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Non pensi mai che la tua vita possa finire nel giorno che stai vivendo.
Che la volta che esci di casa possa essere l'ultima. Non pensi che fai le cose di ogni giorno per l'ultima volta.
Non riesci più a intervenire nella tua vita, puoi soltanto stare a guardare.

"Preparate una sala operatoria. Ha un'aborto spontaneo, dobbiamo chiudere l'emorragia".
Che significa? Cosa sta succedendo? Perché non riesco ad aprire gli occhi?
Nessuno mi risponde, non riesco ad aprire la bocca. Sono immobilizzata.
Ho dolori atroci alla pancia, mi fa male il collo e la gamba.
Mi viene in mente l'immagine della macchina che ci viene addosso, i fari che lampeggiano e il volo che ho fatto prima di sbattere contro l'asfalto.
Un attimo prima stavo bene e un secondo dopo ero tra la vita e la morte.
Stavamo bene.
Dov'è Noel? Cosa gli è successo?

Sento che mi sto muovendo. Il rumore di passi che corrono, le porte che si aprono e il rumore del mio battito cardiaco.
"Addormentatela" dice una donna.

C'è qualcuno che piange. È l'unica cosa che riesco a sentire. Un pianto.
Mi sforzo di aprire gli occhi per vedere chi è, ma non ci riesco.

Di sottofondo c'è un leggero rumore che fa bip e un telefono che squilla.
"Tesoro devi stare tranquilla. Non si è ancora svegliata ma devi calmarti. Vedrai che si rimetterà. Lei é forte".
Mamma, aiutami mamma. Voglio parlare. Fatemi parlare.
Mi prende la mano. La mia mamma mi prende la mano e le sue lacrime mi bagnano.
Tira su con il naso e vorrei solamente dirle che sto bene, non deve piangere.
Mi lascia la mano e sento i suoi passi mentre va via.

Voglio aprire gli occhi ma sono pesanti. Voglio prendere in braccio la mia piccola bambina, non può rimanere da sola. Ha bisogno di me.
Voglio abbracciare Noel e poggiarmi sul suo petto.
Ma dov'è?
È tutto così confuso.

Mi sento soffocare. C'è qualcosa nella mia bocca. Non posso respirare.
"Chiamate un medico. Presto"
Qualcuno grida forte, mi tolgono i cuscini. Sento i passi di più persone che corrono. "Rimuovete il tubo".
Mi sento gli occhi meno pesanti.
Stringo le palpebre mentre mi tolgono il tubo dalla gola e i miei polmoni riprendono aria. Posso aprire la bocca.
"Signora Pierce riesce a sentirmi"?
Si ti sento, cerco di dirle.
"Controllatela ogni 15 minuti. Fatemi sapere se ci sono cambiamenti".
A farmi compagnia ci sono solo il rumore della flebo e il buio.

"Siediti li tesoro". La mamma è tornata. Grazie al cielo.
"Hanna svegliati. Hanna ti devi svegliare Hanna. Perché non si sveglia mamma"?
Leslie mi stringe la mano.
Io ci sto provando, ci provo con tutta me stessa ma non riesco ad aprire gli occhi.
Sento il petto scoppire e il rumore del monitor cambiare. Mia mamma grida.
"Dovete uscire subito"
"Ma che succede"? grida mia madre.
"Uscite, pensiamo noi a lei. Non c'è battito. Servono le piastre".
Mi spargono qualcosa di molto freddo e appiccicoso sul petto.
"Carica a 200".
Mi arriva una scossa forte in tutto il corpo. Sbarro gli occhi e mi sento esplodere. Oh mio dio che male.
Mi passano una luce davanti a ogni occhio.
"Segui la luce se ci riesci".
La porta in alto e poi in basso.
"Bene così. Portatela a fare una tac".
"Subito".

Sono passati diversi minuti sotto quella macchina. Mi sento così stanca quando torno in camera.
"Riesce a sentirmi"?
Una ragazza bionda si mette davanti ai miei occhi. Risco a vedere finalmente. Non ne potevo più del buio.
Annuisco.
Prova a parlare. Mi suggerisce una voce nella mia testa.
Apro la bocca e la muovo. Ma non esce niente.
"Sta tranquilla. Non si deve sforzare, vedrà che si rimetterà presto".
Annuisco ancora e chiudo gli occhi. Mi sento così stanca.

