forse anche il senso di colpa per quello che avevamo fatto poco prima, è stata una pugnalata al cuore.

Come ho fatto a farmi prendere così tanto da lui, in così poco tempo? Non lo so, ma se non voglio soffrire devo allontanarmi il più possibile da lui, e limitare i nostri incontri a semplici incontri di lavoro da terminare il più presto possibile.
Non ho ancora sentito Jon, non che non abbia chiamato, ma ho fatto rispondere Melany, facendogli dire che siamo state in vacanza e che ora stavo riposando per riprendere al meglio il lavoro domani, non so se gli parlerò della mia risposta, forse aspetterò che me lo chieda lui, e nel frattempo penserò a me stessa, anche se so che in realtà quello che voglio non posso averlo, ma David dovrà pensare che io sto con Jon, altrimenti non saprò resistergli, e lui purtroppo mi vuole solo per il sesso, e a me non basta, e sopratutto non sono una rovinafamiglia.

Squilla il mio smartphone, poso la tazza di the sul comodino e mi avvicino alla scrivania per leggere il nome sullo schermo, ma mi blocco leggendo il suo nome, non rispondo, non mi interessa cosa abbia da dirmi ora, devo cambiare aria.
Esco dalla mia stanza ed entro in quella di Melany, sta al computer e appena entro si volta interrogativa ma non le lascio il tempo di fiatare
"Vestiti, si esce, devo cambiare aria"
"ad una condizione" risponde,
"quale?"
"mi dirai quello che è successo con David"
"mmmh, probabile, vedremo" fingo di pensarci, allontanandomi per andare a vestirmi.

Siamo andate in un locale vicino casa, siamo un po' brille, e l'idea era proprio quella, dopo aver raccontato tutto quello che è successo. Alla fine presa un po' troppo dall'alcool dico più a me stessa che a Melany, con una punta d'amarezza
"Ci stavo credendo,
stavo credendo alla sua dolcezza quando mi ha preso il viso tra le mani nel suo studio,
stavo credendo alla voglia che ha di me, che non fosse solo fisica,
stavo credendo che potessimo continuare una relazione che fosse più profonda di quello che sembrava,
stavo credendo che il suo essere impegnato fosse solo ua corazza per non farsi penetrare da sentimenti sdolcinati,
stavo credendo ad un noi che non c'è"
e lenta, sulla mia guancia accaldata, sento scendere una lacrima fresca che mi solca il viso segnando quell'attimo di lucidità.

Continuiamo a ridere e scherzare, dopo il breve momento malinconico, soprattutto spinte dall'alcool, attirando l'attenzione di quasi tutto il locale, avverto la mia amica che mi allontano un attimo per rinfrescarmi un po, dato che sento le guance andare a fuoco, e mi dirigo verso i bagni. La musica alta si attenua poco dopo che entro in bagno, evidentemente qualcuno ha chiuso la porta, ma con la coda dell'occhio vedo che è un uomo, mi giro e lo avverto "guardi che ha sbagliato, questo è il bagno delle donne", lui mi sorride lascivo, un sorriso che mi terrorizza e lento si avvicina
"no bambolina, non ho sbagliato, ho semplicemente visto che cerchi divertimento, e sono certo che posso offrirti una serata indimenticabile", spalanco gli occhi incredula e impauita, non so cosa fare così indietreggio fino a battere la schiena contro il lavandino, e lui si avvicina sempre di più, è un tipo non molto alto, forse un metro e settanta, robusto, capelli neri raccolti in un codino viscido di gel dietro la nuca, ad ogni tonfo dei suoi anfibi sul pavimento il mio cuore accelera i battiti, e il miscuglio di alcool e tensione mi fa tremare le ginocchia e sento le forze abbandonarmi, ma devo cercare di uscire da qui quindi mi costringo a parlare
"no-no, forse hai frainteso, sono qui con la mia amica e non mi serve altro per divertirmi, ora sei pregato di uscire, la mia amica mi verrà a cercare", parlo frenetica ma il mio discorso non sembra avere effetto, mi afferra i capelli dietro la testa tirando forte facendomi un gran male ed a soli pochi centimetri dal mio viso inizia a ringhiare frasi senza senso
"ah, allora qui abbiamo una troia che se la fa anche con l'amichetta. Cosa fai con la tu amica per divertirti tanto eh? Mi toccherà farti cambiare idea sul sesso e credimi mi ringrazierai quando avrò finito, e poi magari chissà toccherà alla tua amica" grido per il dolore che sento dietro la testa e piango per la paura che mi attanaglia lo stomaco, inizio a dimenarmi per fuggire alla sua presa, ma lui impreca e mi strappa la camicetta con una mano, facendomi uscire fuori un seno, e grido sempre più forte, mentre mi fa girare sbattendomi forte il lato destro del viso contro il muro, e all'improvviso i suoni sono lontani, mi gira la testa e la vista è annebbiata, mentre con una mano mi tiene sempre per i capelli, sento l'altra che cerca di spingere giù i miei pantaloni, sento dolore ovunque poggi le mani, e la testa diventa sempre più pesante mentre inizio a sentire le gambe cedere, piango disperata e non so se qualcuno mi possa sentire ma grido fino quasi a sentire il sangue graffiare la mia gola, ma sento tirare indietro i capelli e mi scaglia dinuovo il viso contro il muro un tonfo troppo forte mi prende alla sprovvista, fortunatamente con la coda dell'occhio vedo la porta spalancarsi, appare il ragazzo del bar seguito dalla mia amica, la vedo correre verso di me, mentre il bastardo viene portato fuori da alcuni uomini, crollo a terra e vedo la mia amica inginocchiarsi su di me e parlare piangendo, ma non la sento, e improvvismente non la vedo più, buio.

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