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Saluto ancora mia madre e raggiungo Noel in macchina tenendo il braccio Grace.
"Ciaociao" ripete ancora la mia piccola salutando la nonna.
Siamo arrivati con il treno venerdi e adesso torniamo con la mia macchina a casa.
I miei hanno organizzato una cena ieri sera con i genitori di Noel e Alison, per stare insieme.
Sono stata due settimana senza vendergli ed è come se fossi mancata per mesi. Organizzare addiruttura una cena!
Mi strofino le mani per scaldarmi. Le temperature si sono abbassate di molto essendo settembre e le giornate si alternano tra calde d'estate e fredde d'autunno.
"Hai freddo"?
"Un po'".
Chiude il finestrino e poggia una mano sulla mia gamba mentre guida. È una cosa che adoro!
Accende la radio e guardo fuori dal finestrino mentre Grace batte le manine ascoltando la musica.
"Chiama la mamma Grace"
"Papà"
"La mamma dorme hai visto? Chiamala piccola".
Sento le sue labbra sulle mie e apro gli occhi.
"Mamma" grida Grace.
Il mio cuore manca un battito e mi sento come rinata.
Mi giro dietro mentre sbatte le mani seduta nel seggiolino. "Piccola mia, vieni qua".
Noel sorride e a me scappa una lacrima dalla felicità. Si sporge verso di me e la prendo in braccio tendola in piedi sulle mie gambe.
"Stai piangendo"?
Noel mi accarezza la guancia e mi da un bacio.
"Sono così felice. Non ci credo ancora" singhiozzo.
"É una bellissima sensazione".
Annuisco e scendo dalla macchina recuperando la mia borsa.

Preparo della pastina con il formaggino a Grace e si mangia anche un omogenizzato. Mangiamo anche noi e dopo aver sistemato in cucina preparo la borsa con quello che mi serve domani per il mio primo giorno di università.
"Tu dici che Grace si troverà bene al nido? Ho paura di lasciarla li"
"Vedrai che andrà tutto bene. Sicuramente all'inizio piangerà ma poi si trovera bene e poi non sarà tutti i giorni".
"Si sicuramente andrà bene" annuisco cercando di convincermi.
"A che ora dobbiamo andare domani"?
"Alle otto meno dieci dobbiamo uscire. Alle nove ho la prima lezione ma voglio stare lì prima".
"Va bene amore. Faremo un giro cercando di capire dove saranno le nostre lezioni e le varie aule".
Annuisco e infilo la sua maglietta del pigiama. Mi metto sotto il lenzuolo accanto a lui e lo bacio poggiandomi sul suo petto.
Andrà tutto bene.

"Hanna io e Grace ti aspettiamo fuori" grida Noel.
Mi affretto a prendere la borsa e chiudo la finestra del bagno perché piove e non voglio che entri acqua.
Gli raggiungo in ascensore e andiamo in garage. Tiro fuori la chiave della macchina e ride divertito. "Posso guidare io almeno? La mia macchina si sentirà esclusa cosi".
"Ok puoi guidare tu".
Sistemo Grace in macchina e alzo la testa prendendo un colpo forte mentre mi tiro fuori.
"Cazzo".
"Ti sei fatta male?"
"Si, uffa".
Massaggio il punto dolorante e Noel viene da me.
"Stai attenta, è bassa la tua macchina".
"Adesso passa. Ma devo stare più attenta potrei rimanerci fritta".
Ride e sale al posto guida.
"Scendi o la porto io"?
"Vengo" dico scendendo dalla macchina. Entriamo nell'asilo nido e riconosco subito Jennifer che mi veine incontro sorridendo.  Ho parlato l'altro giorno con lei quando sono venuta a iscrivere Grace ed è stata davvero molto gentile. "Ciao Hanna. Piacere Jennifer".
Stringe la mano a Noel guardandolo un po' troppo per i miei gusti e gli sorride sdolcinata.
Lui ricambia il saluto e si presenta sorridendo.
Ecco adesso mi sta sul cazzo. E molto!
"Ciao, lei è Grace".
La interrompo con un sorriso falso e Noel sembra accorgersene.
Grace fa ciaociao con la manima e mi sento sollevata.
"Ciao Grace, io soni Jennifer".
La prende in braccio e ci saluta. "Vedrete che piano piano si ambienterà. Stai tranquilla e per qualsiasi problema ti chiamo, ma non ci saranno problemi".
Saluto la mia piccola che si guarda intorno ed esco seguita da Noel.

