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L'ospedale dista circa 20 minuti, ed Ali deve andare piano essendo una neo-patentata. Arriviamo al pronto soccorso, mi affretto con il suo aiuto a sistemare Grace nella carrozzina, la copro con cura fino a quando non entro dentro. Alison cerca un infermiera che chiama un medico a cui possiamo rivolgerci.
Spiego tutto al dottore che appunta tutto su una cartelletta, dopodiché prendono la mia bambina e la portano in una stanza, mi sento persa vedendo che una persona estranea me la porta via, non mi è permesso entrare e non posso fare altro che pregare e abbracciarmi ad Alison.

"Signorina Avery lei è la sorella giusto"? una dottoressa mi fa accomodare su una sedia e si siede di fronte a me.
"Sono Hanna Pierce, sua madre"
Visibilmente imbarazzata digita qualcosa sul suo computer e mi rivolge lo sguardo.
"Abbiamo riscontrato un problema dell'aorta. A quanto pare sua figlia ne è affetta fin dalla nascita, ma questa cosa si sviluppa con la crescita" spiega.
Rabbrividisco e vorrei sapere solo che starà bene e si riprenderà.
"Dobbiamo ricoverarla e intervenire chirurgicamente per riparare l'ostruzione.
L'intervento è abbastanza sicuro con le nuove tecnologie di oggi ma non escludo gli effettivi rischi"
Digita ancora qualcosa.
"Quali sono i rischi e le percentuali"?
"Le posso assicuarere che abbiamo i nostri medici migliori e sua figlia è in buone mani.
Il rischio di morte é raro ma non da escludere".
Il mio cuore manca un battito e rischio di strozzarmi con la mia stessa saliva.
Potrei perdere la mia bambina!
Ma cosa sta succedendo?
"Signirina Pierce servono le firme di entrambi i genitori per l'autorizzazione all'intervento"
"Il padre non c'è". Prendo la penna per firmare.
"Per legge senza la firma non possiamo prenderla in cura signorina Pierce".
Spalanco gli occhi e Alison che non ha mosso un dito rimane scioccata.
"Vado io da lui e lo costringo a venire qui".
Mi stringe la mano e mi tranquillizza.
È una cosa che devo fare io, non posso metterla sempre nei guai.
"No Ali, vado io"
"Ma sei sicura? Non ci sono problemi per me"
"Sono sucura" annuisco.
Entro nella stanza di Grace dove dorme nella sua culla. La tengono in osservazione e stasera la operano se ci sono le firme.
"Tranquilla ok? Fatti valere"
Cerca di incoraggiarmi in tutti i modi.
"Io vado, ci vediamo dopo ok"?
Annuisce e torno dalla piccola.

Mentre percorro la strada verso casa di Noel seduta nel taxi mi viene da piangere per ogni cosa successa oggi.
Scendo e pago il taxista.
Faccio dei respiri profondi e suono il campanello di casa.
E chi è venuto ad aprirmi la porta?
Ovviamente lui!
Rimango sulla soglia della porta.
I suoi occhi si posano sui miei e per un secondo dimentico il motivo per cui sono qui.
"Che vuoi"?
O si calma o lo ammazzo!
"Mi hai detto di andare a fanculo e adesso ti presenti a casa mia?
Ti mando a fanculo anch'io perché..."
Lo interrompo subito perché mi sta facendo ribollire di rabbia.
"Tu non ti puoi permettere di mandarmi a fanculo né tantomeno di prendertela con me.
Non hai il diritto di parlare" gli punto il dito contro.
"Grace sta male, ha bisogno di un intervento e ci vuole anche la tua firma per ricoverarla".
"Io non firmo un bel cazzo" grida.
"Sei un pezzo di merda. Ti dovresti solo vergognare di quello che hai fatto. Sei stato un codardo a scappare in quel modo e adesso ti tiri anche indietro per una firma. Questo me lo devi e non puoi dire di no. Grace è anche tua figlia".
Mi giro per non farmi vedere mentre mi asciugo le lacrime.
Il ricordo di Alison che mi stringe la mano in sala parto mentre morivo dal dolore dando alla luce Grace si fa strada nella mia memte. Lui non c'era, c'e mai stato.
appena ha saputo che ero incinta è partito in Inghilterra per un anno di studio. E adesso torna qui come niente fosse.
Fa male ricordare.
Cazzo se fa male.
Socchiude la porta ed esce con addosso la giacca.
Calmo il mio cervello andato in tilt per qualche minuto e prendo il mio telefono per chiamare un taxi.
"Andiamo con la mia macchina" sbraita.
Ti conviene stare calmo, ripeto mentalmente contro di lui.
Eppure nonostante la rabbia non riesco a dirgli in faccia tutte le cose brutte che penso di lui.




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