"È tutta colpa mia". Tira su con il naso e continua a piangere.
Noel. Noel dove sei?
"Non dovevo andare così veloce. Sarei dovuto essere io al suo posto".
È qui. Lo sento. Noel è qui accanto a me. Apro gli occhi e gli richiudo per focalizzare l'immagine.
Sta piangendo con le mani sugli occhi e la testa piegata sulle mie gambe.
Devo parlare, devo chiamarlo. Non riesco, ma ci riprovo e poi ci riprovo ancora.
"Noel" riesco a sussurrare.
"Noel".
Si gira a guardarmi con gli occhi rossi e gonfi.
"Hanna! Amore mi senti"?
Mi stringe la mano forte e si china verso di me.
Ha la flebo attaccata ed è seduto su una sedia a rotelle.
"Come stai? Riesci ad alzarti vero"?
La mia voce è sottile e si sente a malapena, ma non riesco a fare di meglio.
"Ora che ti posso parlare sto bene. Mi dispiace amore mio. Non volevo farti del male. Non volevo" piange a dirotto stringendomi la mano.
Finalmente lo posso toccare, gli posso parlare e guardare negli occhi.
"Non piangere io sto bene. Staremo bene e riprenderemo la nostra vita.
Non è stata colpa tua Noel, non ti devi dare la colpa di niente".
" Io pensavo seriamente di averti persa per sempre. Quando ti ho vista lì a terra sull'asfalto, priva di sensi e piena di sangue".
Scuoto la testa piangendo.
"Non mi hai persa. Sono qui con te. Da quanto tempo siamo qui"?
"Il dottore mi ha detto che siamo arrivati conque giorni fa".
Mi bacia la mano e mi circonda con un braccio la pancia.
Il mio bambino, dov'è il mio bambino?
"Dov'è il mio bambino?" grido accarezzandomi la pancia.
"Cosa? Hanna ti senti bene"?
"Avevo il mio bambino. L'ho sentita". Inizio a piangere.
Perché lui non lo sa?
"Non capisco".
Mi sento mancare il respiro.
Viene quella ragazza bionda e mi mette la mascherina dell'ossigeno davanti la bocca.
"Perché parla del bambino? Cosa significa"? dice Noel mentre mi accarezza per farmi calmare.
"Io sono un'infermiera. Se vuole le chiamo un dottore".
"Buonasera, sono la dottoressa Boyce. Se ve la sentite adesso parliamo un po'.
Mi tolgo la mascherina, e stringo la mano di Noel.
"Sei arrivata con la frattura di una gamba e un'emorragia addominale dovuta a un'aborto spontaneo. Eri alla sesta settimana di gravidanza, ma purtroppo non abbiamo potuto salvare il bambino. Mi dispiace".
Esce dalla stanza con i suoi tacchi alti.
Non riesco a piangere. Ho finito le lacrime ultime che mi erano rimaste.
"Aspettavamo un bambino" dice Noel. "Noi aspettavamo un bambino".
Mi tocca la pancia e si mette a piangere. Ma io non riesco a versare una lacrima.
"Voglio uscire di qui. Fatemi uscire. Non voglio più stare qui" sbatto le braccia forte per togliere i fili che ho sulle braccia.
"Calmati Hanna. Calmati amore, vedrai che usciremo presto ok?
L'hai detto anche tu che staremo bene".
Si alza in piedi e mi immobilizza tra le sue braccia possenti. Scoppio a piangere sul suo petto mentre mi stringe forte a lui.
"Andrà tutto bene. Vedrai che andrà tutto bene". mi ripete più volte.

Mi muovo piano per fargli spazio. Voglio che si stenda accanto a me.
"Non ti voglio fare male".
"Ti prego Noel, ti voglio vicino a me".
Si stende piano e mi poggio sul suo petto mentre mi accarezza i capelli.
"Mi dispiace. Non volevo perdere il nostro bambino. Mi dispiace così tanto".
"Non è stata colpa tua Hanna. Non devi pensarlo".
"Avremmo potuto avere un maschietto" dico tra un singhiozzo e l'altro.
"Si, ma noi lo avremo. Prima o poi lo avremo amore".
Mi era mancato sentirmi chiamare amore.

Gli sorrrido.
"Mi mancava il tuo sorriso".
"A me mancavi tu".

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