"É simpatica".
"Si, si era capito che ti stava simpatica".
"L'ho solo salutata"
"Sorridendo. Un po' troppo"
Entro in macchina e mi copro con la giacca blu.
"Sei gelosa"?
"Permetti? Ti stava mangiando con gli occhi".
Lo vedo ridere e gli tiro un pugno.
"È carina" dice.
Ma che cazzo!
"Peccato che io sia innamorato completamente di un'altra persona" continua.
Mi mordo il labbro per non ridere.
"Sono comunque arrabbiata. Sei troppo bello e tutte ti guardano immaginandoti nudo".
"Solo una persona mi può vedere nudo. Solo te Hanna. Falle rosicare, mi hai solo tu.
E comunque grazie di aver detto che sono troppo bello".
Si mette a ridere e mi lascia un bacio.
"Non vantarti molto".
Mette in moto la macchina e in cinque minuti entra nel parcheggio del campus.
"Possiamo anche prendere il tram per venire. Non ci avevo pensato".
"Siamo a Milano. Puoi prendere di tutto".
Scendo e apro la portiera di dietro prendendo la borsa e la bottiglietta d'acqua.
"Cosa farai adesso? Ammazzarai tutte"?
"Che? Oh". Non ci avevo pensato. Qui è pieno di ragazze e sicuramente ci saranno anche tante volere.
"Potresti dover ammazzare anche te qualcuno". Lo guardo di sfida e serra la bocca.
"Ti prendo per mano così capiranno già che stiamo insieme. Fidati di me comunque, non mi lascio abbindolare, amo solo te".
"Come sei dolce".
Chiudo la macchina e metto le chiavi in borsa. Mi prende per mano e iniziamo a camminare verso le scale d'entrata.

Le prime ragazze già iniziano a guardarlo ma sto calma, mi fido di lui e poi è normale che si dovrà fare un po' di amicizie.
Alcune in gruppo parlano tra loro ma le ignoro.
Entriamo dalle grandi porte e rimango stupefatta.
C'è un balcone lungo con alcune segretarie dietro, gli ascensori sulla destra e le scale mobili.
Sulla sinistra ci sono le porte che portano alle scale, i bagni, un bar, e tanti corridoi.
Il campus è composto da tanti edifici e piani.
Dall'edificio U1 a U24, compresi i dormitori femminili e maschili. Non abbiamo bisogno neanche di chiedere dove dobbiamo andare perchè ci sono dei cartelli vari che indicano la strada. Ritiriamo l'orario delle lezioni e ci incamminiamo all'esterno per entrare nell'edificio U6.

"Sono sbalordito, ci si perde in questo posto, è più grande il campus di Tradate". Sorrido annuendo a Noel che si guarda ancora intorno. "Ti va un caffè"?

Annuisco e andiamo al bar sedendoci sugli sgabelli. "Cos'hai alla prima ora"?

"Psicologia. Pensavo di aver finito di studiare tutti quei pazzi e invece me la ritrovo anche qua".

"Io ho economia. Sono contento mi è sempre piaciuta"

Bevo il mio caffè e leggo il messaggio di mia madre che ci augura un buon inizio università.

"Questo pomeriggio dovrò andare a comprare una borsa per il computer, la mia si è rotta"

"Andiamo dopo aver preso Grace. Sarà meglio andare sono quasi le nove".

Mi lascia davanti all'aula cinque e mi dice di scrivermi per ritrovarci a pranzo. Non andiamo a casa perchè abbiamo solo un'ora quindi sfrutteremo la tessera pasti e mangeremo in mensa.

Entro in aula dove ci sono solo tre ragazzi seduti. Uno mi si avvicina e si siede quasi accanto a me.

"Ciao, io sono Bryan" mi porge la mano e mi presento. Ha i capelli ricci e gli occhi neri. E alto quanto me ed è molto magro. "Sei nel corso di infermieristica"?

"Oh, no fisioterapia" gli sorrido e tiro fuori il telefono per abbassare la suoneria.

"Vivi nel campus"?

"Ho un'appartamento qui vicino, tu"?

"Vivo in una confraternita. Non mi piacciono molto gli appartamenti del campus".

"Si, non piacciono neanche a me. Odio dover vivere con altre persone".

"Quindi vivi da sola nel tuo appartamento"?

Troppe domande direi, davvero troppe.

Sorrido falsamente e rispondo.

"Vivo con il mio fidanzato".

"Oh sei fidanzata. E io che ci stavo provando" ride.

"Sei stato sfortunato". Gli sorrido gentile e rispondo al primo messaggio di Noel che mi chiede se va tutto bene.

"Sembri molto più piccola".

"Me lo dicono in tanti. Meglio così infondo".

Frugo nella borsa per cercare il caricabatterie portatile e ovviamente mi cade tutto a terra.

Mi piego a raccogliere tutto e Bryan mi aiuta.

"Sei tu"?

Alzo lo sguardo e noto che ha in mano la foto di Grace. Ma un po' di fortuna no e?

"Lei è... è mia figlia".

Sbarra gli occhi e mi guarda in silenzio. Mi alzo e sistemo tutto nella borsa ricomponendomi.

"Ti somiglia comunque, ed è molto bella. Complimenti".

"Grazie".

Entrano altre persone in aula e si siedono un po' avanti, alcuni in prima fila e altri dietro di me. Una ragazza invece viene a sedersi accanto a me. E' bassina e mora. I suoi capelli sono super ricci e le ricadono lunghi sulla schiena. "Ciao sono Maggie".

"Hanna piacere". Le stringo la mano e si sistema con un quaderno sul suo tavolino e il computer sulle gambe.

Quando entra il professore in aula entrano anche altri ragazzi fino ad occupare tutti i posti liberi.

Il professore si presenta e così inizia la mia prima lezione.


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